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29 Nov, 2021

Bonafoni: due eventi per fare il punto sul G8 di Genova

16 luglio 2021 – di Redazione

“A vent’anni dal G8 di Genova, i temi politici sollevati dal movimento no global non hanno smesso di essere attuali, trovando nella pandemia da Covid-19 la conferma delle ragioni di una generazione che allora non era stata ascoltata – così spiega in una nota la capogruppo della Lista Civica Zingaretti alla Regione Lazio Marta Bonafoni – La globalizzazione delle disuguaglianze sociali, il rapporto sbilanciato tra finanza, economia reale e lavoro, lo sfruttamento delle risorse del pianeta concentrato nei Paesi del sud del mondo, il prezzo pagato dall’ambiente e dal clima a causa di uno sviluppo forsennato oggi entrato nel mirino della generazione dei Fridays For Future, non sono stati spazzati via dalle violenze della Diaz e di Bolzaneto: sono oggi al centro di vertenze sui territori e, in molti punti, delle agende politiche nazionali che in Europa si affacciano alla stagione del Next Generation Eu. Proprio per ragionare e dialogare insieme sull’eredità dei fatti del G8, sarò sabato 17 luglio nei giardini di Palazzo Giuliani a Labico per l’evento ‘Genova, 20 anni dopo. Un mondo diverso era possibile, oggi è necessario’, e lunedì 19 luglio al circolo cittadino di Latina per ‘Genova 2001-2021. Avere vent’anni, volevamo solo un mondo migliore’, per ricordare, ma anche per comprendere insieme il valore di un’agenda che è tutt’altro che scaduta e che chiede oggi l’impegno concreto della politica e delle istituzioni”.

21 Nov, 2021

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

In occasione della settimana che vede al centro la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne sono tanti gli eventi organizzati a cui parteciperò.
Se volete possiamo incontrarci alle seguenti iniziative:

– “Le donne: storie di stupri e violenze dal Medioevo ad oggi“, lunedì 22 novembre, ore 17 presso l’Aula Falcone e Borsellino, Piazza Marconi 3, Frascati;
– “Libere dalla violenza. Una rivoluzione civile contro silenzio e indifferenza” – Agorà democratiche, martedì 23 novembre, ore 17.30 presso la Sala Carla Lonzi – Casa Internazionale delle Donne;
– “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, giovedì 25 novembre, ore 10, presso il Consiglio regionale del Lazio;
“Presentazione del programma di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”, giovedì 25 novembre, ore 12.30, Sala Tevere, Regione Lazio;
– “Una, nessuna, centomila. Nate per rinascere“, giovedì 25 novembre, ore 17.30 presso la Casa Internazionale delle Donne;
– “Manifestazione nazionale contro la violenza maschile e di genere a Roma“, sabato 27 novembre, ore 14 da piazza della Repubblica, Roma;
– “RomaCamminUrban con le donne“, domenica 28 novembre, ore 9.30 di fronte a Santa Maria degli Angeli (fermata metro A Repubblica); il percorso si concluderà in prossimità della fermata Metro A Lucio Sestio.

Vi aspetto, per dire ancora una volta e tutte le volte che occorreranno “No alla violenza sulle donne”.

17 Nov, 2021

Bonafoni: due eventi per fare il punto sul G8 di Genova

A vent’anni dal G8 di Genova, i temi politici sollevati dal movimento no global non hanno smesso di essere attuali, trovando nella pandemia da Covid-19 la conferma delle ragioni di una generazione che allora non era stata ascoltata.

La globalizzazione delle disuguaglianze sociali, il rapporto sbilanciato tra finanza, economia reale e lavoro, lo sfruttamento delle risorse del pianeta concentrato nei Paesi del sud del mondo, il prezzo pagato dall’ambiente e dal clima a causa di uno sviluppo forsennato oggi entrato nel mirino della generazione dei Fridays For Future, non sono stati spazzati via dalle violenze della Diaz e di Bolzaneto: sono oggi al centro di vertenze sui territori e, in molti punti, delle agende politiche nazionali che in Europa si affacciano alla stagione del Next Generation Eu.

Proprio per ragionare e dialogare insieme sull’eredità dei fatti del G8, sarò sabato 17 luglio nei giardini di Palazzo Giuliani a Labico per l’evento ‘Genova, 20 anni dopo. Un mondo diverso era possibile, oggi è necessario’, e lunedì 19 luglio al circolo cittadino di Latina per ‘Genova 2001-2021. Avere vent’anni, volevamo solo un mondo migliore’, per ricordare, ma anche per comprendere insieme il valore di un’agenda che è tutt’altro che scaduta e che chiede oggi l’impegno concreto della politica e delle istituzioni.

17 Nov, 2021

Carceri senza mura

6 agosto 2021 – di Marta Bonafoni

Il carcere è uno spazio urbano.

Non so quante volte ci capiti di pensarlo ma è esattamente così: gli istituti di pena sono parte integrante delle città, anche se pressoché ovunque risultano sottratti – espulsi – dalla dimensione vitale metropolitana.

A Roma esistono tre carceri: quello storico di Regina Coeli, ospitato in un edificio della metà del ‘600 divenuto carcere alla fine del 1800, situato tre metri sotto lungotevere della Farnesina.Il carcere di Rebibbia, edificato negli anni ’70 già “fuori” dalla città, a est, in una Roma allora metà agricola metà industriale e oggi preda di cantieri, traffico e capannoni del gioco d’azzardo. Infine l’istituto di pena minorile di Casal del Marmo, eretto anch’esso negli anni ’70 in mezzo alla campagna romana e ancora oggi sommerso nell’Agro romano, nell’estrema periferia nord di Roma.

Tre carceri, tre caratteri distinti e distintivi della città, eppure in un dialogo sottilissimo con essa. Anzi, in una relazione pressoché inesistente con gli abitanti di Roma.

Se è vero che il carcere è spazio pubblico per eccellenza, perché ad esso è affidato il destino di una comunità serena e coesa, è altrettanto vero che del carcere e delle sue connessioni col governo delle città non si occupa praticamente nessuno e trovarne traccia nei programmi elettorali dei candidati sindaciè un’impresa praticamente impossibile.

Ho pensato a questa cosa qualche giorno fa, quando sono stata invitata a portare i saluti istituzionali della Regione Lazio alla discussione della tesi di laurea di Davide, detenuto dell’Alta Sicurezza di Rebibbia.

Sono entrata in carcere tante volte in questi anni da consigliera regionale, ma mai mi era capitato di presenziare all’atto finale di un progetto di alta formazione come quello, in questo caso portato avanti grazie all’università di Tor Vergata.

E’ stata una bellissima emozione, e una lezione ricca di spunti per il lavoro da intraprendere, a partire dalla città che dobbiamo costruire.

L’aula era telematica, fatta eccezione per quella della commissione presieduta dal professor Leonardo Becchetti. Noi eravamo tutti collegati dentro le finestre della piattaforma digitale: accanto a me sullo schermo c’erano alcuni docenti del corso di laurea di Davide, in un’altra finestra la compagna ed il figlio, in un’altra ancora il padre, collegato da casa e palesemente frastornato da quella “cerimonia” così speciale e forse mai neppure immaginata.

A un certo punto l’agente ha fatto entrare Davide e così nella stanza grigia di Rebibbia ha fatto ingresso lui, camicia azzurra, barba curata. Ha prima salutato i suoi genitori “che belli che siete!” e poi il professore.

Davide ha deciso di laurearsi in microeconomia con una tesi sul valore del lavoro in carcere: valore per il detenuto e la sua dignità, valore per la società a cui il detenuto verrà restituito alla fine della pena “perché senza lavoro le recidive sfiorano il 70% dei casi”.Durante la discussione ci ha parlato dei pochi esempi riusciti di avviamento al lavoro di detenuti ed ex detenuti, ma ha insistito ancor di più sui troppi ostacoli che ancora ci sono sulla strada del “recupero del reo”. “Ostacoli burocratici”, e poi – tantissimi – gli ostacoli dettati dal pregiudizio “fuori dal carcere”, da parte della società civile e dal mondo delle aziende.

“Un sistema concepito come chiuso” che quindi fa mille volte più fatica ad entrare in relazione con il “fuori” una volta che si presenta l’opportunità di farlo. Parole semplici e pesanti come pietre per chi quel sistema lo aveva persino immaginato in osmosi con lo spazio esterno nella riforma penitenziaria del 1975.

Alla fine il professor Becchetti ha pronunciato la consueta frase: “Con il potere conferitomi la dichiaro dottore in Economia e Management  col punteggio di 110 punti”. Ha preso anche la lodeDavide.

Una “promozione a pieni voti” che la politica continua a vedere lontanissima quando si tratta delle politiche per il carcere.

A partire dalla relazione che gli istituti possono e debbono avere con la città in cui sorgono.

Espulsi in periferia con la loro devianza, i ristretti sono alla fine dei conti paragonabili ai tanti “ultimi” che in questi anni le metropoli italiane e Roma in primis hanno rigettato sempre più lontano dal centro.

Rendendo le periferie geografiche della città periferie sociali ed esistenziali.

Eppure investire sullo scambio dentro/fuori, immaginare il lavoro come leva principale di questa relazione insieme alla salute, alla casa, alla formazione, alle interazioni col territorio, non sarebbe soltanto la via maestra per rispettare l’articolo 27 della Costituzione, ma anche il modo più certo per restituire senso alla parola “sicurezza”, che è sempre la presa in carico dei bisogni e delle responsabilitàdell’individuo all’interno della comunità in cui vive. Nel caso dei detenuti e delle detenute prima dentro le carceri, quindi nel territorio a cui vengono restituiti.

Oggi le carceri italiane sono tutt’altro: sulla relazione ha prevalso la cultura della separazione e dell’isolamento. Con evidenti svantaggi per tutti i soggetti coinvolti: la popolazione carceraria (fatta di detenuti ma anche di polizia penitenziaria, operatori e dirigenti), il sistema giustizia e l’equilibrio dei quartieri in cui gli istituti sorgono, divenuti paradossalmente cattedrali della paura anziché della rassicurazione sociale.

Così oggi ci capita di vedere e sentire le persone che vivono la condizione detentiva soltanto quando per protestare salgono sui tetti, o battono le sbarre delle finestre, o urlano dalle loro celle. Ma a quel punto la città è già chiusa in casa a difendersi da un’istituzione nata invece “a difesa”. Senza la conoscenza e con la separazione, difficilmente si riuscirà a superare una contraddizione così profonda.

Chi si candida a guidare le città, insiemeagli altri ordini di governo, dovrà avere questo coraggio: il coraggio di scommettere su spazi ibridi dove carcere e libertà si incontrino, per rafforzare la democrazia.

A partire dagli spazi urbani.

17 Nov, 2021

Coltiviamoci, progetto da replicare

19 luglio 2021 – di Redazione

Comunità più inclusive e attente alle persone con disabilità per un mondo del lavoro sempre più accessibile e aperto alle diversità. È l’obiettivo centrato con soddisfazione dal progetto ColtiviAMOci, promosso dalla Cooperativa sociale ‘Il Pungiglione’, in partenariato con ‘Folias’ Cooperativa sociale.

Un percorso intenso in cui dieci giovani tra i 18 e i 25 anni con disabilità hanno sperimentato il lavoro di squadra, coltivando insieme un orto sinergico in uno spazio pubblico messo a disposizione dal Comune di Monterotondo, alle porte di Roma, tra i palazzi di un quartiere che si propone di diventare modello di progettualità ecologica e sociale.

“Proprio lì, al Parco di Giò, con l’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino, stamattina ho potuto ascoltare e toccare con mano i risultati raggiunti da ragazze e ragazzi nei dieci mesi di questa preziosa iniziativa finanziata dalla Regione Lazio nell’ambito del Fondo Sociale Europeo, attraverso il sostegno e l’orientamento di operatori sociali, psicologi, educatori e figure professionali specializzate. Storie di vita che ci hanno raccontato i nodi di una nuova idea di socialità, che supera la disabilità per approdare a un’integrazione reale e a una possibilità concreta di futuro lavorativo per tutte e tutti.

Dieci giovani, grazie alla programmazione regionale e ai progetti di inclusione sociale, hanno potuto credere nelle proprie passioni, coltivare desideri, essere accompagnati nell’emersione delle loro competenze, sono scesi a coltivare il proprio giardino anche in piena pandemia, restituendo uno spazio pubblico alla collettività, assieme alle loro famiglie che hanno condiviso questo percorso di crescita.

Ora il nostro impegno sarà indirizzato a trovare strumenti per dare continuità a questa esperienza, permettere ai semi germogliati al Parco di Giò di dar vita a piante forti, replicare questo modello di inclusione con la collaborazione del Terzo Settore, senza il quale non è possibile immaginare politiche sociali e di inclusione”.

24 Lug, 2019

Con Fondo Futuro 2019 un’opportunità di riscatto per molti

Fondo Futuro è una delle iniziative più innovative e importanti messe in campo dalla Giunta Zingaretti fin dal suo insediamento nel 2013. Il nuovo bando, presentato questa mattina, è una risposta concreta alla voglia di “fare impresa” che c’è nel nostro territorio e per la quale la Regione mette in campo 13,5 milioni di euro (con una quota di 3 milioni riservata alle zone del cratere sismico).

A partire dal 3 settembre sarà possibile compilare la domanda di finanziamento di un massimo di 25.000 euro da restituire al tasso agevolato dell’1% annuo in 7 anni. Tutte le informazioni del bando saranno disponibili da domani sul sito di LazioInnova.

Non si tratta solo di una misura che prevede un prestito ma è un vero e proprio sostegno per tutte le persone, di ogni età, che hanno un’idea e necessitano di un aiuto per cominciare.

Questa nuova opportunità può essere un’occasione di riscatto per tutti quei soggetti – penso ad esempio alle donne che si sono trovate in situazioni di violenza che le hanno costrette ad interrompere l’attività che avevano – per rimettersi in campo e ricominciare a dare concretezza alla propria vita, una vera e propria azione di empowerment messa in campo dalla Regione Lazio

02 Ago, 2018

Presidio per ricordare lo sterminio dei Rom

Chi è sopravvissuto racconta che lo sterminio dei rom e dei sinti nel campo di Auschwitz-Birkenau fu innanzitutto una questione di “suoni”.

Prima, quello dei rom era il settore più invidiato (dice proprio così chi c’era): perché le famiglie potevano restare insieme, le mamme coi figli, si sentivano grida di giochi, canti e persino il rumore dei passi del ballo.
Poi, all’improvviso, quella mattina del 2 agosto 1944, fu solo un enorme e assoluto silenzio. Dalle baracche dei rom non si alzava più un sussurro ma solo il densissimo fumo nero dei forni.

Oggi dalle 14.00 a Montecitorio ci sarà un presidio, per ricordare quello sterminio.
Io ho aderito.

Perché rom e sinti manifestano contro ogni razzismo. Perché lo fanno nella città in cui agli sgomberi non seguono soluzioni e dove un uomo ha sparato dal balcone colpendo la piccola Cerasela mentre era in braccio alla mamma. Perché rom e sinti protestano a due passi dal palazzo di un governo il cui ministro degli interni è tornato a chiamarli “parassiti”.
Ora come allora.

24 Gen, 2018

La Libertà e la Giustizia, dagli USA a… Nemi

Rubrica n.15 in diretta su #RadioPopolare

Premesso: tutto ciò che diremo può essere letto con gli occhi dell’ultimo rapporto #Oxfam diffuso alla vigilia del vertice di Davos. Nel 2017 la ricchezza è aumentata, ma per l’1% ovviamente. Ogni due giorni è nato un miliardario, e quindi è aumentata la disuguaglianza.

Ecco lo svolgimento della puntata.

Ilvo Diamanti su Repubblica ci racconta di come in Italia sia forte e trasversale nell’elettorato la voglia dell’#UomoForte. Nonostante tutto però l’italiano non ha perso la speranza nel futuro… speriamo anche noi.

Nel frattempo negli USA lo #shutdown ha chiuso la Statua della Libertà, la stessa di cui lo scrittore Dave Eggers ha scritto: “Di lei conosciamo a memoria la corona a sette punte, la torcia in una mano e il libro nell’altra. Troppo poco ci soffermiamo ad osservare i suoi piedi scalzi e in movimento: la #libertà non si arresta!

Così come il cammino dei diritti sia pur faticosissimo procede. A Roma ad esempio grazie alla giudice Carlotta Calvosa, che ha giudicato nulli i tre licenziamenti delle fisioterapiste di Villa delle Querce. Ha detto che sono stati una “vendetta”. E però la #giustizia si è ripresa il suo spazio. W le lavoratrici di Nemi e la loro forza.

Qui potete riascoltare il podcast http://pod.radiopopolare.it/demonecopertina_1_22_01_2018.mp3

 

18 Gen, 2018

Ripabottoni, Napoli e invece… sempre la solita campagna elettorale

Rubrica n.14 in diretta su #RadioPopolare
Guardare Silvio #Berlusconi nello studio di Barbara D’Urso è stato come salire sulla macchina del tempo e andare indietro di venti anni: stessi colori, stesso copione, persino argomenti analoghi. Solo che oggi più di ieri il tema della in/sicurezza rischia di essere la traccia profonda delle prossime (poche) settimane di campagna elettorale: in Italia si compie un reato ogni 20 secondi, ha detto l’ex Cavaliere. E pazienza se non è così… e comunque: sarà sicuramente colpa degli immigrati.
A proposito di immigrati, c’è la missione in Niger e c’è la storia straordinaria di #Ripabottoni: 695m s.l.m., provincia di Campobasso, meno di 500 anime e 32 migranti che ora la Prefettura vuole trasferire e i cittadini difendono. Perché nel frattempo sono entrati nella squadra di calcio locale, e nel coro del Paese. E insomma la cosiddetta integrazione funzionerebbe tanto meglio se la guidasse il “buon senso”.
Segnalazione ai naviganti: le campagne contro le #ong della scorsa estate un risultato lo hanno ottenuto, il calo delle donazioni a quelle organizzazioni. Ecco.
Infine, il racconto delle cosiddette #babygang. Già la riduzione giornalistica la dice lunga sulla miopia dell’approccio al tema: davvero pensiamo sia “baby” chi oggi ha 14-15-17 anni??? Relegata nelle pagine di cronaca, lascia sfuggire il vero nodo politico della questione: serve la forza o serve la scuola per quelle realtà che poi sono Napoli ma non solo? Noi la risposta ce l’abbiamo netta: scuole aperte e un esercito di maestri.

17 Gen, 2018

Dal brasato di Arcore ai rifiuti di Roma: ma noi votiamo per le donne in nero si Golden Globe!

Rubrica n.13 in diretta su #RadioPopolare

Mancano meno di 60 giorni alle prossime elezioni (politiche e regionali), dunque anche un po’ giustamente i quotidiani di oggi hanno tutte aperture politiche.

La notizia è #Maroni che si ritira dalla corsa in Lombardia, ma anche che siamo tornati a leggere i menù delle cene di Arcore! Comunque, c’è da vedere come ora il vertice Berlusconi-Meloni-Salvini impatterà sui candidati regionali: a questo punto il centrodestra non ha un candidato ufficiale ne’ nel Lazio ne’ in Lombardia.

Sempre di voto parla la storia surreale dei #rifiuti di Roma. Ora pare andranno a finire in Abruzzo, ma sempre poi destinati all’inceneritore di Pizzarotti a Parma. Insomma, la tecnica dilatoria del M5S potrebbe avere le gambe cortissime. Ma tanto il 4 marzo ahinoi si voterà in larga parte con la pancia, mica con la testa.

Infine, non ho fatto in tempo a dirlo ma lo scrivo perché lo avevo in scaletta: W le donne in nero sul tappeto rosso dei #GoldenGlobe! Stupenda Oprah Winfrey che ha dedicato il premio a tutte le ragazze: un nuovo giorno sta arrivando, #Time’sUp!

Qui potete riascoltare il podcast http://pod.radiopopolare.it/demonecopertina_1_08_01_2018.mp3