Con Poli Civici nel Lazio al via welfare di comunità

Con Poli Civici nel Lazio al via welfare di comunità

Con l’approvazione della proposta a mia prima firma sui Poli civici integrati di mutualismo sociale la Regione Lazio compie un altro passo verso la co-progettazione di un welfare di comunità che connette innovazione culturale, necessità sociali e territorio in una gestione diretta da parte delle cittadine e dei cittadini.

L’emendamento, siglato anche dai consiglieri Gino De Paolis, Gianluca Quadrana e Alessandro Capriccioli, avvia una sperimentazione tra enti pubblici e Terzo Settore nell’ambito della programmazione sociale regionale andando a definire quanto già stabilito sui Poli civici dalla legge regionale 11/2016 e dal Piano sociale regionale del 2019.

Nei Poli civici le reti territoriali già impegnate nel mutualismo locale avranno la possibilità di attivare servizi e iniziative sociali e vivere le comunità in modo sempre più partecipato e orizzontale, in immobili pubblici in disuso o in beni confiscati alla criminalità organizzata, che potranno essere così restituiti e rigenerati. In particolare, in questi punti di snodo potranno trovare casa: sportelli sociali e di accompagnamento ai servizi socio-sanitari territoriali; interventi socio-alimentari di contrasto alla malnutrizione e alla povertà alimentare; programmi di mediazione ed integrazione interculturale; laboratori di progettazione partecipata territoriale.
E ancora: centri per l’educazione ambientale; officine per il riutilizzo e il riuso dei beni; officine municipali; attività di supporto dell’assistenza a soggetti fragili o non autosufficienti; iniziative per la programmazione e gestione partecipata di eventi culturali e spazi di educazione popolare.

Un vero e proprio welfare di comunità che ha l’obiettivo di innalzare la qualità della vita, pensato in spazi che favoriscono lo sviluppo della cittadinanza attiva in cui i diversi attori, istituzionali e non, potranno contribuire alle scelte che riguardano il proprio territorio, riaffermando quel principio di sussidiarietà orizzontale che rappresenta la colonna portante della programmazione sociale nei piccoli come nei grandi Comuni.

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