Con la legge contro la violenza sulle donne dalla Regione Lazio una lezione di civiltà
Dibattito faticoso ma alla fine le posizione oltranziste sono rimaste isolate
Un percorso fortemente discusso, che ha visto le differenti posizioni confrontarsi anche aspramente in aula. Un iter anche faticoso che ha però permesso alla fine di approvare ieri sera la legge n.33 per il contrasto della violenza contro le donne. Un risultato importante, che da oggi segna un tracciato differente per tutte le donne e gli uomini della nostra Regione in tema di contrasto della violenza di genere e che recepisce le disposizioni della Convenzione di Istanbul.
Una legge che abbiamo costruito tappa dopo tappa a cominciare dal lavoro svolto nella V Commissione, che per cinque mesi a ritmi serrati ha costruito l’ossatura del testo poi diventata legge dopo la discussione in aula di questi giorni. Il testo approvato dal Consiglio è stato costruito su un ampio concetto di condivisione che ha tenuto dentro gli elementi, i suggerimenti e le richieste arrivate durante le audizioni dalle associazioni di donne e i gruppi che già sono presenti sul territorio.
Ma, non possiamo tacerlo, il livello e i contenuti del confronto d’aula sulla legge hanno anche reso evidente quanto il dibattito intorno alla violenza di genere non sia maturo neppure dentro le istituzioni e molto ci sia ancora da fare. A rincuorare solo il fatto che alla fine la posizione più oltranzista presente all’interno del centro-destra sia rimasta isolata al momento del voto.
La legge 33 ci permette ora di inserire una marcia nuova nel contrasto alla violenza sulle donne.
Lo fa attraverso un approccio culturale e globale, con una cabina di regia su cui poggia la programmazione trasversale delle politiche regionali, con un piano triennale capace di pianificare gli interventi sul territorio a partire dalla centralità dei centri e degli sportelli anti-violenza, con un osservatorio in grado di monitorare il fenomeno della violenza contro le donne. Una legge ricca di innovazioni: i progetti sugli uomini violenti, le borse di studio per i figli vittime di violenza assistita, gli interventi sulla comunicazione, la promozione a partire dalla scuola di una corretta relazione tra gli uomini e le donne, l’istituzione delle case per la semi-autonomia.
La legge infine sarà finanziata con fondi certi: un milione di euro l’anno andranno a costituire un apposito fondo sul contrasto alla violenza di genere, risorse a cui si aggiungeranno quelle derivanti da una innovativa progettazione dei Fondi Europei che guardi innanzitutto al raggiungimento della piena cittadinanza per tutte e tutti.