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23 Gen, 2014

Proposta di legge contro il caporalato e il lavoro nero

“Lo sfruttamento e la negazione dei diritti dei lavoratori, immigrati e italiani, è un dato che connota drammaticamente anche la nostra regione, in molti casi direttamente collegato ad organizzazioni criminali sempre più presenti nell’intermediazione illegale e nel controllo dei flussi migratori. Lavoro nero e caporalato funestano sopratutto l’edilizia e l’ agricoltura, dove la crescente ricerca di manodopera a basso costo moltiplica il disagio sociale derivante dall’insufficienza delle politiche pubbliche rivolte all’accoglienza e alla formazione”.

È quanto si legge in una nota diramata dai consiglieri regionali Marta Bonafoni e Massimiliano Valeriani.

“Da questa emergenza – continua la nota – supportata dai numeri che dicono che su un campione di controlli su 278.268 lavoratori il 38 % è in nero, la proposta di legge depositata oggi dai consiglieri Marta Bonafoni e Massimiliano Valeriani e firmata da tutti i capogruppo di maggioranza.
Un disegno di legge che chiede la modifica della legge regionale 18 del 2007 per il contrasto e l’emersione del lavoro nero a partire dal chiedere il rispetto dei contratti collettivi e delle leggi vigenti. In particolare questa proposta contiene un elemento innovativo rappresentato dagli indici di congruità ossia parametri che definiscono il rapporto tra l’estensione territoriale dell’impresa, la qualità dei beni e dei servizi offerti dai datori di lavoro e la quantità delle ore lavorate. Uno strumento utile per mappare il territorio ed anche per indirizzare i controlli al di fuori di scelte  casuali”.

“Inoltre è urgente  – dicono i due consiglieri regionali – disegnare un quadro normativo che prevede la revoca immediata di finanziamenti  regionali e agevolazioni  per quei datori che ne usufruiscono e non rispettano l’obbligo di comunicare l’assunzione di nuovi lavoratori”.

23 Gen, 2014

Mai più CIE. Assemblea Pubblica

Mercoledì 5 febbraio, ore 17.00
Nuovo Cinema Palazzo
Piazza dei Sannitit – Roma

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Mai più CIE

In vista dell’appuntamento di sabato 15 febbario – che chiederà a gran voce la chiusura del CIE di Ponte Galeria e di tutti gli altri Centri, dove migliaia di persone vengono detenute senza aver commesso alcun reato e dove i diritti fondamentali vengono quotidianamente calpestati – mercoledì 5 febbraio alle 17:00 ospiteremo un’assemblea pubblica per costruire insieme la manifestazione.
Di seguito l’appello delle Reti Antirazziste e dei Movimenti per il diritto all’abitare.

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Mai più CIE – Diritti e accoglienza per tutti
Sabato 15 febbraio 2014 corteo al Centro d’Identificazione ed Espulsione di Roma-Ponte Galeria

Dopo le mobilitazioni dell’autunno per casa e reddito, la Roma Meticcia è tornata in piazza il 18 dicembre. Un corteo numeroso e determinato ha attraversato le strade della capitale nella “giornata internazionale dei migranti” per chiedere una legge organica che garantisca il diritto d’asilo, la chiusura dei CIE, un’accoglienza dignitosa contro il business delle cooperative a partire dal diritto all’abitare e l’abrogazione di tutti i provvedimenti legislativi in materia di immigrazione che minano la libertà e il diritto di scelta delle persone a muoversi e risiedere dove meglio credono. La mobilità transnazionale dei migranti sfida infatti le politiche neoliberali di austerity e confinamento, ponendo il tema della costruzione di un nuovo modello sociale, di una diversa modalità di vita in comune, che forza gli angusti confini degli stati nazionali ed al tempo stesso le retoriche bipartisan dell’accoglienza e del multiculturalismo.

Mentre da piazza del Popolo qualche “forcone” rivendicava una “soluzione italiana” alla crisi, noi affermavamo con determinazione che “le lotte contro l’austerità non hanno frontiere”. Pochi giorni dopo in diversi nodi decisivi del sistema di governo dei flussi migratori esplodevano proteste auto-organizzate. A Mineo, nel CARA più grande d’Italia, i richiedenti asilo riprendevano la mobilitazione contro le condizioni di vita indegne e i tempi di attesa infiniti. A Lampedusa, i migranti intrappolati sull’isola e trattati come animali nel Centro di Prima Accoglienza chiedevano dignità e il trasferimento immediato. A Ponte Galeria, numerosi reclusi si cucivano la bocca e iniziavano uno sciopero della fame contro una detenzione ingiusta e illegittima e per la liberazione di tutti i migranti imprigionati nei Centri di Identificazione ed Espulsione.

Anche nel dibattito politico le questioni connesse con le migrazioni e con il carattere meticcio della nostra società sono all’ordine del giorno dall’inizio dell’autunno appena trascorso. Da una parte, la Lega Nord e le formazioni neofasciste continuano a usare il colore della pelle di un ministro per promuovere una campagna razzista e dare visibilità alle posizioni anti-immigrati. Dall’altra, dopo ogni nuova strage in mare o “scandalo” sulla gestione dei CIE, i partiti di governo si lanciano in false dichiarazioni d’intenti, senza avere in realtà intenzione di modificare le politiche di controllo dell’immigrazione, se non in senso peggiorativo o per operazioni di facciata. La questione del reato di clandestinità e l’emendamento ipocrita appena approvato al Senato sulla materia ne sono l’ultima dimostrazione.

In questo contesto, crediamo necessario mobilitarci per rivendicare dal basso una radicale trasformazione delle leggi che governano la vita di migliaia di cittadini migranti. In continuità con le proteste degli ultimi mesi dentro e fuori i CIE, chiediamo l’immediata chiusura di questi lager, dove migliaia di persone vengono detenute senza aver commesso alcun reato, dove i diritti fondamentali vengono calpestati quotidianamente. I CIE costituiscono uno degli ingranaggi del sistema di governo dei flussi migratori, che rende la popolazione migrante illegale e ricattabile, ai fini dello sfruttamento nel/del lavoro e nella/della vita e della collocazione in un ruolo subalterno nella società. I CIE hanno un costo umano e un costo economico – di soldi pubblici – che non abbiamo più intenzione di pagare.

Al momento, oltre la metà dei CIE italiani sono stati chiusi grazie alle rivolte e alle proteste che li hanno interessati. È arrivato il momento di chiudere anche Ponte Galeria! Proprio oggi i cittadini migranti detenuti in quel luogo si sono cuciti nuovamente la bocca, ricominciando lo sciopero della fame: perché le promesse fatte dai rappresentanti delle istituzioni dopo la protesta di dicembre non sono state mantenute, perché i CIE non si possono riformare ma vanno chiusi per sempre. Vogliamo sostenere questa mobilitazione, aprendo una campagna condivisa e includente per mettere fine all’orrore di Ponte Galeria. Vogliamo farlo con i migranti auto-organizzati delle occupazioni, i movimenti per il diritto all’abitare, le reti e le associazioni anti-razziste, le comunità straniere e tutti coloro che credono che non debba esserci alcuno spazio per i CIE e per le leggi discriminatorie.

Vogliamo avviare questa campagna nel mese di febbraio, anche verso un 1 marzo di mobilitazione meticcia che non lasceremo alle passerelle dei politici, recuperandone il significato originario della partecipazione e della pratica dei diritti messa in atto dai migranti.

Invitiamo tutti e tutte a partecipare a un’assemblea pubblica mercoledì 5 febbraio alle ore 17.00 al Nuovo Cinema Palazzo, per discutere insieme della campagna che ci porterà il 15 febbraio in corteo a Ponte Galeria per dire “mai più CIE” e “diritti e accoglienza x tutti”.

Reti antirazziste
Movimenti per il diritto all’abitare

#NOcie #FacciamoliUscire #RomaMeticcia

Mercoledì 5 febbraio h. 17:00
Assemblea pubblica
Nuovo Cinema Palazzo

Sabato 15 febbraio h.15:00
CORTEO AL CENTRO D’IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE DI ROMA
#MAIPIUCIE chiudiamo Ponte Galeria

23 Gen, 2014

Cannabis: legalizzare per togliere reddito alla criminalità

Insieme al collega Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) ho firmato con grande convinzione e piena sintonia la mozione Agostini che prevede la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo e non solo medico. Un passaggio necessario con cui si evidenzia il ritardo in cui versa il nostro Paese anche su questo tema, come su tutti i più importanti diritti civili che vanno dal divorzio breve, allo ‘ius soli’ al riconoscimento delle unioni civili, alle coppie di fatto.

Nello specifico crediamo sia da “fumati” ignorare che la legalizzazione della cannabis rappresenti il primo passo per togliere alla criminalità organizzata una delle più proficue fonti di reddito e allo stesso tempo permette di diminuire sensibilmente il numero di uomini e donne all’interno del sistema carcerario. Come consiglieri di maggioranza non possiamo che amplificare l’appoggio alla mozione e chiedere al Presidente Zingaretti di lavorare per rendere la Regione Lazio un laboratorio innovativo della legalizzazione della cannabis.

22 Gen, 2014

Sportello Codice Rosa Ostia

Mercoledì 6 febbraio, ore 10.30
P.O. G. B. Grassi – Sala Sinibaldi (1° piano)
Via Passeroni, 28 – Ostia Lido

Dal 6 febbraio 2014, giorno dell’inaugurazione, all’ospedale G.B. Grassi diviene attivo nel Pronto Soccorso, il Codice Rosa, uno sportello riservato alle donne che hanno subito violenza
E’ un progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità, realizzato dall’Associazione Differenza Donna, in collaborazione con il personale socio-sanitario dell’ospedale G.B.Grassi

Programma

“ Giulia ha picchiato Filippo”
I centri antiviolenza in un filmato di Francesca Archibugi

Intervengono
per la Presidenza del Consiglio
Antonella Graziadei, del Dipartimento Pari Opportunità
per la ASL-RMD
Vincenzo Panella, Direttore Generale
Patrizia Musacchio, direttore UOCI Salute della Donna e del Bambino
per l’Ospedale G.B.Grassi
Paola Masala, direzione sanitaria
Maria Rosaria Forte, dipartimento di emergenza
per l’Associazione Differenza Donna
Lina Losacco, ideatrice Codice Rosa
Sabrina Frasca, referente sportello Grassi-Codice Rosa

22 Gen, 2014

Mutilazioni genitali femminili: un nuovo approccio culturale e clinico-assistenziale

Mercoledì 6 febbraio, ore  9.30
Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri
Via Santa Maria in Via, 37 B – Roma

Il 6 febbraio in  tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale per l’abbandono delle mutilazioni dei genitali femminili: oltre 140 milioni  di donne e bambine nel mondo sono state sottoposte a questa pratica e circa 3 milioni sono i nuovi casi a rischio ogni anno.

La maggioranza di questi avvengono nei Paesi africani, seguiti da Medio Oriente e Paesi asiatici ma, in  numero crescente, si registrano casi anche in Europa, Australia, Stati Uniti e Canada, anche in relazione ai flussi migratori.

Il 26 novembre 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la prima Risoluzione di denuncia contro le MGF e l’Italia si è distinta nella campagna internazionale, conquistando un ruolo di interlocutore privilegiato con i Paesi africani, rispettando e supportando la loro piena ownership dell’iniziativa. Ha inoltre adottato la Legge n°7/2006 che è considerata un esempio a livello internazionale.

Il seminario  vuole essere un momento di riflessione sugli interventi per prevenire le MGF ed aiutare chi ne è vittima attraverso l’ascolto e l’accompagnamento con un nuovo approccio  psicologico e clinico-assistenziale.

Sarà presentato il volume “La speranza ferita”.

22 Gen, 2014

#2d2roma #wister

Sabato 8 febbraio, ore 9.00
Città dell’Altra Economia
Largo Dino Frisullo – Roma

Learning Meeting su Social Media a Roma

Immagini dal learning meeting di Padula

L’8 febbraio presso la Città dell’Altra Economia a Roma Wister e Stati Generali dell’Innovazione organizzano il secondo Learning Meeting Wister dopo quello di Padula. L’evento, che si svolge nell’intera giornata di sabato dalle ore 9 alle ore 17, è incentrato su tecnologie digitali e social network ed è rivolto a donne e uomini che intendono approfondire queste tematiche.

Dopo una panoramica sui social media e sui loro diversi aspetti (compreso quello giuridico), , le nove relatrici Wister approfondiranno diverse tematiche: quelle legate al turismo, alla Pubblica Amministrazione, alla formazione attraverso la Rete. Saranno poi mostrate le modalità di presentare e presentarsi attraverso la Rete e come sfruttare al meglio i social media per trovare lavoro.

Per seguire l’evento su Twitter è possibile consultare l’hashtag #d2droma #wister. L’evento è gratuito ed è possibile partecipare previa registrazione e consegnando all’ingresso il biglietto stampato.

Questo il programma in dettaglio della giornata:

9.00 Registrazione partecipanti
10.00 Saluti Istituzionali
10.45 Apertura lavori: La condivisione dei saperi e il modello WISTER D2D

Presentazione WISTER, Flavia Marzano
Che cosa è il learning meeting: esperimento di Padula, Tiziana Medici
La collana WoW: presentazione eBook WISTER, Nicoletta Staccioli

11.15 Le occasioni online di formazione e crescita: il modello Web Learning, Rosa De Vivo
11.40 Social media, social network e work life balance, Emma Pietrafesa
12.00 Aspetti giuridici della Pubblica Amministrazione 2.0, Fernanda Faini
12.20 Social Network e Politica: il racconto di un’esperienza, Anna Paola Concia
12.40 Come utilizzare i social per  la promozione: il Turismo, Maria Cristina Terenzio
13.00 Dibattito

13.30 Pausa pranzo: light lunch libero

14.30 Come trovare lavoro nell’era 2.0: l’importanza della rete, Flavia Marzano
15.00 La comunicazione istituzionale 2.0: la PA e i Social Media, Angela Creta
15.30 Presentarsi e presentare al tempo dei Social Media, Sonia Montegiove
16.00 Le Wister nel cloud: formazione D2D con strumenti social e cloud, Alessandra Donnini
16.30 Dibattito
17.00 Chiusura lavori e presentazione prossime attività, Flavia Marzano

22 Gen, 2014

Con le donne spagnole: no alla proposta Gallardòn

Aderisco alla manifestazione del primo febbraio davanti all’ambasciata di Spagna e sottoscrivo l’appello Noi con le donne spagnole: NO alla proposta Gallardòn, che pubblico di seguito integralmente a cui stanno aderendo sempre più realtà.

Appello
Le donne italiane dicono NO al tentativo di limitare la libertà delle donne spagnole, il loro diritto all’autodeterminazione e la  scelta di una maternità consapevole.

L’ “antiproyecto de ley” del ministro della giustizia spagnolo Gallardón, presentato il 20 dicembre 2013 intende cancellare il diritto di scelta  all’interruzione volontaria di gravidanza  riconosciuto alle donne spagnole dalla legge del 2010 introdotta dal governo Zapatero.
Attualmente  in Spagna, in linea con la legislazione prevalente in materia nei paesi dell’Unione Europea, la legge stabilisce un tempo – le prime 14 settimane – entro cui è riconosciuto alla donna l’esercizio pieno del diritto di scelta; al contrario, la proposta Gallardón affida ogni decisione ai medici, al giudice, ai genitori . L’aborto inoltre è previsto solo nel caso di violenza sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, accertato da due esperti (fino alla 22ma settimana).

La proposta ignora  i risultati positivi del sistema in vigore (p.e. la riduzione di ben 6 mila casi di aborto nel 2012 rispetto all’anno precedente) e, proponendo di punire i medici trasgressori, finisce per incentivare l’aborto clandestino, i viaggi oltre confine, i guadagni ‘occulti’ di chi è’ abituato a ‘monetizzare’ le  paure altrui.

La proposta Gallardón è  un chiaro tentativo di  oppressione delle donne, di restaurazione del  patriarcato; un attacco alla libertà delle donne e al loro diritto di cittadinanza, la cui primaria manifestazione è l’autodeterminazione nel diritto alla salute e nelle scelte riproduttive.
Consapevoli della gravità dell’attacco, le donne e gli uomini europei che fanno riferimento alla Carta Europea dei diritti fondamentali, chiedono che la proposta Gallardón venga immediatamente ritirata, in quanto violazione  dei  diritti di tutte  le donne in Spagna e in Europa, un vero e proprio “golpe”  autoritario  e ideologico.

Le donne italiane, da sempre impegnate ad affermare la loro soggettività, e  il diritto alla gestione del proprio corpo,  a scegliere  liberamente la maternità  e a contrastare i ripetuti attacchi all’applicazione della legge  194/78, annunciano la loro  mobilitazione  insieme alle donne spagnole,  e a tutte/ tutti coloro che si impegneranno     affinché la proposta  Gallardón venga bloccata  prima di essere portata alla discussione delle Cortes, e affinché qualsiasi proposta  simile  sia condannata quale  grave  violazione della libertà  e dell’autodeterminazione delle donne.

Chiediamo inoltre agli eletti e alle elette al Parlamento Europeo una  forte ed incisiva presa di posizione che garantisca alle donne il diritto di decidere sul proprio corpo.
Un’Europa senza diritti delle donne, semplicemente non è.

Casa Internazionale delle Donne, UDI Unione Donne in Italia, Snoq Factory, Snoq Roma, Wilpf-Italia, Coordinamento Donne Cgil Roma e Lazio, Sciopero delle donne, Associazione Punto D, Assolei onlus, Associazione  Differenza Donna, GiULiA, Giornaliste Unite Libere Autonome, Luisa Betti – piattaforma web “Donne x Diritti”, Uil di Roma e Lazio – Coordinamento pari opportunità, Noi Donne, Zeroviolenzadonne Onlus, Laiga.

21 Gen, 2014

Violenza donne: una legge all’avanguardia che migliora la nostra Regione

La V Commissione Cultura in Consiglio regionale dopo un iter serrato e denso di confronto ha licenziato oggi il progetto di legge 33 contro la violenza sulle donne. Una proposta all’avanguardia che definisce le norme per la creazione di una rete regionale contro la violenza di genere, prevedendo interventi integrati per il contrasto e le prevenzione di ogni forma di violenza.

Questa proposta di legge è innovativa anche perché è il risultato del confronto e dell’ascolto messo in atto dall’intera Commissione di decine di associazioni di donne e dei centri antiviolenza.  Anche per questo ne è scaturita una proposta concreta, che ha saputo allo stesso tempo fare proprie le ottime leggi già esistenti nella nostra Regione sulla materia e amplificare le richieste e i suggerimenti elaborati dalle donne impegnate sul territorio della nostra Regione, fino a dar vita a un testo unico contro il femminicidio.

Quello che oggi abbiamo licenziato e che ora attende il parere della Commissione Bilancio prima di andare in aula è un testo che  fornisce  strumenti concreti per promuovere interventi  capaci di  diffondere  la cultura del rispetto e della libertà delle donne: la scuola e l’attenzione a una cultura del rispetto tra uomo e donna, la formazione degli operatori, l’introduzione di elementi innovativi quali le case della semiautonomia e i progetti sui sex-offenders sono alcune delle principali norme approvate.

Nel disegno di legge è prevista poi l’istituzione di una cabina di regia, presso la Presidenza della Giunta regionale – che avrà il compito di predisporre un piano regionale, promuovendo l’attivazione di una rete tra istituzioni e associazioni. Un passaggio importante per  coordinare gli interventi che riguarderanno la violenza contro le donne e il sostegno alle  vittime e ai loro figli.

Il Piano triennale di lavori previsto dalla Legge 33 avrà come obiettivi oltre l’individuazione degli interventi, la definizione di criteri per la sperimentazione di servizi  introducendo modelli gestionali innovativi  che tengano insieme politiche sociali, sociosanitarie e quelle culturali.

Infine, un importante strumento contenuto nella legge è l’istituzione dell’”Osservatorio sulle pari opportunità  e la violenza di genere” che si occuperà anche del monitoraggio dell’applicazione delle politiche di genere con particolare attenzione al mondo del lavoro valutando l’impatto dell’efficacia degli interventi regionali. Fondamentale – tengo a precisarlo – sarà proseguire nello sforzo e nell’impegno già dimostrato dalla Giunta Zingaretti e da questa maggioranza nel destinare risorse vere e adeguate a sostegno del contrasto alla violenza di genere.