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La poesia di una sala parrocchiale di un paese di provincia (piccola, accogliente, col presepe disegnato su una parete) che si riempie come mai prima per la proiezione di “Sulla mia pelle”. Gli occhi lucidi, la rabbia, lo sgomento, ma anche la consapevolezza forte che una verità adesso c’è. L’applauso in cui si sciolgono tutti quando sentono in collegamento telefonico la voce di Ilaria, che dice “grazie” (lei!) a tutti coloro che per nove anni non l’hanno mai lasciata sola.

Ieri sera a Vetralla (paese in provincia di Viterbo della cosiddetta Italia interna) ho visto con i miei occhi un altro pezzo di società farsi Stato. Per chiedere giustizia per #StefanoCucchi.

Tutte quelle persone oggi torneranno al lavoro come ogni giorno, anonime e silenziose. Ma è bene che ce lo appuntiamo che esistono: il nostro Paese non è solo odio e rancore, esiste una forza civile con la schiena dritta, partigiana di giustizia e umanità.

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