Con Rete dei Numeri Pari per costruire Capitale dei diritti
Povertà, disuguaglianze, lavoro precario, una rete di accoglienza e di sostegno alle fragilità assente, politiche sociali e abitative fallimentari, slegate dall’immenso lavoro portato avanti in questi anni dalle realtà del mutualismo sociale, che, specie in pandemia, hanno supplito alle gravi carenze dell’amministrazione Raggi.
È una fotografia impietosa quella scattata stamattina sulla Roma Capitale delle disuguaglianze dalla Rete dei Numeri Pari nel corso della conferenza di restituzione finale di Mosaico Roma, un percorso prezioso portato avanti nell’ultimo anno da 104 realtà sociali e sindacali accomunate da quella lotta alle disuguaglianze che dovrà essere priorità per la futura amministrazione della città.
Un obiettivo che potrà essere realizzato solo se nel nuovo governo di Roma si porteranno coraggio, radicalità e capacità di ammettere gli errori del passato, a partire dai più gravi, come la delibera 140 sulle concessioni degli spazi comunali alle realtà sociali che ha incrinato il patto di fiducia con le istituzioni e che va assolutamente superata. Non basta consultare in modo discontinuo le reti civiche e di mutualismo che ogni giorno fanno sul campo quelle politiche sociali che l’amministrazione capitolina non è riuscita a istruire in questi cinque anni.
Serve un nuovo modello di governo orizzontale dei processi, che faccia perno sulla co-progettazione, che riconosca le forme di autogoverno delle reti sociali e lavori assieme ad esse, per ribaltare il paradigma di una città preda degli interessi privati e ricostruire quella Roma giusta, equa, Capitale dei diritti e dei desideri di tutte e tutti immaginata nel programma del candidato sindaco del centro-sinistra Roberto Gualtieri.