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25 Nov, 2014

Bonafoni-Patane’, alleanza per formazione professionale delle vittime

Questa Giornata internazionale contro la violenza sulle donne vuole essere per la Regione Lazio una data caratterizzata da decisioni che vanno nella direzione della concretezza, prima e grande preoccupazione da quando Consiglio regionale e Giunta hanno intrapreso il complesso percorso per il contrasto alla violenza di genere. La legge approvata lo scorso marzo è stato il primo importante passaggio, che oggi con il finanziamento annunciato di quasi 4 milioni di euro segna un secondo importante risultato.

Parte integrante della strategia globale contro la violenza sulle donne è l’iniziativa messa in campo in collaborazione con l’Accademia L’Oreal e I Sargassi, e in stretta sinergia con i centri anti violenza di Solidea, per tracciare un percorso lavorativo praticabile alle donne che escono dalla violenza – proseguono i due consiglieri – Ne sono state scelte cinque che nel 2015 grazie alla disponibilità di un’importante realtà lavorativa e professionale come I Sargassi avranno la possibilità di formarsi- anche
attraverso l’autonomia economica e decisionale – per declinare al passato la loro esperienza di violenza subita. E l’iniziativa di oggi – che si è svolta nella splendida cornice dell’Accademia L’Oreal – che ha visto
presenti oltre il Presidente Zingaretti e l’Assessora Visini, importanti realtà imprenditoriali e sindacali, marca inconfutabilmente quale sarà la strada da percorrere tutti e tutte insieme per il superamento della violenza.

Un percorso fatto di leggi, provvedimenti, Osservatorio e sempre più centri e strutture sul territorio, unitamente ad iniziative come questa finalizzate all’autonomia e alla crescita professionale delle donne. Tutte azioni che puntiamo a moltiplicare per farne strumento di azione strategica della
Regione Lazio.

24 Nov, 2014

L’Osservatorio regionale è strumento fondamentale contro la violenza sulle donne

L’Osservatorio regionale – presentato oggi insieme all’assessora Ciminiello e al consigliere Lupi – rappresenta un importante strumento per il contrasto della violenza di genere, previsto e voluto nella Legge contro la violenza sulle donne della Regione Lazio.

L’Osservatorio ha un compito ambizioso e delicatissimo: offrire dati che rendano possibile comprendere il fenomeno e quindi efficace la risposta politica, monitorando allo stesso tempo le politiche regionali per – se occorre – correggerle e implementarle.

Il lavoro su un tema così sensibile e socialmente di grande impatto come la violenza di genere, non può che essere in progress, modulando gli interventi soprattutto per incidere sul capitolo “informazione e comunicazione”.

E su questo ambito il lavoro sarà di prioritaria urgenza per smontare stereotipi e costruire società davvero nel segno delle pari opportunità. L’ Osservatorio, strumento fortemente voluto dalla Giunta Zingaretti e dal consiglio regionale, sarà un moltiplicatore di anticorpi sociali contro le la violenza di genere.

22 Nov, 2014

Consiglio Regionale

Lunedì 22 dicembre, ore 12.00
Consiglio Regionale del Lazio
Via della Pisana, 1301

In Aula i sei provvedimenti legislativi relativi alla sessione di bilancio.

Si comincia lunedì 22 dicembre, alle ore 12, con l’esame della proposta di deliberazione consiliare n. 30 “Approvazione del conto consuntivo del Consiglio regionale del Lazio esercizio 2013” e l’esame della proposta di legge regionale n. 226 “Rendiconto generale della Regione Lazio per l’Esercizio Finanziario 2013”. A seguire, la relazione dell’assessore regionale al Bilancio, Alessandra Sartore, e la discussione generale. I lavori sono stati calendarizzati anche per martedì 23, lunedì 29 e martedì 30 dicembre.

Gli altri quattro provvedimenti all’ordine del giorno sono:
– la proposta di deliberazione consiliare n. 35 “Documento di Economia e Finanza Regionale 2015 Anni 2015-2017”;
– la proposta di legge regionale n. 230 “Legge di Stabilità regionale 2015”;
– la proposta di deliberazione consiliare n. 37 “Approvazione della proposta di bilancio armonizzato del Consiglio regionale del Lazio per l’esercizio finanziario 2015-2017 in applicazione del Decreto Legislativo del 23 giugno 2011, n. 118”;
– la proposta di legge regionale n. 229 “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2015-2017”.

ALLEGATI:

Ordine del giorno (PDF 69,99KB)

21 Nov, 2014

Infernetto: sulle periferie e l’accoglienza servono parole nuove

Respingo con fermezza e determinazione quanto accaduto all’Infernetto ad opera del movimento neofascista Forza Nuova, che ha apposto manichini impiccati contro dei ragazzi accolti in un centro di accoglienza per minori. Un gesto xenofobo – peraltro neppure originale visto che FN da anni crede di poter fare scalpore con iniziative simili – che, in un clima già molto ‘caldo’ all’interno delle nostre periferie, potrebbe alimentare tensioni sociali. Per questo, non possono essere tollerate speculazioni di alcun tipo, anche se solo da parte di un ristretto gruppo composto da qualcuno che soffre di mania di protagonismo.

Di certo si tratta di questioni da affrontare con molta delicatezza e attraverso il dialogo, e soprattutto con parole nuove: solo così potremo reagire in modo proficuo e efficace a provocazioni simili, inaccettabili in una città, che xenofoba non è, come Roma.

19 Nov, 2014

Femminicidio: nel Lazio un primato “negativo” che denunciamo quotidianamente

Il dato Eures che conferma Roma con 11 casi la città con il maggior numero di femminicidi nel 2013, non ci coglie impreparate.

E’ il triste primato con il quale ci confrontiamo quotidianamente come donne e come rappresentanti delle istituzione.

E la legge contro la Violenza di genere in vigore già da alcuni mesi nella Regione Lazio, fortemente voluta e costruita con le realtà delle donne e dell’associazionismo, rappresenta la risposta non omnicomprensiva ma sicuramente necessaria a questo dramma sociale che vede le donne come “vittime predestinate”.

Credo che il nostro sforzo debba essere intensificato in modo da coinvolgere settori sempre maggiori della società civile nel contrasto alla violenza di genere, attraverso l’educazione dei giovani, l’inclusione, il rifiuto della prevaricazione.

Obiettivi questi, che caratterizzano l’azione della Giunta Zingaretti impegnata fin dal suo insediamento a far sì che la lotta alla violenza sulle donne non sia derubricato a obiettivo non prioritario.

19 Nov, 2014

Violenza sulle donne: una vittima ogni due giorni

Il 2013 è stato un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono donne.Aumentano quelli in ambito familiare, +16,2%, passando da 105 a 122, così come pure nei contesti di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, da 14 a 22. Rientrano nel computo anche le donne uccise dalla criminalità, 28 lo scorso anno: in particolare si tratta di omicidi a seguito di rapina, dei quali sono vittima soprattutto donne anziane.

Anche nel 2013, in 7 casi su 10 (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare o affettivo, in linea con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). Con questi numeri, il 2013 ha la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% dei morti ammazzati (179 sui 502), “consolidando – sottolinea il dossier – un processo di femminilizzazione nella vittimologia dell’omicidio particolarmente accelerato negli ultimi 25 anni, considerando che le donne rappresentavano nel 1990 appena l’11,1% delle vittime totali”.

Per 10 anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuto al Nord, dal 2013 c’è invece stata un’inversione di tendenza sotto il profilo territoriale, divenendo il Sud l’area a più alto rischio con 75 vittime ed una crescita del 27,1% sull’anno precedente, anche a causa del decremento registrato nelle regioni del Nord (-21% e 60 vittime). Lo indica il rapporto Eures sul femminicidio in Italia, dal quale risulta anche un raddoppio delle vittime al Centro Italia, dalle 22 nel 2012 a 44.

Il Lazio e la Campania con 20 donne uccise presentano nel 2013 il più alto numero di femminicidi tra le regioni italiane, seguite da Lombardia (19) e Puglia (15). Ma è l’Umbria – come riporta il dossier – a registrare l’indice più alto (12,9 femminicidi per milione di donne residenti). Nella graduatoria provinciale ai primi posti Roma (con 11 femminicidi nel 2013), Torino (9 vittime) e Bari (8). Il femminicidio nelle regioni del Nord si configura essenzialmente come fenomeno familiare, con 46 vittime su 60, pari al 76,7% del totale; mentre sono il 68,2% dei casi al Centro e il 61,3% al Sud (con 46 donne uccise in famiglia sulle 75 vittime censite nell’area). Qui al contrario è più alta l’incidenza delle donne uccise all’interno di rapporti di lavoro o di vicinato (14,7% a fronte del 5% al Nord) e dalla criminalità (18,7% contro l’11,4% del Centro e l’11,7% del Nord).

Ottantuno donne, il 66,4% delle vittime dei femminicidi in ambito familiare, hanno trovato la morte per mano del coniuge, del partner o dell’ex partner; la maggior parte per mano del marito o convivente (55, pari al 45,1%), cui seguono gli ex coniugi/ex partner (18 vittime, pari al 14,8%) ed i partner non conviventi (8 vittime, pari al 6,6%).

I dati relativi al 2013 – come rileva la ricerca Eures sui femminicidi in Italia – sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli complessivamente censiti a partire dall’anno 2000. Lo scorso anno si è avuto, “anche per effetto del perdurare della crisi”, un forte aumento dei matricidi, spesso compiuti per ragioni di denaro o per una esasperazione dei rapporti derivanti da convivenze imposte dalla necessità: sono infatti 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari, a fronte del 15,2% rilevato nel 2012 e del 12,7% censito nell’intero periodo 2000-2013 (215 matricidi). Ad uccidere sono nel 91,7% dei casi i figli maschi e nell’8,3% le figlie femmine.

Il 2013 rileva una significativa crescita dell’età media delle vittime di femminicidio, passata da 50 anni nel 2012 a 53,4 (da 46,5 a 51,5 anni nei soli femminicidi familiari).
Diminuiscono le vittime con meno di 35 anni (da 48 a 37), e aumentano quelle nelle fasce 45-54 anni (+72,2% passando da 18 a 31) e 55-64 anni (+73,3%, da 15 a 26) e, in quella 35-44 anni (+26,1%, passando da 23 a 29 vittime) e tra le over 64 (da 51 a 56, pari a +9,8%).

A “mani nude”, per le percosse, strangolamento o soffocamento: così nel 2013 è morta ammazzata una donna su tre. A rilevarlo è il rapporto Eures che mette in relazione tale modalità di esecuzione ad un “più alto grado di violenza e rancore”.

Se le armi da fuoco si confermano come strumento principale nei casi di femminicidio (45,1% dei casi, seguite, con il 25,1%, dalle armi da taglio), la gerarchia degli strumenti si va modificando: le “mani nude” sono il mezzo più ricorrente, 51 vittime, pari al 28,5% dei casi; in particolare le percosse hanno riguardato il 5,6% dei casi, lo strangolamento il 10,6% e il soffocamento per il 12,3%. Di poco inferiore la percentuale dei femminicidi con armi da fuoco (49, pari al 27,4% del totale) e con armi da taglio (45 vittime, pari al 25,1%).

Collegato alla modalità di esecuzione è il movente. Quello ‘passionale o del possesso’ continua ad essere il più frequente (504 casi tra il 2000 e il 2013, il 31,7% del totale): “Generalmente – dice il dossier – è la reazione dell’uomo alla decisione della donna di interrompere/chiudere un legame, più o meno formalizzato, o comunque di non volerlo ricostruire”. Il secondo gruppo riguarda la sfera del “conflitto quotidiano”, della litigiosità anche banale, della gestione della casa, ed è alla base del 20,8% dei femminicidi familiari censiti (331 in valori assoluti). A questi possono essere aggiunti gli omicidi scaturiti da questioni di interesse o denaro, 19 nel 2013, il 16%, e si tratta prevalentemente di matricidi.

“COLPEVOLI DI DECIDERE” – Oltre 330 donne sono state uccise, dal 2000 a oggi, per aver lasciato il proprio compagno. Quasi la metà nei primi 90 giorni dalla separazione. Il rapporto Eures, diffuso oggi, li definisce i ‘femminicidi del possesso’, e conseguono generalmente alla decisione della vittima di uscire da una relazione di coppia; a tale dinamica sono da attribuire con certezza almeno 213 femminicidi tra le coppie separate, e 121 casi in quelle ancora unite dove la separazione si manifesta come intenzione.
Il 45,9% avvengono nei primi tre mesi dalla rottura (il 21,6% nel primo mese e il 24,3% tra il primo e il terzo mese). Ma il “tarlo dell’abbandono”, segnala il dossier, ha una forte capacità di persistenza e di riattivazione nei casi di un nuovo partner della ex, della separazione legale, o dell’affidamento dei figli. Tanto che il 3,2% dei femminicidi nelle coppie separate avviene dopo 5 anni dalla separazione.
Il femminicidio è spesso un’escalation di violenze e/o vessazioni di carattere fisico. I dati disponibili indicano un’elevata frequenza di maltrattamenti pregressi a danno delle vittime, censiti nel 33,3% dei femminicidi di coppia nel 2013 (27 in valori assoluti) e nel 22,5% tra il 2000-2013 (193 in valori assoluti). Eures sottolinea “l’inefficacia/inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne vittime di violenza all’interno della coppia, visto che nel 2013 ben il 51,9% delle future vittime di omicidio (17 in valori assoluti) aveva segnalato/denunciato alle Istituzioni le violenze subite”.

18 Nov, 2014

Conferenza Stampa al CIE di Ponte Galeria

Venerdì 19 dicembre, ore 14.00
Ponte Galeria

Conferenza stampa davanti all’ingresso del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria sulla via Portuense (all’altezza del Km 10), a margine del sopralluogo all’interno della struttura.

Sarà l’occasione per rendere conto delle condizioni delle condizioni dei migranti reclusi all’interno del centro e per illustrare alla stampa l’interrogazione urgente presentata ieri al Presidente Nicola Zingaretti per sollecitare una verifica presso il Ministero degli Interno delle procedure di assegnazione degli appalti relativi alla gestione dei Centri di accoglienza per migranti nel Lazio e per avviare una mappature con esatta ubicazione di tutte le strutture.

18 Nov, 2014

La nomina di Antonio Rosati ha il buon sapore dell’innovazione

Ad Antonio Rosati, uomo d’innovazione e studioso instancabile, i miei più sinceri auguri di buon lavoro per la nomina ricevuta oggi come amministratore unico di Arsial.

Sono certa che Rosati, nel solco di quanto già fatto fin qui come commissario dell’Agenzia, saprà contribuire in modo determinante al rilancio dell’agenzia regionale, avendo particolare riguardo nel promuovere progetti di sviluppo ed integrazione sociale legati alla Terra, per una nuova idea di territorio e di economia ecologicamente e socialmente sostenibile”.