La via di Francesco nel Lazio: lezione di vita e politica
Doveva essere semplicemente una mattinata dedicata a parlare della rete dei cammini e delle opportunità messe in campo dalla Regione Lazio. Si è trasformata per me in una bellissima lezione di vita e di politica.
Ieri mattina sono intervenuta nella sala consiliare del III municipio, dove Comuni e imprese della Sabina presentavano i risultati di un finanziamento regionale che ha portato alla creazione di una rete di promozione della Via di Francesco, che dalla Toscana attraversa l’Umbria e arriva fino a Roma (passando tra l’altro dentro la Marcigliana).
Ascoltare tante voci ed esperienze è stato più di un suggerimento per i miei impegni futuri (tra l’altro, Paolo Piacentini, l’attuazione della legge regionale del 2017!). Per più di due ore ho respirato parole che – se messe in fila – raccontano del mondo come dovrebbe essere, ossia molto diverso da quello che ci propongono oggi.
“I camminatori sono partigiani della Terra, la rispettano e ne hanno cura. Nel cammino c’è la magia dell’incontro e dello scambio: un sorriso, un pasto, un semplice bicchiere d’acqua. Il pellegrino è un essere fragile, perché esposto al sole, al freddo e alle intemperie, ma allo stesso tempo ha una forza pazzesca che poggia sulla sua dimensione etica. È forestiero, ma per lui nessuno è straniero. Chi lo ospita lungo la strada lo incrocia per poco, ma quel poco è indimenticabile. Ciascuno è chiamato a mettere un passo per costruire il percorso. I cammini sono la strada per riprenderci quella strabenedetta umanità che vogliono portarci via”.
In cammino allora.