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La vicenda dello sfratto Casa delle donne Lucha y Siesta è sbagliata fin dall’inizio: sbagliata, in primo luogo, perché non si può chiudere un presidio sociale così importante, equiparandolo a qualunque altra realtà; sbagliata, in secondo luogo, per l’atteggiamento che il Comune di Roma ha assunto fin da principio nei confronti dell’intera vicenda, dapprima sbandierando trasparenza e poi, invece, secretando il piano di rientro dell’Atac, azienda municipalizzata del Comune di Roma, da cui dipendono le sorti di Lucha y Siesta. Un documento di cui non si conoscono i contenuti ma dal quale è possibile sapere se l’immobile rientra tra quelli da mettere in vendita per risanare i conti e il dissesto di Atac. Più che trasparenza, ci sembra latitanza.

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