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11 Dic, 2014

Mafia Capitale: con il Social Pride perché la cooperazione sociale non sia vittima del malaffare

Questa mattina ho partecipato alla conferenza stampa con la quale il Social Pride ha raccontato l’altro pezzo della storia dell’inchiesta di Mafia Capitale, il pezzo che ancora mancava: quello delle cooperative e delle associazioni oneste che in questi anni si sono viste respingere i bandi, rifiutare i progetti, che hanno denunciato meccanismi poco chiari nel quasi totale disinteresse della politica e dei media.

Hanno ragione, gli uomini e le donne del Social Pride: l’inchiesta sulla Cupola che secondo l’ordinanza del Procuratore Pignatone gestiva una larghissima fetta degli appalti sulla manutenzione del verde e sull’accoglienza a Roma rischia di far restare una vittima certa sul terreno, la cooperazione onesta, i tanti modelli positivi di collaborazione tra il pubblico e il privato sociale che in questi anni hanno continuato a lavorare – facendo innovazione – nonostante i grandissimi ostacoli che ora cominciamo a capire fino in fondo da cosa fossero rappresentati.

Ora le amministrazioni di Roma Capitale e della Regione Lazio si trovano di fronte a un bivio: rispondere all’inchiesta internalizzando tutti i servizi o, peggio, privatizzandoli di fatto. Oppure rilanciare con un modello totalmente nuovo di politiche sociali, che punti con coraggio sulla sussidiarietà, che si ispiri a criteri di giustizia sociale accanto a criteri di legalità, che non scambi mai più la mediazione sociale per merce di scambio o peggio di “collusione”, ma la valorizzi per quel che è: funzione pubblica a tutto tondo, capace di raggiungere l’obiettivo ultimo e principale della Cosa Pubblica, il benessere delle persone e della comunità, il bene comune.

Come Regione Lazio abbiamo degli strumenti già a disposizione che aspettano solo di essere definitivamente varati: la Legge di recepimento della 328 sui servizi sociali, l’istituzione del Tavolo d’inclusione rom, l’approvazione della Legge istitutiva del Garante dei diritti dei rifugiati. Alla tanta parte sana della cooperazione sociale assicuro tutto il mio impegno per imprimere un’accelerazione a questi atti: la risposta migliore, più giusta e più forte che possiamo dare al malaffare che da anni si arricchiva, sulle spalle dei più fragili.

23 Mar, 2014

Austerity, tra sanità e cooperazione

Lunedì 7 aprile, ore 9.30-13.30
Consiglio Regionale del Lazio, sala Etruschi
Via della Pisana, 1301

Austerity, tra sanità e cooperazione: politiche e progetti  per una presenza sostenibile di personale sanitario dalla Regione Lazio al mondo

Evento copromosso da AMREF, FNOMCEO, IPASVI

Saluto del presidente della Commissione Politiche sociali e salute Rodolfo Lena

L’impatto delle politiche di austerity sulle carenze di personale sanitario – Le Linee Guida per la Salute Globale della Cooperazione italiana
Giulia De Ponte– AMREF

Tavola rotonda
Personale sanitario a Nord e a Sud: la situazione nel Lazio e possibili iniziative
Modera Monica Di Sisto – AMREF

Intervengono: Musa Awad – FNOMCeO;, Gennaro Rocco IPASVI Lazio; Aldo Morrone: Direttore generale San Camillo, Samantha Pegoraro, SISM; Cons. Teresa Petrangolini (Pl), Cons. Riccardo Agostini (Pd), Cons. Devid Porrello (M5s), Flori Degrassi, direttore Direzione Regionale Salute e Integrazione, Carlo Rossi, dirigente politiche per la cooperazione – Direzione generale politiche sociali,

Conclude: Cons. Marta Bonafoni (PL) Commissione Politiche sociali e salute,

Stato dell’arte e proposte di iniziative comuni in occasione del lancio dell’iniziativa europea “Call to action: health workers for all and all for health workers”