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18 Set, 2013

Rom e sinti: 2 proposte di legge in favore della minoranza

In Italia vivono circa 170 mila rom e sinti, che rappresentano la terza minoranza più cospicua sul territorio nazionale, dopo sardi e friulani. Nonostante la consistenza numerica e i richiami alla tutela da parte delle istituzioni europee, il nostro Paese risulta ancora privo di strumenti giuridici per la salvaguardia culturale e linguistica di tale minoranza che continua ad essere uno dei gruppi più sistematicamente discriminati ed esclusi.

In un convegno dal titolo “Rom, Sinti e Caminanti: una proposta di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale della minoranza”, l’Associazione 21 luglio e la Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato hanno avviato questo pomeriggio in Senato una riflessione sulle possibili strade da percorrere per la salvaguardia dei diritti delle comunità rom e sinte nel nostro Paese.

Al convegno, presieduto dal presidente della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani Luigi Manconi, ha partecipato anche il Ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, al cui dicastero appartengono le competenze in materia di politiche rivolte a rom e sinti in Italia.

I lavori del convegno sono stati l’occasione per la presentazione di due disegni di legge da parte del senatore Francesco Palermo, eletto alla scorse elezioni politiche nel collegio uninominale di Bolzano. Il primo disegno di legge prevede la ratifica e l’esecuzione della “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, firmata a Strasburgo il 5 novembre 1992, proponendo in questo modo di includere anche la minoranza rom e sinta tra quelle da tutelare dal punto di vista linguistico e culturale; il secondo disegno di legge si intitola invece “Norme per la tutela e le pari opportunità della minoranza dei rom e dei sinti”.

Le comunità rom e sinte in Italia, in quanto “sprovviste di territorio”, non sono state fino ad oggi riconosciute a livello normativo come minoranze culturali e linguistiche e, pertanto, non sono state incluse tra quelle tutelate dalla Legge del 15 dicembre 1999 n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”. Tale legge riconosce dodici minoranze la cui lingua e cultura è tutelata: dai 1.300.000 sardi fino ai 2.100 croati che vivono in tre comuni del Molise.

Già in passato il Comitato dei Ministri dell’Educazione dell’Unione Europea, con la risoluzione 153/89 del 22 maggio 1989, nel dare indicazioni per una corretta scolarizzazione dei bambini rom, sosteneva che si dovesse tenere conto del fatto che «la loro cultura e la loro lingua fanno parte da più di mezzo millennio del patrimonio culturale e linguistico europeo». Affermazione ribadita anche dal Parlamento europeo nel 1994 con la “Risoluzione sulla situazione dei rom nella comunità” (A3-0124/94), in cui si riconosce «che il popolo Rom è una delle minoranze più importanti dell’Unione Europea», per cui vanno tutelate «la lingua e gli altri aspetti della cultura rom come parte integrante del patrimonio culturale europeo»; e quindi si «raccomanda ai governi degli Stati membri di completare la Convenzione europea dei diritti umani con protocollo aggiuntivo sulle minoranze, nel quale la definizione di minoranza possa comprendere i rom in forma esplicita, attraverso un riferimento alle minoranze che non abbiano un territorio proprio».

Secondo l’Associazione 21 luglio il marchio del “non cittadino” continua a restare impresso sull’esistenza di ogni rom e sinto nel nostro Paese, un marchio legato ad un antiziganismo che rivive sotto le forme di norme escludenti e selettive, come la cosiddetta politica dei “campi nomadi”.

La ratifica e l’esecuzione della “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, includendo la minoranza rom e sinta tra quelle da tutelare dal punto di vista linguistico e culturale, potrebbe costituire un primo passo significativo ai fini dell’inclusione sociale delle comunità rom e sinte in Italia. Esso si configurerebbe infatti come un intervento complessivo rivolto ad una minoranza portatrice di una storia e di una cultura che è parte integrante della cultura italiana ed europea e non semplicemente un intervento rivolto ad un gruppo socialmente emarginato.

«La Strategia Nazionale di Inclusione dei rom, sinti e caminanti adottata dall’Italia nel 2012 – ha affermato Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio – impegna il governo italiano per il biennio 2012-2013 alla definizione di un disegno di legge governativo per il riconoscimento dei rom come minoranza nazionale. Tale riconoscimento, già garantito per le altre minoranze linguistiche presenti nel nostro Paese, è urgente perché potrebbe costituire un presupposto essenziale per restituire dignità a chi, come rom e sinti, vive da tantissimi anni in Italia».

Quanto al secondo disegno di legge presentato dal senatore Palermo, quello relativo alle “Norme per la tutela e le pari opportunità della minoranza dei rom e dei sinti”, esso merita, secondo l’Associazione 21 luglio, un approfondimento e un ampio dibattito che devono necessariamente coinvolgere in primis le stesse comunità rom e sinte.

Associazione 21 luglio
17 settembre 2013

18 Set, 2013

Il fascino della melma

Il fascino della melma. Difficile descrivere altrimenti la politica italiana, se ancor oggi i costumi sono quelli di trent’anni fa: incapacità di ripulire le proprie stanze prima che intervenga la mano del guardiano della legge (magistrato, polizia), e con perentorietà cogente spazzi i pavimenti, chiuda le porte da chiudere.
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16 Set, 2013

I giovani non escono dalla crisi. Un milione di disoccupati in più

Una generazione duramente colpita dalla crisi. Tanto da lasciare sul campo, in soli tre anni, un milione tondo di disoccupati in più. E con poche speranze per il futuro. La generazione in questione è quella degli under 35, la prova delle loro difficoltà sul lavoro è offerta dalle tabelle dell’Istat riferite al secondo trimestre del 2013.
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13 Set, 2013

Esplosione in un silos a Lamezia: morto anche il terzo operaio

È morto l’operaio rimasto ferito ieri nell’esplosione di un silos in uno stabilimento industriale del lametino che ha provocato la morte di altri due suoi colleghi. Enrico Amati, di 47 anni, di Sinalunga (Siena), è deceduto nell’ospedale di Catanzaro dove era stato ricoverato con ustioni sul 90% del corpo.

Ieri erano già deceduti due giovani di 32 anni nell’esplosione avvenuta a Lamezia Terme, nel Catanzarese. Si tratta di Daniele Gasbarrone, di Latina, e di Alessandro Panella, di Velletri (Roma).
Gli operai si trovavano all’interno del silos – nello stabilimento di San Pietro Lametino della Ilsap Biopro, di proprietà di un’azienda di Latina che produce oli raffinati, biomasse, glicerina e biodiesel. I due erano impegnati in dei lavori di manutenzione e l’esplosione non ha dato loro scampo.

Nell’esplosione, che è stata avvertita anche ad alcuni chilometri di distanza, era rimasto sulle prime gravemente ferito Enrico Amati, che, dopo essere stato soccorso con l’eliambulanza, era stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed i carabinieri per cercare di mettere in sicurezza l’area, oltre al sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Luigi Maffia, e al sindaco della città, Gianni Speranza. Le forze dell’ordine stanno accertando la natura di vapori che si sono liberati nell’aria.

12 Set, 2013

Ripubblicizzare si può, ripubblicizzare si deve

Martedì 24 Settembre, ore 15.30
Casa Internazionale delle donne
Via della Lungara, 19 – Roma

Convegno sulla legge regionale per l’acqua pubblica
Verso l’approvazione della Legge Regionale per la gestione pubblica e partecipata dell’acqua nel Lazio

Programma del convegno

Ore 15.30. Saluti e introduzione del Coordinamento regionale acqua pubblica Lazio

Ore 15.45. Interventi di:
Emanuele Lobina – PSIRU, Business School, University of Greenwich, UK. La ripubblicizzazione del SII nel contesto europeo
Alberto Lucarelli – Ordinario di diritto costituzionale università di napoli federico II. Le possibili “vie per la ripubblicizzazione” in Italia e nel Lazio
Dorothea Haerlin*- Berliner Wassertisch (Movimento per l’acqua berlinese). Il caso della ripubblicizzazione dell’acqua a Berlino.
Bengasi Battisti – Coordinamento Nazionale Enti Locali per l’Acqua Bene Comune e la gestione pubblica del servizio idrico e Sindaco del Comune di Corchiano (VT). La proposta di Legge Regionale n°31: un’opportunità da cogliere
Cristiana Avenali – Consigliera Regionale – Membro della Commissione Ambiente. Il percorso istituzionale della legge n°31

Ore 17.00 – Dibattito

Ore 18.30 – Chiusura

* in attesa di conferma

A oltre due anni dai referendum del 12 e 13 giugno 2011 continua, in tutta Italia, la mobilitazione per la piena applicazione degli esiti referendari a difesa dell’acqua e della democrazia.

Dopo la straordinaria vittoria referendaria e i molteplici tentativi politico-amministrativi per annullarne il risultato, è sempre più viva la necessità di contribuire a dare piena applicazione all’esito del referendum, rispettando così i principi di democrazia grantiti dalla nostra Costituzione.

In diversi territori si sono intanto aperti percorsi di ripubblicizzazione: oltre all’esperienza di Napoli, che ha concluso il processo di trasformazione della società a totale capitale pubblico in azienda speciale, da Palermo a Torino, dalla Romagna alla Toscana, l’uscita dal circuito delle SpA ha smesso di essere un tabù per le amministrazioni locali, contribuendo a sanare le troppe illegittimità negli affidamenti diretti a questi enti di diritto privato.

Anche nella nostra Regione è stato elaborata una proposta di legge popolare per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico nel Lazio, presentata grazie all’approvazione a maggioranza qualificata di 39 consigli comunali, e con il sostegno di quasi 40.000 firme di elettori della Regione. Grazie allo strumento del referendum propositivo se il Consiglio Regionale non approverà, entro marzo 2014, una legge che ricalchi quella presentata, il testo della proposta di legge sarà sottoposto a referendum regionale.

Per questo intendiamo accompagnare il percorso della legge con iniziative di comunicazione, diffusione e mobilitazione che coinvolgano cittadini e ammistrazioni, nell’ambito delle quali si colloca il convegno del prossimo 24 settembre, oggetto del presente invito. In questo quadro pensiamo infatti sia di grande interesse, per le amministrazioni locali, per i comitati e per i lavoratori del settore, un confronto sui temi legati ad un’idea di servizio pubblico di qualità e partecipato.

In un momento in cui l’operato degli enti di prossimità è messo in forte difficoltà dai provvedimenti nazionali legati alla spending review e al patto di stabilità interno, è indispensabile non solo definire e proporre nuovi sistemi di finanziamento del servizio idrico e dei servizi pubblici locali, ma anche rafforzare la collaborazione tra gli enti locali anche nell’ottica di un’azione politica comune che rimetta al centro la capacità dei Comuni di governare pienamente i propri territori secondo il mandato democratico delle comunità locali.

Per questo si terrà il 24 settembre, alle ore 15.30, presso il Centro Congressi della
Casa Internazionale delle donne, in Via della Lungara 19 (Trastevere) – 00165 Roma. Per il convegno: