Marta Bonafoni

Giornata internazionale contro l’omofobia, un impegno da rinnovare tutto l’anno

E’ importante e significativo sottolineare oggi che la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, istituita dall’Unione europea nel 2007, ricorda il 17 maggio 1990 giorno in cui l’omosessualità fu depennata dall’elenco delle malattie mentali pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Molte cose certo sono cambiate in questi venticinque anni, ma non abbastanza: per rendere efficace quello che oggi rimarcano tutti, lo sforzo delle istituzioni e della società civile deve essere ancora più incisivo e concreto per far si che la lotta al pregiudizio sessuale sia prioritaria ogni giorno.

Lo stop agli opuscoli dell’Unar sull’educazione alla diversità, la reazione al libro della Mazzucco nel liceo Giulio Cesare, le scritte sui muri della Chiesa Valsese a Roma, sono il segno di come l’omofobia sia una questione terribilmente urgente e diffusa anche nella classe dirigente del Paese.

Per combatterla servono innanzitutto leggi nazionali, che puntino lo sguardo sugli autori dei gesti omofobi, e ancor più leggi di promozione dei diritti di tutti. In attesa di questo la Giunta Zingaretti certo non sta a guardare: l’accesso ai servizi socio-sanitari anche per le coppie dello stesso sesso e un serio lavoro sulla cultura e nelle scuole sono i pilastri del piano lanciato e sostenuto dalla maggioranza di centro-sinistra alla guida della Regione.

A partire dai piu’ giovani la lotta e’ quella contro lo stigma, ovvero l’educazione e la formazione. In tal senso sono molti efficaci le azioni e le risorse messe in campo che hanno coinvolto studenti di 40 scuole di diversi ordini, in tutte le province del Lazio.

Credo sia nostro compito lavorare per squarciare l’ipocrisia anche delle istituzioni che non possono muoversi solo sull’onda dei fatti di cronaca ma devono combattere l’immobilismo ed intervenire prima . Quello che mi auguro e per il quale m’impegnerò al massimo, è una società in cui l’omosessualità non faccia più notizia, dove la libertà di scelta di orientamento sessuale come di quello religioso sia il caposaldo del vivere insieme. Non un’utopia ma un modello di civiltà avanzata, moderna, aperta e inclusivo dove le differenze sono ricchezze e non elementi di discriminazione.

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