Basta terapie di conversione, basta indifferenza
Vietare pratiche che hanno come base fondante il presupposto che l’orientamento sessuale sia assimilabile a una patologia è il primo grande passo, indispensabile, per tutelare tutte le persone allo stesso modo, garantendo a tutte e a tutti gli stessi diritti, dando accesso alle stesse possibilità, eliminando ogni forma e tipologia di discriminazione.
Dopo la legge sulle unioni civili, un’ulteriore input venne lanciato dalla Regione Lazio, che per favorire la diffusione di una cultura di accoglienza ed egualitaria, si è fatta carico di una proposta di legge sulla lotta all’omotransfobia a mia prima firma. L’approvazione di tale testo, al quale auspico si giunga al più presto, è un risultato fondamentale per il riconoscimento dei diritti di tutte e tutti.
L’associazione Possibile LGBTI+ ha, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, indirizzato ai ministri Speranza, Bonetti e Lamorgese, una lettera alla quale aderisco convintamente: il nostro Paese non ha ancora una normativa che metta al bando le terapie di conversione per le persone LGBTI+.
Accogliere un testo di legge che metta al bando le terapie di conversione è il passo necessario per l’Italia per non rimanere più indietro, condannando violenze e abusi determinate dall’orientamento sessuale. L’indifferenza, soprattutto in questo periodo, non è più tollerabile.