Top

20 Mar, 2014

Il riformismo radicale del modello Lazio

A quasi tre anni dalla vittoria referendaria del 2011, la Regione Lazio, prima in Italia, ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico. Si tratta di un fatto straordinario perché si colloca in un contesto generale fortemente orientato nella direzione delle privatizzazioni e delle dismissioni di fondamentali servizi.
Leggi l’articolo

19 Mar, 2014

Sgomberi, serve un approccio diverso per risolvere l’emergenza abitativa

Di fronte all’ennesima operazione di sgombero nei confronti di alcune famiglie in due occupazioni a scopo abitativo e le operazioni di sequestro effettuate all’Angelo Mai non possiamo non ripetere, e non ci stancheremo di farlo, che non è in questo modo che si affronta un così delicato problema sociale.

Serve un approccio diverso, di certo non basato sull’uso della forza e sulla logica degli sgomberi.

La Regione Lazio, infatti, ha messo in moto, un percorso “virtuoso” e innovativo proprio per cercare di risolvere il grave dramma dell’emergenza abitativa. Da parte mia il massimo impegno per individuare una soluzione concreta per la tutela del diritto alla casa.
Nei confronti delle esperienze di autorecupero a fini abitative, realtà di grande valore sociale, è necessario rispetto e non un immotivato dispiegamento di forze dell’ordine.

Con i movimenti il rapporto deve assolutamente restare di collaborazione e dialogo perché solo tutti insieme, Istituzioni e forze sociali, potremo sanare questa piaga che coinvolge numerosi nuclei familiari del Lazio.

19 Mar, 2014

Acqua bene comune, la regione Lazio approva la legge che riscatta il referendum

Il 17 marzo la Regione Lazio ha approvato la legge sulla gestione pubblica e partecipata dell’acqua. Un testo all’avanguardia con il quale la nostra Regione ha recepito, prima in Italia, i risultati del referendum del 2011, facendo propria una legge d’iniziativa popolare frutto proprio di quel meraviglioso movimento che fece la primavera del nostro Paese ormai quasi tre anni fa.

Il percorso verso l’approvazione della nuova legge è cominciato praticamente subito, all’indomani dell’insediamento della nuova maggioranza guidata da Nicola Zingaretti. Era il 25 marzo 2013 e fummo proprio noi a far entrare dalla porta principale del Consiglio regionale movimenti e sindaci, carichi di scatoloni, per far loro consegnare al presidente dall’aula le 40 mila firme raccolte nel nostro territorio grazie anche al contributo di 40 sindaci del Lazio.

Quel giorno insieme a quelle scatole ci venne consegnata una grandissima responsabilità: quella di prenderci cura e di rispettare i risultati del referendum, noi sinistra di governo, mentre in Italia gli assetti nazionali usciti dalle urne già entravano in un vortice di caos, mentre era chiaro che la volontà di 27 milioni di italiani sarebbe caduta ancora una volta vittima delle strane alleanze e delle velenose alchimie.

Da quel 25 marzo la Regione Lazio aveva un anno di tempo per legiferare. ”Rispettate la volontà popolare – ci ammonirono giustamente i referendari – o meglio far naufragare la legge e andare a un nuovo referendum, stavolta locale”. Non è successa né l’una né l’altra cosa. Ce l’abbiamo fatta: abbiamo approvato la legge così com’era, anzi migliorandola, nelle parti in cui risultava incostituzionale.

Non è stato un percorso semplice, e neppure lo consideravamo scontato.

Ci abbiamo lavorato, con convinzione, fatica, passione, mettendo in pratica quel laboratorio politico e di cambiamento che è il Lazio, che vede accanto in un’alleanza solida il Pd e Sel e dentro la maggioranza pezzi di società civile e dei movimenti.

Il successo che abbiamo ottenuto sull’acqua è stato insomma il frutto di un approccio propositivo e partecipato alla politica, di una concertazione che ci ha visto insieme ai movimenti, ai sindaci, a pezzi di sindacato, il Consiglio e la Giunta regionale: noi a cedere sovranità di fronte a una domanda ampia vera e condivisibile che arrivava dal basso, loro ad accordarci fiducia, sia pure da vigili sentinelle del risultato finale.

Così oggi il Lazio si è dotato di una norma che parla dell’acqua come bene comune e diritto universale, da gestire senza fini di lucro, con la creazione di un fondo che ne permette la ri-pubblicizzazione, con il protagonismo dei territori e dei cittadini nella gestione partecipata delle risorse idriche. Il testo è passato in aula con un voto all’unanimità. Anche il Movimento Cinque Stelle stavolta non ha potuto urlare più forte, si è dovuto unire al nostro coro.

Ma la Regione Lazio il 17 marzo non ha solo approvato un’ottima legge, ha anche voluto mandare un segnale inequivocabile della sua volonta’ di sanare in maniera netta la frattura che c’è nel nostro Paese fra istituzioni e cittadini.

I referendari dicono che adesso auspicano che da noi parta una reazione a catena. Ancora una volta siamo d’accordo con loro.

Marta Bonafoni – consigliera regionale Lazio
dal sito di Sinistra Ecologia Libertà

17 Mar, 2014

Acqua. Legge risarcisce popolo referendum

La legge sulla ”Tutela, il governo e la gestione dell’acqua pubblica”, approvata oggi dal Consiglio regionale del Lazio deve riempirci di orgoglio.

Avendo recepito in tutto e per tutto la legge di iniziativa popolare presentata dai comitati referendari e da 21 sindaci del nostro territorio, la Regione Lazio ha cominciato a rimarginare quella ferita aperta ormai dal 2011 tra le istituzioni di questo Paese e i suoi cittadini, che prima in 27 milioni si sono espressi a favore dell’acqua bene comune e poi hanno vista ignorata e violata la loro volontà.

Riaffermando oggi il principio dell’acqua come bene comune, la sua gestione pubblica, il governo partecipativo del servizio idrico integrato, istituendo il fondo regionale per la ripubblicizzazione dell’acqua, la Regione Lazio si pone all’avanguardia tra le regioni d’Italia e diventa un esempio anche in Europa. “Si scrive acqua si legge democrazia”, era lo slogan dei comitati referendari. Oggi possiamo dire che la Regione Lazio ha superato a pieni voti la prova democratica.

15 Mar, 2014

“Io, ginecologa degli aborti obiettrice mio malgrado”

“Sola, abbandonata in quella trincea, tagliata fuori dalla carriera e costretta a fare aborti come in una catena di montaggio, senza più nessun contatto con le pazienti, emarginata dall’ospedale che ha sempre considerato il mio un lavoro degradante, ho fatto l’unica scelta possibile ma che avevo sempre respinto: mi sono dichiarata obiettrice”.
Leggi l’articolo

15 Mar, 2014

Sui Cie non si deve abbassare la guardia

È stata approvata un paio di settimane fa, dal consiglio comunale di Roma, la mozione che propone la chiusura del Centro di identificazione e di espulsione di Ponte Galeria. Si tratta di un’azione che riprende quella del Consiglio comunale di Torino che aveva approvato una mozione simile con la quale impegnava «il sindaco e la giunta comunale a chiedere ufficialmente al Governo di chiudere nel più breve tempo possibile il Cie di Corso Brunelleschi».
La stessa proposta è stata presentata da Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio, che auspica che la discussione avvenga il prima possibile.

Non si sa che esito avranno tali mozioni ma sicuramente rappresentano un altro tentativo, l’ennesimo, di far passare il messaggio che i Cie ormai hanno dimostrato la loro inefficienza. A dimostrazione di ciò, basta citare un dato, reso noto di recente dal Rapporto di Medici per i Diritti Umani: ovvero che appena il 47% delle persone trattenute nei Cie nel 2013 sono state rimpatriate. Ciò equivale allo 0,9% del totale delle persone straniere irregolari presenti in Italia.

Attualmente i trattenuti sono circa 450 a fronte di costi davvero ingenti. E a rendere tutto ciò ancora più grave è la condizione di precarietà in cui vivono le persone lì dentro. Il Cie è un carcere che non è un carcere, un orribile non luogo, immerso nel non tempo: una sorta di oscena e feroce matrioska, dove una gabbia contiene un’ altra gabbia al cui interno si trova una successione di gabbie, cancelli, serrature. Il risultato è uno solo: si tratta di «strutture sempre più inutili e afflittive».

Da una settimana, inoltre, è online la petizione promossa da change.org in cui vengono proposti quattro motivi per il superamento del sistema dei Cie. La chiusura di questi posti è, tutt’oggi, lontana e pare sia molto difficile che ci si possa arrivare con un atto normativo. Intanto, però, otto di essi sono già stati chiusi a causa delle precarie condizioni in cui versavano, e non tutti verranno riaperti.

È importante, quindi, che azioni come quella dei consigli comunali di Torino e di Roma continuino ad essere portate avanti, anche se la loro valenza rimarrà solo simbolica.
Lo stesso vale per le iniziative di concessione della cittadinanza a chi è nato e cresciuto in Italia portate avanti da molte amministrazioni comunali.

Si tratta di cittadinanza onoraria che ha un doppio significato: riconoscere che la cittadinanza non è solo una procedura burocratica in cui l unico criterio valido è quello della permanenza regolare ininterrotta dalla nascita alla richiesta; dimostrare che l attuale normativa che regola la materia, la 91 del 1992 è da riformare. Essa, infatti, esclude dal riconoscimento della cittadinanza numerose persone che in Italia sono nate e cresciute e che si sentono più vicine alla cultura italiana che a quella di origine.

Luigi Manconi, Valentina Brinis e Valentina Calderoni, l’Unità
13 marzo 2014

14 Mar, 2014

Teatro in carcere. L’integrazione non ha confini né muri

Giovedì 27 marzo, ore 15.00
Carcere Femminile di Rebibbia 
Roma

Giornata mondiale del teatro in carcere promossa dall’Unesco
Punto D a Rebibbia femminile
L’integrazione non ha confini né muri

“In occasione della Giornata mondiale del teatro in carcere,promossa dall’Unesco e dall’Amministrazione Penitenziaria, l’associazione Punto D promuove un’iniziativa nell’istituto penitenziario di Rebibbia femminile. Il 27 marzo, a partire dalle 15, una serie di artiste si esibiranno all’interno del carcere alla presenza delle detenute. Coadiuvate dalle operatrici dell’associazione, le danzatrici di flamenco, le attrici e le cantanti, interagiranno con le donne di Rebibbia attraverso l’arte e lo spettacolo.

Una giornata do spettacolo, ma anche di incontro e di confronto, fortemente voluto dall’associazione, nell’ambito del processo di sensibilizzazione e reinserimento sociale delle categorie fragili, che Punto d sta portando avanti in diversi contesti del territorio. In quest’ottica abbiamo ritenuto necessario avviare anche presso il carcere femminile di Roma un percorso con le donne recluse, che sia in linea con quando l’associazione promuove “oltre la mura”. Questo perché pensiamo che l’integrazione non debba avere né confini, né muri”, è quanto afferma l’associazione punto D che si rivolge alle donne con uno sguardo attento al contrasto alla violenza di genere e degli stereotipi.

All’iniziativa parteciperanno:

Associazione Punto D
Universita’ Federico Secondo Di Napoli, Dipartimento Di Scienze Politiche, Facolta’ Di Scienze Del Servizio Sociale
Associazione Giuristi Democratici
Associazione Il Viandante
Asvi Managment School
Cooperativa Primo Sole
Associazione Romana Tassisti
Istituto Per La Prevenzione Del Disagio Minorile
Corriere Delle Migrazioni
Gruppo Musicale Le Mura
Gruppo Musicale Tre Che Vedono Il Re
Corpo Di Ballo Le Flamenchere

14 Mar, 2014

Sul sistema culturale e metropolitano regionale

Lunedì 24 marzo, ore 16.00
Teatro Argentina – Roma

C.Re.S.Co. – Coordinamento nazionale delle realtà della Scena Contemporanea nell’operatività della rete regionale del Lazio convoca l’incontro pubblico il 24 marzo h. 16.00 al Teatro Argentina a Roma, dopo un percorso di confronto partecipato, aperto alle strutture e alle soggettività artistiche e culturali della città, condotto in collaborazione con AGIS Lazio, Teatro Valle Occupato, Angelo Mai Altrove Occupato e con critici, artisti e operatori.

All’incontro, nato dall’urgenza di un confronto pubblico in cui porre collettivamente le tematiche relative alla costruzione di un vero sistema culturale metropolitano e regionale in grado di leggere la dinamicità del panorama artistico e costruire strumenti efficaci allo sviluppo della cultura del contemporaneo nel nostro territorio, aperto ad operatori / artisti / critici / spazi / compagnie, hanno dato conferma di partecipazione:

Lidia Ravera – Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio
Flavia Barca – Assessore alla Cultura, creatività e promozione artistica di Roma Capitale
Eugenio Patanè – Presidente Commissione Cultura, diritto allo studio, istruzione, pari opportunità, politiche giovanili, spettacolo, sport e turismo della Regione Lazio

Sono inoltre stati invitati:
Michela Di Biase – Presidente Commissione VI Cultura, Politiche Giovanili e Lavoro di Roma Capitale
Massimiliano Smeriglio – Assessore Formazione, Ricerca, Scuola, Università della Regione Lazio

L’incontro pubblico intende porre temi specifici e proposte concrete:
Temi: Legge regionale, Bandi, Finanziamenti specifici per la produzione, Circuitazione e diffusione.
• Specifici canali di finanziamento per la produzione
• Programmazione pluriennale
• Accessibilità e trasparenza dei Bandi
• Superamento delle incertezze sui tempi di erogazione dei contributi
• Creazione di residenze metropolitane, come risposta alle nuove soggettività artistiche e alla creazione, oltre le officine culturali sul territorio regionale
• Sostegno allo sviluppo di un tessuto regionale che preveda la creazione di residenze e una rete di teatri, comunali e privati, finalizzata a riequilibrare l’offerta culturale sul territorio regionale
• Sostegno alle realtà produttive della nostra regione anche fuori dal territorio regionale e nazionale: attraverso una piattaforma e un sostegno concreto alla mobilità degli artisti, la circuitazione e la promozione.

Temi: Spazi, Formazione, Piano Interassessorile.
• Mappatura degli spazi metropolitani e regionali riconvertibili in spazi culturali
• Destinazione di questi spazi alla produzione contemporanea
• Istituzione di una piattaforma regionale di formazione delle arti e mestieri dello spettacolo contemporaneo per tutto l’arco della vita come da normativa europea
• Sostegno a figure professionali attraverso il miglioramento dello statuto sociale e fiscale
• Sostegno alla multiattività e alla mobilità verso l’estero
• Sviluppo del modello operativo ed economico dell’impresa sociale

Partendo dai materiali raccolti dal percorso di interlocuzione avviato in questi mesi da C.Re.S.Co. Lazio, si è deciso di lanciare tre riunioni / tavoli di lavoro preparatori condivisi con artisti, compagnie, operatori, critici, spazi, in collaborazione con AGIS Lazio, Teatro Valle Occupato, Angelo Mai Altrove Occupato: Lunedì 24 febbraio al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi- Legge regionale e sistema culturale regionale; Lunedì 10 marzo all’Opificio Telecom – Sistema culturale metropolitano (produzione, festival, spazi); Lunedì 17 marzo all’Angelo Mai Altrove Occupato – Sintesi dei temi analizzati nei primi due incontri e costruzione dell’incontro del 24 marzo.

L’obiettivo di C.Re.S.Co. Lazio è collaborare con quelle iniziative che stanno offrendo riflessioni e prospettive di cambiamento per le politiche culturali cittadine e informare tutti gli interessati sulle tappe dei percorsi, al fine di poter intervenire attivamente con il proprio contributo. Questo approccio non vuole annullare le differenze di vedute, bensì creare maggior consapevolezza generale sul ruolo importante che molte esperienze stanno apportando ad una ‘piattaforma partecipata’ di cambiamento e costruire una visione condivisa e trasversale, malgrado la sordità e il ritardo imbarazzante delle istituzioni.
Si ringraziano il Teatro Eliseo, Fondazione Romaeuropa, Angelo Mai Altrove Occupato e Teatro di Roma per aver ospitato gli incontri.

C.Re.S.Co. è un organismo nazionale che raccoglie e rappresenta 128 tra professionisti, strutture e festival che utilizzano i nuovi linguaggi della scena: si è posto e si pone quale interlocutore propositivo presso le istituzioni nazionali (MiBACT) e le loro declinazioni territoriali deputate a legiferare in materia, facendosi portavoce di istanze collettive. www.progettoCReSCo.it

Teatro Argentina – Largo di Torre Argentina 52, Roma