Anniversario del bombardamento di San Lorenzo

Anniversario del bombardamento di San Lorenzo

Anche 75 anni fa era una bellissima giornata di sole. Calda, appena poco meno afosa di quella di oggi.
A Roma la vita scorreva più o meno come ogni giorno, c’era la guerra ma pareva lontana.

Alle 11 e 3 minuti di quel 19 luglio 1943 invece la guerra cascò anche sulla testa della nostra città, con la prima bomba su San Lorenzo. A quella ne seguirono altre 4000, sganciate da 500 bombardieri.

Dovevano essere bombe “di precisione” dirette a obiettivi militari. Non va mai così e non andò così nemmeno quella volta: una volta depositata la polvere insieme alle macerie spuntarono almeno 1500 morti e 4000 feriti.

Le bombe colpirono la “vita” di quel quartiere popolare che era San Lorenzo: operai, artigiani, facchini, ferrovieri, gli scultori, i marmisti, tante donne, gli avventori delle osterie come quelli della sala giochi dove si giocava a zecchinetta.
In gran parte erano “immigrati”, dall’Abruzzo le Marche l’Umbria la Romagna, accolti e subito integrati e protagonisti del tessuto economico e sociale di quel pezzo di Roma.
Capaci di reagire insieme dopo le bombe, dentro la Resistenza romana.

Oggi – durante le celebrazioni del 75simo anniversario del bombardamento di San Lorenzo – ho detto semplicemente questo: che le istituzioni tutte, e i cittadini tutti, oggi devono farsi carico di quella memoria rendendola viva e operosa nel tempo feroce che viviamo.

Dicendo no al razzismo e sì all’accoglienza. Promuovendo un patto di convivenza, insieme antico e nuovo, fondato sulla nostra Costituzione.

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