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Per anni la vicenda di Stefano Cucchi è corsa su due binari paralleli, uno diretto alla verità – negli anni sempre più palese – ed uno verso la vergogna.

La sentenza della Corte d’Assise di oggi ci consegna un dato finalmente: incontrovertibile la storia era un’altra. Stefano è stato vittima dello Stato e solo la determinazione della famiglia e la forza inesauribile della sorella Ilaria ha restituito a lui e a tutti noi giustizia e dignità.

Per troppo tempo menzogne e depistaggi hanno ostacolato la verità, a danno dello stato di diritto. Sette processi, tre inchieste e due pronunce della Cassazione per accertare quel che era chiaro ma che per anni è stato volutamente nascosto: i 4 carabinieri lo pestarono in modo preterintenzionale, provocandone la morte.

Giustizia è fatta, anche se con un clamoroso ritardo delle istituzioni. Storie come questa non devono più accadere; oggi in molti dovranno chiedere scusa a quella famiglia. Ma come dice Ilaria, finalmente oggi dopo dieci anni Stefano può iniziare a riposare in pace.

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