Disabilità Lazio, puntiamo a deistituzionalizzare vita persone
Penso che oggi nella società sia maturata la consapevolezza che se si parte dall’unità di misura delle persone con disabilità tutta la società può crescere davanti, però, a poltiche attive, generose e inclusive rispondenti all’articolo 3 della Costituzione.
Con la Fish si è consolidata, in questi anni, una relazione politica-istituzionale che ci porta ad affacciarci al 2025 con un obiettivo, fra gli altri: la Giunta della Regione Lazio ha appena presentato il Piano sociale regionale che è un po’ l’architrave delle politiche sociali della Regione, e lì punteremo innanzitutto a deistituzionalizzare la condizione delle persone con disabilità in tutti gli aspetti della loro vita, dalla casa, al lavoro, alla sanità, all’inclusione sociale, alle relazioni, con un focus in particolare sulla violenza di genere.
Troppo spesso non consideriamo che dentro la cifra insopportabile di donne che ancora vengono colpite e uccise dal proprio partner, o dall’ex, per il 36% dei casi si tratta di donne con disabilità o di minori che subiscono violenza assistita, anch’essi in condizioni di disabilità.
Bisogna modellare la società e i servizi e le politiche a partire da questi bisogni per poterfare politiche davvero generali e giuste.
Deistituzionalizzare, in particolare vuol dire che una persona con disabilità ha diritto come gli altri a scegliere ad esempio dove vivere, con chi vivere e cosa fare durante la giornata. Oggi noi tendiamo a dire che abbiamo deistituzionalizzato la presa in carico della vita delle persone con disabilità ma troppo spesso questo somiglia ad assistenzialismo o ancora a ipotesi abitative concentrazionarie per esempio. Questo è inaccettabile, ci siamo affacciati ormai da vent’anni e più nel nuovo millennio ed è tempo che le persone con disabilità possano godere della vita esattamente come gli altri. È difficile ma con un movimento che tiene insieme associazioni, professionisti e istituzioni penso sia arrivato il momento di farlo”.
