Depositata in Consiglio legge contro il caporalato
Oggi abbiamo depositato al Consiglio Regionale una proposta di legge riguardante le “Norme di contrasto e per l’emersione del lavoro non regolare in agricoltura”.
L’operazione della scorsa settimana condotta dalla Procura di Latina, che ha messo in luce una vera e propria organizzazione
criminale dedita allo sfruttamento del lavoro e al caporalato nel pontino, ci dice di un fenomeno grave, radicato e permeato nel
tessuto economico dei nostri territori. L’ultimo osservatorio (2017) del mondo agricolo dell’Inps evidenzia come nel Lazio e’ in forte aumento l’incidenza della manodopera straniera, la cui percentuale dal 2008 al 2015 e passata dal 10,3% al 38,4%. Proprio questa manodopera ad essere spesso quella maggiormente oggetto di uno sfruttamento disumano, come accade alla comunita’ Sihk della Provincia di Latina, 12mila persone trasformate in un esercito silenzioso di nuovi schiavi, sfruttati fino a 14 ore al giorno
nella semina e raccolta manuale nei campi della pianura pontina.
Per questo ci sembra necessario ed urgente nell’ambito delle competenze legislative di cui dispone la Regione ed in coerenza con la legge nazionale sul caporalato, produrre un intervento legislativo specifico per il settore primario, che integri il quadro normativo regionale della legge 16/2017 in materia di contrasto al lavoro non regolare.
La proposta di legge affida alla Regione il compito di individuare indirizzi, modalita’ e misure per favorire l’emersione del lavoro irregolare in agricoltura, attraverso un Piano di Intervento per il contrasto ai fenomeni del lavoro nero e del caporalato. Viene
poi normato un sistema capillare di controllo sulla regolarita’ dei contratti di lavoro e sul rispetto dei parametri di congruita’, da parte delle aziende ed imprese agricole beneficiarie di contributi accordati a qualsiasi titolo dalla Regione, compresi i fondi comunitari, nazionali e regionali, pena la loro decadenza e revoca.
Importante e’ il ruolo e la funzione riconosciuta alle associazioni di categoria, a quelle senza scopo di lucro, alle fondazioni e cooperative sociali che in concorso con la Regione, sono chiamate a promuovere e sostenere percorsi rivolti all’inclusione
sociale, alla formazione e all’assistenza legale dei lavoratori agricoli, volti a favorire un’efficace promozione e tutela dei loro diritti. In molti casi proprio grazie al lavoro di queste organizzazioni che il fenomeno del caporalato e’ stato scoperto e denunciato.
Per agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, viene poi prevista l’attivazione, presso i centri provinciali per l’impiego (Cpi), di sportelli dedicati al collocamento in agricoltura, cui avranno accesso le aziende e imprese agricole, dove saranno istituite le liste di prenotazione nelle quali potranno confluire volontariamente tutti i lavoratori disponibili all’assunzione o alla riassunzione presso le aziende ed imprese agricole regionali.
Infine s’intende rafforzare l’attivita’ ci controllo sul territorio regionale, mediante il coordinamento e l’integrazione tra le funzioni ispettive svolte dai diversi organismi istituzionali, statali provinciali e comunali, promuovendo lo scambio d’informazioni e adottando forme di sperimentazione di modelli integrati di vigilanza e controllo. Speriamo che la proposta giunga rapidamente all’esame del Consiglio, in modo da avere quanto prima a disposizione nuovi strumenti efficaci per combattere e vincere questa battaglia di legalita’. Nei prossimi giorni presenteremo pubblicamente la nostra proposta che immaginiamo possa essere occasione di dibattito e crescita di tutti i soggetti coinvolti intorno a una battaglia cosi’ importante.