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09 Ott, 2015

Lo sguardo sulla città

Ci ho dormito su.

Dopo una giornata passata a votare un’ottima legge contro l’usura mentre tutto attorno cresceva il rumore delle macerie che venivano giù.

Dopo un pomeriggio vissuto accanto a tanti bravissimi amministratori municipali, addosso i brividi di una doccia fredda, le lacrime calde agli occhi.

Dopo una serata seduta in macchina sfiorando Roma in cui ancora una volta mi sono trovata a pensare “ci risiamo, di nuovo la mia città vive momenti difficilissimi”.

Provo a dire la mia sulle ‪#‎dimissioni‬ del Sindaco ‪#‎Marino‬.

Per un attimo lascio da parte la questione degli scontrini, pur pensando che il tema non sia il rimborso ma – nel caso – la menzogna. Lascio perdere il giornalismo quanto riesca ad essere un pessimo mestiere quando si allea di fatto alle peggiori consorterie. Mi tolgo dalla testa persino quella che penso essere ora la faccia soddisfatta di ‪#‎Renzi‬, che da mesi aveva il dito pronto sul pulsante “game over” e non vedeva l’ora di pigiarlo.

Io semplicemente oggi penso questo.

Che il Sindaco #Marino dopo aver gloriosamente voltato le spalle ai soliti poteri forti e criminali della Capitale, non è stato capace di fare l’altro gesto necessario a governare Roma: guardarla negli occhi.

Non si è messo alla sua altezza, non l’ha ascoltata fino in fondo, non ha stabilito con lei un’empatia.

Quindi non l’ha capita.

Dopo aver scansato le mani dalla città, non ha posato davvero lo sguardo sulla città.

Difficilmente questa cosa potrà accadere nei prossimi venti giorni.

08 Ott, 2015

Usura, una legge che parla di legalità e giustizia sociale

“L’articolo più bello è il primo, perché ci fornisce subito la cifra di una legge utile, che parla alle vittime di usura, di contrasto alle mafie, il cui collegamento con l’usura è più che stretto, parla di contrasto alle tante solitudini della società moderna e all’esigenza di ricostituire connessioni sociali, specie dentro la crisi.” A dichiararlo sono Marta Bonafoni, Daniela Bianchi e Gino De Paolis, Consigliere gruppo Sel e Capogruppo Sel alla Regione Lazio, commentando l’approvazione della Legge 64.

“Con questa norma la Regione si fa carico di intervenire, dando sostegno alle vittime e alle associazioni che da anni lottano contro questo insopportabile fenomeno, spesso reato spia di quella criminalità organizzata che attraversa, senza alcuna distinzione, tutti i territori del Lazio: dal litorale romano, al centro della nostra città, da Rieti a Frosinone, da Viterbo a Latina, sostituendosi al welfare, al sistema creditizio e ad uno Stato troppo debole e incapace di farsi trovare accanto a chi è in difficoltà.

Siamo felici che alcuni nostri emendamenti siano stati approvati dall’aula: da quelli che spingono il tasto della prevenzione e della formazione, a quello che introduce la possibilità per la Regione di promuovere programmi di micro-credito per le vittime di usura.

Oggi scriviamo una bella pagina di storia per il Lazio- continuano- mettiamo le mani nel piatto e agiamo con decisione legiferando, per promuovere legalità e giustizia sociale. Un ringraziamento va al proponente, Consigliere Cangemi, e al Presidente della Commissione competente, Favara, tutto il Consiglio che ha scelto di dare senso alla nostra presenza qui, anche favorendo l’approvazione di una serie di misure che insieme disegnano un quadro di cambiamento, trasparenza e vicinanza a chi più è in difficoltà e di contrasto senza frontiera a tutte le mafie. Non avremmo potuto fare meglio forse, ma prima si: ecco perché concludiamo con l’auspicio che quest’aula trovi un meccanismo di lavoro più snello, in grado di restare al passo con il mondo fuori, che ci chiede risposte e interventi urgenti.”

08 Ott, 2015

Le parole e i coltelli

Due madri non dormono. Una, la madre di lei, all’alba va dai carabinieri. Mia figlia Giordana, vent’anni, non è tornata a casa stanotte. L’altra, la madre di lui – Luca, 24 – di notte lo ha sentito partire in macchina. La macchina della madre. Le madri.
La paura delle madri: dove vanno, cosa fanno la notte questi figli. La botola che non vedi, sai che c`è ma non la trovi. Dove sono, con chi sono. Dove possono cadere. Dov’è il pericolo.
Concita De Gregorio, La Repubblica

07 Ott, 2015

Informazione, con l’On. Fico confronto su diritti e libertà

E’ stato un confronto franco e costruttivo quello di questa mattina con l’On. Roberto Fico, Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi Radiotelevisivi, avvenuto in audizione presso la III Commissione regionale.

All’ordine del giorno  la presentazione della nostra Proposta di Legge regionale “Disposizioni di riordino in materia di informazione e comunicazione” (PL 210), un’occasione che ho colto soprattutto per sollecitare l’intervento del Presidente Fico, e quindi del Parlamento, su alcune questioni che ritengo fondamentali per il settore, anche alla luce del confronto avvenuto nelle tante audizioni per la redazione della PL 210: le questioni del linguaggio di genere, che abbiamo fortemente voluto nella legge; i diritti digitali, che avremmo voluto, invece, inserire nella nostra legge ma che, in assenza di una normativa nazionale adeguata, sarebbero rimasti privi di sostanziale tutela; gli indici di qualità, anche essi di fondamentale importanza per una informazione libera ed indipendente propria di un servizio pubblico che assolve al suo compito, ma che non possono essere materia regionale senza un quadro nazionale di riferimento; la crisi del settore che di fatto ha piegato e fatto chiudere molte realtà, piccole e medie, spesso di vocazione territoriale, alle quali è stato chiesto di sostenere spese troppo onerose per assolvere agli adeguamenti tecnologici richiesti dalla legge nazionale.

A questi problemi di carattere settoriale, che di fatto impediscono ad emittenti di dimensioni diverse di inserirsi nel panorama dell’informazione garantendo quell’articolazione funzionale ad una informazione libera e indipendente, c’è un altro aspetto che ho voluto sottolineare, proprio in relazione all’indipendenza: se è vero infatti che ciò dipende molto dalla deontologia professionale del singolo giornalista, c’è un problema di carattere generale, che riguarda la precarietà del lavoro, da cui, purtroppo non sono esentati gli operatori del settore. Come garantire quindi quella necessaria libertà ad un giornalista, quando la condizione lavorativa è sostanzialmente quella della ricattabilità? Un fatto enorme, che attraversa le vite di milioni di cittadini, in tanti e diversi settori lavorativi. Quando questo invade anche la stampa, però, il Paese tutto si priva di qualcosa in più in termini di diritti, piena cittadinanza, consapevolezza, democrazia e partecipazione.

Si tratta evidentemente di questioni molto complesse su cui però urge una riflessione da parte del Parlamento, perché quando le classifiche sulla libertà di stampa assegnano all’Italia posizioni così basse (nel 2015 il settantatreesimo posto nel mondo) c’è un allarme che dobbiamo ascoltare tutti, da ogni postazione istituzionale.

05 Ott, 2015

La sinistra che cambia

Il 7 novembre al Teatro Quirino i parlamentari della sinistra presentano un’altra idea d’Italia

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La legge di stabilità che il governo Renzi ha proposto al paese non risolve i problemi dell’Italia, sembra scritta con la mano destra e non mette al centro della scena i soggetti deboli che hanno pagato il prezzo piu’ alto della crisi.

Abbiamo affrontato in questi mesi passaggi difficili. Sempre dalla stessa parte: dalla battaglia sulla riforma della Costituzione al giudizio drastico sul Jobsact, dalla mobilitazione sulla Buona scuola alla domanda di una svolta radicale in Europa rispetto alle politiche di austerità.

Il merito è stato, è e sarà sempre la bussola – anche nelle differenze – che ci guiderà nelle scelte che dovremo assumere durante questa legislatura.

La natura della maggioranza che sorregge oggi il Governo Renzi ha acquisito sempre più le caratteristiche della palude trasformistica.

L’ingresso di Verdini e company nella alleanza costituente segna una ulteriore evoluzione di quel Partito della nazione teorizzato da tempo da Matteo Renzi, neocentrista e neocentralista insieme, che assume il principio della governabilita’ come valore in sé, al netto della cifra culturale delle opzioni che vengono messe in campo.

E produce anche uno sfregio mortale al messaggio che l’esito del voto nel 2013 aveva lanciato alla politica tradizionale e soprattutto al centrosinistra italiano: la necessità di agire una riforma della politica, di cambiare metodi e forme di partecipazione, di mettere fine alla degenerazione etica che aveva segnato la stagione declinante della II Repubblica.

Occorre promuovere uno schieramento della buona politica in questo Parlamento per condizionare i processi politici e avanzare una proposta credibile di alternativa di governo.

Lo possiamo fare se riusciamo a produrre un fatto unitario.

Un nuovo gruppo parlamentare non è la traduzione automatica della nuova soggettività politica della sinistra che tutti vogliamo costruire.

Un partito ha tempi più lunghi, ha bisogno di avere le radici ben piantate nella storia democratica italiana, necessita di fusioni calde e processi partecipativi reali, costruisce un programma fondamentale che attraversa stagioni parlamentari e aggredisce i grandi cambiamenti che caratterizzano il mondo.

Il Gruppo parlamentare è invece uno strumento a disposizione dei territori, un presidio istituzionale di competenze e di passione, un luogo di elaborazione di proposte per una sinistra di governo, riformista e radicale.

Uno spazio aperto, laico e plurale, dove le differenze debbono vivere ed essere valorizzate in un percorso collettivo.

Un gruppo dove possano abitare non solo le forze che espressamente vengono dalla tradizione della sinistra nelle sue varie articolazioni, ma anche chi ha ritenuto esaurito il suo percorso nel Movimento 5 stelle.

Un polo della Riforma della Politica che contrasti le politiche del Governo Renzi, competa sul terreno di un’opposizione di merito e non demagogica con il Movimento Cinque stelle e con il blocco delle destre, che si candidi a rappresentare l’espressione piu’ autentica dei valori contenuti nella nostra Carta Costituzionale, che sappia affrontare i prossimi appuntamenti – dalla legge di stabilita’ ai delicatissimi scenari internazionali che si aprono, dal quarto passaggio delle riforme costituzionali all’attacco al diritto di sciopero – dispiegando una capacità propositiva capace di attraversare il paese.

Abbiamo già avanzato alcune proposte importanti, tra cui il nostro piano per il lavoro: lo porteremo nelle piazze e nei luoghi di lavoro, sui territori e nei luoghi della sofferenza e del conflitto.

Troppe sono le urgenze del paese e troppe le domande a cui divisi non riusciamo più a rispondere.

Il tempo non è una variabile neutra se guardiamo cosa accadrà nel paese già nelle prossime settimane.

Si muovono già oggi gli studenti che domandano diritti e rispetto, i lavoratori del pubblico impiego in attesa di un contratto che rischia di trasformarsi in una mancia, le partite iva ancora una volta penalizzate, i pensionati a cui si chiede di aspettare un altro anno, gli amministratori locali falcidiati dai tagli.

Se vogliamo parlare una sola lingua con loro abbiamo bisogno di un’unica agenda di cambiamento.

E abbiamo bisogno di offrirla ora al Paese per movimentare un quadro politico statico che tende a fagocitare ogni spinta critica.

Se vogliamo trasformare la società italiana, se vogliamo promuovere equilibri piu’ avanzati nella battaglia parlamentare occorre essere disponibili a trasformare se stessi. Noi siamo pronti e lo faremo.

Vi aspettiamo sabato 7 novembre alle ore 10.00 al teatro Quirino a Roma per scrivere insieme una nuova pagina della storia della sinistra italiana.

05 Ott, 2015

Benvenuta Daniela Bianchi

“E’ con gioia e voglia di fare insieme che diamo il benvenuto alla Consigliera Daniela Bianchi, nel nostro gruppo regionale” A dichiararlo sono Gino De Paolis e Marta Bonafoni, Capogruppo e Consigliera Sel alla Regione Lazio, a margine della Conferenza stampa svoltasi in Via Arenula 29, sede di Sel nazionale.

“Si perfeziona una collaborazione che di fatto già esiste, sui temi e sulle prospettive: con Daniela abbiamo condiviso idee e proposte in Consiglio regionale fin dall’inizio, perché vicine le nostre sensibilità e la nostra idea di Regione. Siamo felici che questo sia avvenuto, quindi, come un  processo naturale, dentro un percorso che sostiene con forza il lavoro di trasformazione che il Presidente Zingaretti ha avviato ormai da due anni e mezzo.

Diventiamo un po’ più forti oggi, grazie all’ingresso di Daniela Bianchi, con la sua storia e il suo percorso politico, ma lo diventa in generale la Sinistra del Lazio e del Paese, che guarda alla sfida del governo facendosi carico di avanzare proposte e prospettive innovative, sul piano locale e su quello nazionale.

C’è bisogno di centro-sinistra e il Lazio lo sta dimostrando: il lavoro di Sel va tutto in questa direzione, mettendosi a disposizione di un sogno più grande, di un processo che vogliamo sia partecipato, democratico e inclusivo.  A Daniela gli auguri di buon lavoro”

05 Ott, 2015

Cosa resta della politica se la tv diventa il nemico

La polemica tra leader politici e giornalisti tv è una costante in Italia, da almeno un paio di decenni.
Ma il discorso cambia quando le tensioni si accendono fra esponenti di centro-sinistra e programmi di Rai 3. La rete “amica”. Storicamente. Così, i dissensi espressi dal premier contro il Tg3 e, anzitutto, contro Ballarò, il talk “politico” del martedì, hanno suscitato sorpresa e molte critiche. Intimidazioni all’autonomia e alla libertà dell’informazione. Tanto che si è parlato di “editto bulgaro”.
Ilvo Diamanti, La Repubblica

05 Ott, 2015

V Commissione

Giovedì  novembre, ore 10.30
Sala Di Carlo
Consiglio Regionale del Lazio

Schema di deliberazione n. 132 del 30 settembre 2015. Approvazione del regolamento regionale concernente: “Criteri per la partecipazione, l’assegnazione, l’erogazione e procedure per il monitoraggio e la rendicontazione in materia di contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul fondo unico regionale per lo spettacolo dal vivo di cui alla legge regionale 29 dicembre 2014, n. 15”.
Schema di deliberazione n. 133 del 30 settembre 2015. “Legge regionale 29 dicembre 2014, n. 15 – Sistema cultura Lazio: Disposizioni in materia di spettacolo dal vivo e di promozione culturale. Costituzione Forum permanente per la cultura e lo spettacolo dal vivo”.