Donne. Contro caporalato, occorre lavorare sulla rete
“Occorre lavorare ancora di più, soprattutto facendo leva sulla collaborazione tra realtà differenti e differenti approcci, per concretizzare anche la nuova normativa che la Regione Lazio ha prodotto in questi anni sul tema del caporalato e dello sfruttamento in agricoltura”.
Con queste parole, la consigliera regionale Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti, ha commentato il momento pubblico di riflessione organizzato questa mattina presso la Sala Tevere della Regione Lazio. Dopo i saluti degli assessori Claudio Di Berardino ed Enrica Onorati, la mattinata si è aperta con gli interventi di Margherita Romanelli e Marco Omizzolo che hanno illustrato la ricerca WeWorld su “Lo sfruttamento lavorativo delle donne migranti nella filiera agro alimentare: il caso dell’Agro Pontino”.
Proprio il fenomeno evidenziato dalla ricerca mostra chiaramente come la situazione delle donne in aree come quella della provincia di Latina sia ancora fortemente connotata da forme di nuova schiavitù, sfruttamento e violenza, rese possibili dalla commistione di interessi economici con la cultura patriarcale caratteristica tanto dei luoghi di origine che dei nostri territori.
L’evento di questa mattina ha poi visto gli interventi di numerosi attori espressione sia del mondo del terzo settore (Fabio Ciconte di Terra e Carmela Morabito di Parsec) che di imprese e sindacati (Michele Azzola della CGIL di Roma e Lazio e Salvatore Stingo di Fedagripesca Confcooperative Lazio).
“La ricchezza degli interventi di questa mattina – conclude la consigliera Bonafoni – ha mostrato chiaramente come per poter vincere la cultura dello sfruttamento e inchiodare padroni e padrini che rendono le donne schiave, serva un’azione comune capace di coniugare ruoli e approcci differenti. In questi anni, la Regione Lazio è stata protagonista di una stagione di adeguamento della normativa per poter finalmente intervenire nei confronti di queste nuove situazioni di sfruttamento: il Consiglio ha approvato una specifica legge nel 2019 e il conseguente regolamento a fine 2020. Oggi gli strumenti ci sono, ma occorre un cambio di passo culturale. Occasioni di confronto come quella di oggi sono di certo un punto di partenza per alleanze e iniziative future comuni”.