Solidarietà a Proietti, contro sessismo risposta collettiva
Fa bene Stefania Proietti a denunciare pubblicamente la valanga di insulti deprecabili – e tutti, senza eccezione, sessisti – che si è abbattuta su di lei in questi giorni. Fa bene a usare la sua voce, il suo ruolo e la sua visibilità per trasformare un attacco personale in una battaglia collettiva: quella contro il sessismo, il maschilismo, il patriarcato. Chiediamoci con onestà: se al suo posto ci fosse stato un uomo, la contrapposizione politica – anche dura – avrebbe assunto questi toni? Avrebbe generato questo linguaggio violento, volgare, marcio? No. E allora Stefania ha ragione: dietro quegli insulti c’è una cultura che ancora oggi, a ogni latitudine, resiste e infetta la nostra società. È la cultura della violenza contro le donne. Il sessismo che si esprime con parole d’odio è parente stretto della violenza che uccide. Cambia la forma, non la sostanza. Oggi in Umbria, a Terni, si celebrano i funerali di Ilaria Sula. Una giovane donna uccisa. Una tragedia che ci ricorda – ancora una volta – che non possiamo più tacere.Che serve una reazione forte, determinata, collettiva