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Oggi è stato un bel giorno perché abbiamo approvato in commissione la proposta di legge regionale per la parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno alle competenze e all’occupazione femminile. Ora è pronta per il rush finale in Consiglio Regionale dove mi auguro sarà approvata all’unanimità.

La legge, prima firmataria Eleonora Mattia, è il frutto di un percorso partecipato e urgente. E capita, peraltro, all’indomani dell’uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, dove il tema dell’autonomia economica delle donne è un caposaldo anche della lotta contro la violenza. Noi ribadiamo oggi chiaramente da che parte stiamo.

Era fondamentale dirci che c’è un problema retributivo che riguarda le donne e provare con tempismo a proporre soluzioni che rimuovessero gli ostacoli per una piena affermazione professionale ed esistenziale. Il quadro che ogni giorno ci viene restituito dalle testate giornalistiche, dalle statistiche e dalle voci delle donne, parla di un Paese ancora alle prese con la pandemia e le nuove varianti, e con una crisi sociale ed economica in crescita che colpisce di più proprio quella parte del mondo del lavoro che era già fragile ben prima del Covid: il lavoro (e il non lavoro) delle donne. Ci aspettano come mai prima un lavoro e un impegno quotidiani, per arrivare ad una vera uguaglianza. Dalla parità retributiva alla cultura, dall’istruzione all’accesso al lavoro, dalla conciliazione del tempo del lavoro con quello di vita, dalla condivisione dei compiti di cura tra donne e uomini, dagli incentivi all’occupazione femminile all’autonomia economica delle donne che hanno subito violenza: questa legge avanzata vuole essere un contributo alla costruzione di un nuovo modo di con-vivere, uomini e donne insieme, pilastro di un nuovo modello di società.

Vogliamo sconfiggere la pandemia e vogliamo mettere le donne al centro della ripresa della Regione e del Paese. Nei 22 articoli di questa legge – a cui abbiamo lavorato sodo donne della società civile, del consiglio e della giunta – ci sono alcune importanti risposte per le cittadine del Lazio. Risposte che costruiscono un avanzamento sui diritti economici, sociali e civili delle donne della regione e quindi, in definitiva di tutta la società non solo per una questione di giustizia sociale ma anche per una nuova idea di sviluppo.

Voglio ricordare che per le donne non è mai davvero scattato il celeberrimo ascensore sociale, ma lo abbiamo conquistato centimetro per centimetro con le battaglie delle donne che hanno combattuto prima di noi e a cui oggi restituiamo con riconoscenza questo provvedimento. Siamo noi stesse che ci prendiamo per mano in questa legge: imprenditrici, nuove operaie, precarie, detenute, vittime di tratta, tutte. Perché è proprio l’avanzamento di tutte che comporta l’avanzamento della società intera.

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