Marta Bonafoni

“Il centrosinistra resti unito, non lasciamo il Lazio alla destra peggiore”

RomaToday – di Valerio Valeri

Intervista a Marta Bonafoni, fondatrice di Pop! e capogruppo della lista civica Zingaretti in Regione

Il tempo stringe, la campagna elettorale per le regionali sta per iniziare ma nel centrosinistra la (s)quadra ancora non è stata trovata: il Pd si è “stretto” intorno ad Alessio D’Amato con qualche naso storto, cedendo alle pressioni di Calenda e del Terzo Polo intero. Il M5S, già da prima, aveva strappato il “modello Lazio” mettendo in mezzo il termovalorizzatore di Roma. A sinistra l’Alleanza Verdi-Sinistra, Liberare Roma-Sinistra Civica Ecologista, i fassiniani del Coordinamento 2050 e Roma Futura, oltre a Demos, si adoperano con modalità e convinzioni differenti e a fasi alterne per salvare almeno la coalizione. C’è chi guarda molto più a Giuseppe Conte (Fassina&Co.), chi valuta anche una corsa solitaria ingolosito dai sondaggi (gli smerigliani), chi invece fa il costruttore. In questo caso la costruttrice, cioè Marta Bonafoni: consigliera regionale dal 2013, capogruppo della lista civica Zingaretti, fondatrice di “Pop!” e insieme a Giovanni Caudo promotrice di Roma Futura. RomaToday le ha chiesto di fare il punto della situazione sul tavolo del centrosinistra e quali siano le sue intenzioni nel futuro imminente.

Bonafoni, lei da mesi ha iniziato un “tour dei desideri” nel Lazio che, anche se non esplicitato, sembrava preannunciare una candidatura alle primarie. E adesso che, quasi sicuramente, non si faranno?

“Il punto centrale del tour non erano le primarie, anche se uno degli obiettivi era l’apertura ai gazebo, ma il coinvolgimento di un pezzo di elettorato che non vota più o se lo fa vota con sempre meno entusiasmo. Volevamo ricucire un mondo di sinistra disperso. Questo lavoro prosegue, lo rivendichiamo e vogliamo portarlo alle urne dove si esprimerà probabilmente tramite una lista civica dai forti valori progressisti ed ecologisti. Questa è una dote che prescinde dalle elezioni, ma che in questo momento diventa fondamentale in vista del 12 febbraio. L’appuntamento elettorale canalizza questa forza, a prescindere dallo schema primarie sì o no”. […]

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