Marta Bonafoni

Le donne non fanno sistema

Linda Laura Sabbadini, La Stampa

Asia Argento denuncia pubblicamente la violenza subita da uno dei maggiori produttori di Hollywood, Harvey Weinstein, lo denuncia insieme a tante altre vittime. La valanga di accuse che si è abbattuta su Weinstein ha creato un vero terremoto.

Nel giro di pochi giorni il potere sessista di Weinstein si sgretola. Fuori dal club degli Oscar, fuori dal sindacato produttori, via la Legione d’Onore. Il produttore che considerava le donne sua preda deve fare le valigie e sparire. Non solo. I social vengono invasi da twitter virali in tutto il mondo, tantissime donne si scatenano e partendo dalla loro voglia di libertà e di normalità cominciano a raccontare le loro storie di ricatti sessuali sul lavoro, di violenze subite, da bambine, da adulte, da anziane. Da disoccupate, da operaie, da precarie, da dirigenti, da artiste e da libere professioniste.

Tante storie terribili, partendo da sé, dal proprio vissuto, che accomunano tutte. Non vogliono obbedire al maschio di turno che solo perché ha il potere si sente in dovere di esercitarlo per dominare e ricattare sessualmente una donna. Se vi fermate a leggere le testimonianze fanno impressione. Voi uomini, leggetele, e provate ad immaginare per un momento come vi sentireste, subendo le stesse violenze, l’umiliazione, la vergogna, la paura, l’angoscia…. Ma accanto alle donne che hanno reagito ci sono stati anche tanti uomini e questa è una cosa molto bella.

Uomini che hanno sensi di colpa? Può essere, ma non credo sia così per tutti. Mi oriento a credere che siano uomini che hanno capito e che sono cambiati, condividendo le loro vite con donne che libere tentano e vogliono esserlo. Purtroppo non credo che questi uomini siano la maggioranza. Ma penso che debbano scendere in campo con forza, sono alleati preziosi in una battaglia di civiltà. Ma torniamo ad Asia Argento. Oltre ai tantissimi messaggi positivi Asia è stata colpita non solo da attacchi maschili, molti dei quali ignobili e violenti, ma anche da attacchi femminili, le viene rinfacciato di non aver denunciato prima, di averne ricavato vantaggio, cosa che lei assolutamente nega.

Io pongo a tutti una domanda: il problema è come reagisce una donna alla violenza o il fatto che l’uomo si permette di farla? Per me è il fatto che l’uomo si permette di farla. Il problema è che una ragazza si mette la minigonna, oppure che l’uomo approfitta di lei? E’ giusto che la donna debba adeguarsi, perché l’uomo ha le sue esigenze sessuali? E le donne non ce l’hanno? Eppure non violentano gli uomini. E come facciamo a rinfacciare ad una donna che non ha denunciato prima? C’è chi non ne parla con nessuno per tutta la vita! Lo dicono i dati , specie sui ricatti sessuali sul lavoro. C’è chi ci riesce da sola e subito a reagire, ma anche chi ci mette 20 anni. Deve diventare una colpa? Come possiamo diventare noi giudici di questo? Nessuno può farlo.

Asia rimane molto colpita dalla reazione di una parte delle donne e decide di andare a Berlino, dichiarando che preferisce andare lì, perché nel nostro Paese le donne non sono sufficientemente unite. Ebbene, capisco l’amarezza. Ma penso anche che tutte le donne possano mettersi d’accordo su un punto: combattere unite contro i ricatti sessuali sul lavoro, combattere unite contro la violenza maschile sulle donne. Unite siamo una potenza. E lo siamo ancora di più se ci uniamo con gli uomini che credono che questa sia una battaglia vera di qualità della vita di tutti. Tutte le donne devono sapere che è più ciò che ci unisce che ciò che ci divide. Ci deve unire la battaglia per la nostra libertà. Lo so, sono un’inguaribile sognatrice ed ottimista. Ma prima o poi ci riusciremo.

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