E invece NO.

E invece NO.

Il referendum sul taglio dei parlamentari, prevede una riduzione dei seggi in entrambe le Camere, andando a modificare gli artt.56,57 e 59 della Costituzione. 

Si passerebbe così da 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 seggi al Senato, con un taglio complessivo di 345 parlamentari, pari al 36,5%. Tra questi, verrebbero  ridotti i parlamentari eletti all’estero (18 a 12). 

Con il taglio dei seggi, aumenta il numero di abitanti per parlamentare. Per ciascun deputat* si passa da 96.006 a 151.210 abitanti* e per ciascun senator* da 188.424 a  302.420 abitanti*. Di conseguenza, nel caso di approvazione, sarà necessario  ridefinire i collegi elettorali tramite una nuova legge che richiederà ulteriore tempo  per l’approvazione. 

Dunque la riforma costituzionale, in assenza di una contestuale riforma elettorale e dei partiti, è un salto al buio che compromette la rappresentanza parlamentare e il  ruolo stesso del Parlamento. 

I vari comitati del No e il documento dei 183 costituzionalisti e costituzionaliste hanno evidenziato in via generale i rischi della riforma che qui sintetizziamo: 

• La riforma svilisce il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentatività, senza offrire vantaggi apprezzabili né sul piano dell’efficienza delle istituzioni  democratiche né su quello del risparmio della spesa pubblica sia perché si  tratta di risparmi irrisori sia perché la democrazia ha un valore che non può  essere sacrificato per esigenze di risparmio 

• La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza dei territori con il rischio che alcune Regioni finirebbero con l’essere  sottorappresentate rispetto ad altre. Un Senato composto da 200 membri non può rappresentare tutte le identità politiche, sociali, culturali ed economiche se ogni eletto dovrà rappresentare circa 300 mila abitanti 

• La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto perché non introduce alcuna differenziazione tra le  due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui numero  costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo  perfetto. 

• La riforma confonde la qualità dei rappresentanti con il ruolo stesso dell’istituzione rappresentativa. Non c’è nessuna evidenza che diminuendo il  numero dei parlamentari se ne innalzi il livello qualitativo. L’unico effetto che  sicuramente produce è una penalizzazione delle minoranze e un  abbassamento del pluralismo politico. 

• La riforma non prevede che sia garantito un corretto ed essenziale lavoro delle Commissioni al Senato anche per dare l’opportunità alle minoranze di rappresentare le proprie ragioni. L’eventualità di accorpare fra loro le  Commissioni esistenti non garantisce che le minoranze possano influire  proficuamente sui processi decisionali del Parlamento 

• Con il taglio dei parlamentari la selezione delle candidature da parte delle dirigenze dei partiti o degli stessi leader (già oggi fortemente guidata non  sempre da criteri di competenza ma piuttosto da quelli di fedeltà) sarebbe  ancor più determinata da considerazioni non valoriali 

• Infine se non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, si verrebbe a creare uno squilibrio circa la rappresentatività delle Camere tale  da non permettere un’agevole formazione di una maggioranza stabile di  governo. 

A questi argomenti si aggiungono le perplessità sugli effetti negativi che si avrebbero sulla rappresentanza politica delle donne. 

• Mancanza di riforma elettorale e di una legge sulla democrazia interna dei partiti: in assenza di questi interventi – necessariamente correlati – si  accentua il potere dei capi partito e l’importanza dei finanziamenti delle  lobbies. Le donne sono ancora marginalizzate nei luoghi decisionali politici ed  economici, quindi avranno minori chance di essere elette. 

• Muta il rapporto con l’elettorato, e dunque con i territori: l’eliminazione di 230 deputati e 115 senatori muta il rapporto di rappresentanza e affievolisce il  legame con i territori, penalizzando ad esempio le esperienze delle donne  come amministratrici locali. I dati sul le competizioni elettorali mostrano minore visibilità delle donne nei media e nelle tribune politiche. Risulterà ancora più esigua le possibilità di accesso ai media (che è decisa dai capi  partito) e quindi di essere elette. 

• Leadership maschile nei partiti e nei movimenti. L’entrata in Parlamento è nominalmente aperta a tutti, ma di fatto risulta rigidamente controllata dai  partiti. Questo dato mostra di avere un effetto relativamente negativo sulle  

chances di carriera politica delle donne. La misura prevista nella legge elettorale volta all’incremento della rappresentanza femminile non ha  consentito il raggiungimento del 40% di donne elette. 

• Ruoli centrali negli organi parlamentari: i dati tendono a confinare la rappresentanza femminile in aree settoriali e a ricostruire situazioni di  marginalità all’interno del Parlamento: è significativo il fatto che le donne  siano assenti in dicasteri importanti quali quelli economici e che siano  prevalentemente presenti nelle commissioni parlamentari che trattano  questioni tradizionalmente considerate come di pertinenza delle donne. 

• Distorsioni sulla rappresentanza territoriale: minore rappresentanza delle regioni più piccole e dei partiti minori – se non vi è un mutamento profondo  nei partiti – concentrerà la scelta sui soli candidati uomini, come dimostrano i  principali report nazionali e internazionali. 

• Mancanza di una campagna informativa e uso di un linguaggio demagogico dell’antipolitica che offende la democrazia parlamentare. È molto grave che  la riforma costituzionale sia priva di un adeguato dibattito pubblico, anche  all’interno dei partiti, e comunque si fondi su un linguaggio proprio  dell’antipolitica. L’assunto di fondo della riforma si basa sul discredito del  ruolo dei parlamentari e dell’Istituzione, ma non si preoccupa affatto di migliorare il processo di formazione delle leggi. La gran parte dei movimenti  femministi che hanno promosso norme di garanzia sono mosse dalla  convinzione che la democrazia parlamentare e la democrazia paritaria siano  strettamente connesse. 

Per queste ragioni di fatto la riforma penalizzerà l’elezione delle donne perché meno rappresentanti significa competizione più dura e più  cooptazione e più difficoltà per le donne di essere elette 

Anche per questo come donne e come cittadine voteremo NO al referendum del 20 e 21 settembre!

Prime firmatarie

Antonella Anselmo, Fulvia Astolfi, Laura Onofri

Mia Caielli, Marina Calamo Specchia, Livia Turco, Anna Lorenzetti, Paola Bocci, Michela Marzano, Daniela Colombo, Marcella Corsi, Giovanna Badalassi, Francesca  Romana Guarnieri, Carla Marina Lendaro, Giulia Rodano, Stefania Cavagnoli, Giorgia Serughetti, Chiara Gribaudo, Giovanna Martelli, Lella Palladino, Maura  Cossutta, Norma De Piccoli, Anna Maria Buzzetti, Anna Lisa Maccari, Luisa  Morgantini, Daniela Poggio, Giancarla Codrignani, Cecilia Carmassi, Arianna Pitino, Paola d’Orsi , Paola Mereu, Marina Gennari, Antonella Sassone, Marta Bonafoni, Mila Spicola, Valentina Loiero, Orsa Pellion di Persano, Maria d’Erme, Irene Deval,  Raffaela Salmaso, Donata Bianchi, Francesca Ricardi, Annalisa Ricardi, Marina Cosi,  Michela Quagliano, Cinzia Ballesio, Manuela Ghinaglia, Nadia Mazzardis, Concetta  Contini, Simonetta Luciani, Paola Alessandri, Ilaria Boiano, Silvana Appiano, Mirella  Ferlazzo, Anna Ruocco, Fernanda Penasso, Beatrice Pizzini, Giusi Fasano, Camilla  Gaiaschi, Paola Guazzo, Daniela Aragno, Stefania Graziani, Eleonora Data, Rosanna  Paradiso, Maria Luisa Dall’Armi, Micaela Cappellini, Manuela Manera, Marina  Ponzetto, Roberta Giangrande, Anna Santarello, Maria Luisa Dodero, Claudia  Apostolo, Donatella Caione, Paola Berzano, Sonia Martino, Enrica Guglielmotti, Sofia  Massia, Stefanella Campana, Enrica Baricco, Maria Elvira Renzetti, Mariangela  Marengo, Vilma Nicolini, Luisella Zanin, Carmen Belloni, Giuliana Brega, Patrizia de  Michelis, Maria Letizia Spasari, Patrizia Soldini, Gabriella Anselmi, Susanna Panzieri,  Anna Sburlati, Sandra Basaglia, Paola Ferrero, Giovanna Giordano, Rosanna  Rabezzana, Ferdinanda Vigliani, Maria Teresa Sorrentino, Antonella Sassone, Giulia  Fasciolo, Mariagrazia Rossilli, Anna Maria Gandolfi, Elisabetta Randazzo, Clara Orso, Maria Rosa Cassia, Francesca Paruzzo, Claudia Padovani, Laura Brean, Laura Annese, Enrica Pazè, Angelica Pons, Mirta Quagliaroli, Gabriella Pistone, Anna Maria  Passaggio, Roberta Li Calzi, Carla Rocca, Stefania Bonaldi, Simonetta D’Amico,  Giuliana Damato, Maria Luisa Nasturzo, Loredana Baro, Claudia Allasia, Gabriella  Anselmi, Maria Pia Tamburlini, Emma Cappa, Luciana D’Ambrosio Marri, Anita  D’Asaro, Silvia D’Alberti, Marina Macchiaiolo, Daniela De Paoli, Maria Grazia  Alemanno, Ilaria Gritti, Renata La Lovere, Giovanna Cuminatto, Salvina Rago,  Eleonora Artesio, Antonella Bernasconi, Maria Tibaldi, Gabriella Porta, Carla  Quaglino, Umberta Biasioli, Maddalena Vianello, Gabriella Tanturri, Elena Petrosino, Anna Maria Garbesi, Elisabetta Donini, Valeria Borgese, Silvia Galletti, Letizia Lanza,  Marella Reitani, Angela Schifino, Anna Lopes, Miresi Mattiuzzi Fissore, Margherita  Granero, Alessandra di Michele Bragadin, Francesca Pennecchini, Rita Sanna,  Fortunata Dini, Francesca Zoavo, Marinella De Luca, Marilena Blasucci, Chiara  Piermartiri, Vincenzina Dima, Laura Pasquali, Anna Manao, Giulia De Febe, Irene Gualdo, Silvia Giorgis, Francesca Guiducci, Paola Broccoli, Bianca Zeppetella, Laura
Veronesi, Cristina Caricola, Paola Pomioli, Monia Marchetti, Carmela Fortugno, Eleonora Camilli, Barbara Linardi, Grazia Naletto, Lucia Tundo, Giovanna Romualdi, Anna Chiarini, Daniela Mazzarella, Rosanna Ruscelli, Cristina Pecchioli, Renata Mannise, Rita Fiorani, Francesca Testoni, Stefania D’Errico, Betta Basile, Cinzia Monari, Alessia Ricci, Paola Zuccarini, Judith Pinnock, Carolina Pozzo, Antonella Litta, Carola Messina, Maria Teresa Manente, Clara Bondesani, Danila Panajina, Stefania Doglioli, Silvia Stilli, Fabrizia Miola, Carla Bertolotto, Valentina Lomuscio, Doriana
Righini, Maria Michela Sollazzo, Federica Zanetti, Marina Simonetti, Maria Cristina Guido, Franca Rossi, Francesca Rita Rombolà, Renata Rusca Zargar, Annamaria Vannoni, Idanna Matteotti, Mariapaola Curreli, Laura Pianta, Vanna Zamuner, Maria
Cristina Mentigazzi, Angela Suppo, Ernesta Fusetti, Anna Pelloso, Stefania Aphel Barzini, Carla Faralli, Elina Pellegrini, Marcela Murgia, Nicoletta De Franceschi, Maria Francesca Fantato, Marilena Bertini, Caterina Romeo, Paola Ferrero, Maria Chiara Tropea, Lucia Davico, Maria Tibaldi, Bianca Marengo, Luisa Tibaldi, Elena Panza, Carlotta Grisorio, Marilisa Riolfo, Enza Lombino, Emanuela De Vito, Patrizia Viviani,
Donatella Fanini, Eugenia Benigni, Roberta Carla Balbis, Marina Ugolini, Anna Rinaldi, Marina Formento, Cassandra Mocci, Sara Di Pietrantonio, Letizia Tedde, Anna Arcuri, Evelina Mure, Lisa Cellini, Iovino Ka, Antonella Trocino, Patrizia Presbitero, Gabriella Colosso, Caterina Ferro, Antonella Di Bartolo, Paola Parenti, Maria Paola Patuelli, Marinella Manicardi, Federica Santoro, Lea Contestabile, Paola
Balzi, Maria Luisa Frosio, Maddalena Colangelo, Donatella Becattini, Rosanna Favulli, Albertina Bollati, Milena Boccadoro, Elisa Ercoli, Patrizia Tuzzo, Carla Tonelli, Anna Maghi, Valentina Bruno, Nadia Boaretto, Giovanna Gili, Antonella Aureli, Margherita Giannilivigni, Maria Paola Fiorensoli, Licia Martella, Fara Maria Butera, Elisa Di Salvatore, Benedetta La Penna, Barbara Penzo, Maria Grazia Torchi, Daniella Ambrosino, Patricia Tough


Adesioni
Sergio Venga, Corrado Guarnieri, Stefano Orsini, Giuliano Lemme, Mario
Campogrande, Carlo Gubitosa, Vittorio Spinelli, Sergio Lai, Ferdinando Cabrini, David Favia. 


Per aderire scrivere a: einveceNO.alreferendum@gmail.com

 

 

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