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È un provvedimento sbagliato quello approvato oggi in Consiglio regionale, che rinnova la Consulta femminile per le Pari Opportunità, permettendo – praticamente unico caso in Italia – la presenza di uomini al suo interno, con un testo tutto declinato al maschile.

È ovviamente fondamentale il contributo degli uomini nella lotta per la parità di genere, ma è quantomeno singolare che esso debba avvenire all’interno di un organo istituzionale creato per capire, attraverso l’ascolto di esperte e delle tante associazioni femminili impegnate quotidianamente nelle comunità e nei territori, su quali criticità concentrare le politiche di genere della nostra Regione.

Gli emendamenti presentati per declinare al femminile il testo della legge sono stati rigettati nel corso della discussione in aula, proprio perché la destra al governo della Regione ha preso una decisione ben precisa. Un errore non lessicale, ma squisitamente politico.

Ciliegina sulla torta del provvedimento approvato questa mattina, infine, è la scelta di finanziare l’istituzione della Consulta sottraendo fondi alle leggi regionali sulla violenza di genere, sulla parità salariale, sulla parità di accesso alle carriere STEM.

Una legge profondamente sbagliata, dunque, nel metodo e nel merito, che fa compiere alla nostra Regione inquietanti e pericolosi passi indietro

Tagged : Consulta pari opportunità lazio Pari Opportunità Regione Lazio

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