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22 Feb, 2017

Legge 194, bene Zingaretti su obiezione di coscienza

Con l’assunzione di due medici non obiettori all’ospedale San Camillo – Forlanini, la Regione Lazio vuole dare una risposta concreta per affrontare il grande tema dell’attuazione vera della 194. Una priorità a cui la Regione Lazio sta lavorando da tempo, sperimentando anche forme innovative per la corretta applicazione di una legge tra le più avanzate dello Stato, che ancora oggi rischia di essere disattesa.

Proprio per questo si è resa necessaria una sperimentazione, che per primi in Italia abbiamo messo in campo, attraverso un concorso per medici non obiettori finalizzato unicamente al servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Il bando per le assunzioni è concluso e nelle prossime settimane due medici entreranno nell’équipe della 194 dell’ospedale San Camillo-Forlanini, tra i più importanti della Capitale e da sempre punto di riferimento per le donne che scelgono l’Ivg.

Il concorso per i non obiettori si inserisce in un quadro più ampio di interventi che, a partire dal rilancio dei consultori, vogliono costruire nel Lazio un modello socio sanitario virtuoso e all’avanguardia, in grado di garantire la libertà di scelta e la salute della donna, rafforzando i servizi territoriali, la prevenzione e quindi anche applicando in modo corretto la legge 194 limitando l’abuso dell’obiezione di coscienza.

08 Nov, 2014

I medici non obiettori: “Abortire è sempre più difficile”

In Italia le interruzioni di gravidanza sono sempre più difficili, con molte donne costrette ad emigrare in un’altra regione o addirittura fuori dal paese per ottenere quello che la legge 194 in teoria garantisce. Lo affermano i medici della Laiga, (Libera associazione italiana dei ginecologi per l’applicazione della legge 194), riuniti in congresso oggi e domani a Napoli, che annunciano anche la nascita di una rete di avvocati che avranno il compito di sostenere pazienti e camici bianchi.

In alcune Regioni obiettori al 90%. I ginecologi obiettori di coscienza sono in numerosi in molte Regioni, un problema che a volte rende complicato interrompere una gravidanza non desiderata. “In alcune zone come Lazio, Campania, provincia di Bolzano i medici obiettori sono oltre il 90%, e questo spesso costringe le donne ad andare in un’altra regione – spiega la presidente Silvana Agatone – per le interruzioni nei primi tre mesi solo il 64% degli ospedali italiani è disponibile, mentre la legge prevederebbe che fossero il 100%. Per quelle superati i 90 giorni, che si fanno in presenza di gravi patologie del feto o rischi per la mamma, le strutture disponibili sono molte meno, e cominciano i pellegrinaggi che portano addirittura all’estero”.

Secondo Agatone le statistiche del ministero della Salute, che parlano di pochi aborti a settimana per i medici non obiettori, sono falsate. “Ci sono centri che fanno 70 interruzioni a settimana, e altri che mettono a disposizione al massimo due posti letto – spiega – nelle seconde è ovvio che risulta che i medici hanno fatto pochi aborti, ma quello che non si vede è che probabilmente le donne sono state costrette ad andare da un’altra parte’.

La rete di legali che sostiene le donne. Per questo Laiga ha inaugurato una rete nazionale di avvocati aiuterà le donne che hanno avuto difficoltà nell’accesso all’interruzione di gravidanza. “Attualmente i medici non obiettori applicano con preoccupazione la legge 194 – spiega la presidente Silvana Agatone – non solo perché le strutture non forniscono i mezzi ed il personale necessario, ma anche perché si opera tra mille difficoltà anche burocratiche e organizzative. A tutela delle scelte degli operatori, sarà presentata una rete di avvocati presenti su tutto il territorio nazionale, pronti a seguire l’iter di eventuali denunce nei confronti dei ginecologi e del personale non obiettore e a salvaguardia delle donne cui non siano riconosciuti i propri diritti riproduttivi”.

Formazione dei camici bianchi. A questa rete, spiega Agatone, se ne affiancherà un’altra di tutte le associazioni coinvolte nella tutela della salute riproduttiva della donna. “Questo servirà a concretizzare alcune richieste che riteniamo urgenti – sottolinea ancora Agatone – dalla formazione dei giovani, che nelle scuole di specializzazione non viene fatta, all’introduzione nei turnover dei medici non obiettori, all’aumento della prevenzione attraverso la contraccezione d’emergenza all’uso in tutta Italia della Ru486”.

La soluzione nel Lazio. Nel Lazio l’obiezione di coscienza ha raggiunto livelli mai visti tra ginecologi, anestesisti e infermieri. Ora le nuove linee guida sul funzionamento dei consultori familiari potrebbero cambiare la situazione. Con un decreto, il presidente Nicola Zingaretti ridefinisce, ha ristretto il diritto a non applicare la legge sull’aborto.

Obbligo di prescrivere la pillola del giorno dopo. Il decreto, infatti, se da una parte impone a chi lavora nei servizi territoriali l’obbligo di prescrivere tutte le forme di contraccezione, e senza potersi appellare ad alcuno scudo “morale” nemmeno per la pillola del giorno dopo, dall’altra ricorda ai medici i loro doveri verso la legge 194. Nessun medico può rifiutare ad una donna la prescrizione di un contraccettivo, pillola del giorno dopo e spirali.

Valeria Pini, La Repubblica

27 Mar, 2014

Non obiettori, la verità vi prego sulla 194

Non abbiamo bisogno, nell’impegno quotidiano, che, dal ministro a qualche assessore a qualche sindacalista “di sinistra”, ci si organizzi la lista operatoria o la mobilità (quale riconoscimento migliore alla nostra “ostinazione” nella applicazione di una legge dello stato?) come soluzione alla incapacità di inquadrare la 194 nell’ambito della più ampia governabilità del Sistema sanitario e della Sanità del paese.
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25 Mar, 2014

RU486 in day hospital, passaggio fondamentale per la salute delle donne

E’ una decisione importante quella assunta oggi dalla giunta Zingaretti riguardante la somministrazione della pillola RU486 in regime di day hospital, che va nella direzione di salvaguardare la salute della donna e il suo diritto di scelta in merito all’interruzione di gravidanza.

Un atto atteso da tempo dalle donne della nostra Regione, che peraltro nel 76% dei casi fino a oggi rifiutavano il ricovero ospedaliero di tre giorni precedentemente previsto contestualmente all’uso della pillola.

Con la delibera di oggi quindi da una parte veniamo incontro alle richieste delle associazioni di donne, specie le più giovani, che da anni chiedevano un approccio più “europeo” all’aborto farmacologico, dall’altra allineiamo il Lazio ad altre Regioni italiane quali l’Emilia Romagna e l’Umbria. Il tutto senza alcun approccio ideologico, ma anzi sostenuti dall’evidenza scientifica della corretta somministrazione della RU486 in day hospital.

Una decisione, quella di oggi, che rappresenta da parte della giunta Zingaretti un passo di civiltà e di rispetto nei confronti delle donne e che unitamente all’imminente rilancio dei consultori pubblici fanno della Regione Lazio un’istituzione veramente vicina ai diritti e alla salute delle proprie cittadine.

15 Mar, 2014

“Io, ginecologa degli aborti obiettrice mio malgrado”

“Sola, abbandonata in quella trincea, tagliata fuori dalla carriera e costretta a fare aborti come in una catena di montaggio, senza più nessun contatto con le pazienti, emarginata dall’ospedale che ha sempre considerato il mio un lavoro degradante, ho fatto l’unica scelta possibile ma che avevo sempre respinto: mi sono dichiarata obiettrice”.
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11 Mar, 2014

“Io, abbandonata in bagno ad abortire”

“Abbandonata in un bagno a partorire il feto morto, con il solo aiuto di mio marito Fabrizio. E tutto questo per colpa di una legge sulla fecondazione ingiusta, di medici obiettori, di uno Stato che non garantisce assistenza”. Valentina Magnanti ha 28 anni, minuta e combattiva con un filo di voce racconta la sua storia. Fotografia di un’Italia condannata dall’Europa nei giorni scorsi per violazione della legge sull’aborto, dei diritti delle donne, proprio a causa dei troppi medici obiettori.
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30 Gen, 2014

Aderisco alla manifestazione del 1° febbraio “Porque yo decido”

Aderisco alla mobilitazione europea di sabato 1 febbraio, in segno di solidarietà con le donne spagnole che, proprio quel giorno, consegnano “Porque yo decido”. Si tratta di messaggio indirizzato alle istituzioni contro la proposta di una nuova legge sull’interruzione di gravidanza: un attacco all’autodeterminazione delle donne che vuole cancellare la legge Zapatero autorizzando l’interruzione di gravidanza solo in caso di violenza sessuale o di salute fisica e psichica.

Da qui rilanciamo un grido d’allarme, e una mobilitazione forte contro il tentativo spagnolo di riportare indietro l’orologio della storia cancellando i diritti conquistati negli anni dalle donne.

La mobilitazione delle spagnole si è estesa in tutta Europa, da Roma e dal Lazio la vogliamo rafforzare anche per chiedere al Parlamento Europeo l’adozione della risoluzione Estrela, che suggerisce agli Stati membri l’assunzione di una legislazione europea in difesa dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne.

A Roma l’appuntamento è alle 15.30 davanti all’ambasciata spagnola in piazza Mignanelli-Piazza di Spagna, con l’adesione di  moltissime associazioni e realtà femminili.

Aderisco, anche per chiedere, come fanno le donne in tutti gli altri Paesi europei, di garantire la pluralità delle posizioni etiche e il rispetto della libertà di scelta delle donne in fatto di maternità. Un appello che dalla Regione Lazio rilancio in particolare agli eletti e alle elette nel Parlamento Europeo per una presa di posizione che garantisca il diritto di decidere sul proprio corpo.