Marta Bonafoni

Approvato l’emendamento che riconosce gli “esternalizzati”

Clap Roma

Un successo importante delle mobilitazioni contro la precarietà!
Un anno di battaglie, fuori e dentro il Consiglio regionale. Un anno in cui lavoratrici e lavoratori, impiegati nella Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione (T.S.M.R.E.E./D.A.) ma privi di qualsiasi riconoscimento, perché formalmente dipendenti o collaboratori a partita Iva di Cooperative, hanno alzato la testa e hanno fatto sentire la propria voce. Senza arrendersi, anche quando la strada sembrava sbarrata. Uno slogan semplice, una questione di giustizia: a parità di prestazioni e responsabilità, parità di retribuzioni, diritti, contratti!
Finalmente, dopo un anno di lotte, con una Legge approvata dal Consiglio, e soprattutto l’emendamento presentato dalla Consigliera Regionale Marta Bonafoni (Mdp), la rotta cambia: nei nuovi concorsi, lavoratrici e lavoratori “esternalizzati” vedranno riconosciuti nel proprio curriculum formativo e professionale un punteggio relativo agli anni di lavoro fin qui svolti. Chiaro, ora occorrerà insistere affinché la Legge venga da subito applicata nelle procedure concorsuali in via di disposizione, battersi affinché i nuovi piani assunzionali si irrobustiscano, ma un passo fondamentale è stato compiuto.

Un risultato importante per tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori precari di cui molto si parla e che nessuno, o quasi, tutela. Una vittoria per la Sanità Pubblica del Lazio, perché non c’è qualità del servizio senza diritti per chi lavora. Un successo esito della tenacia delle lavoratrici e dei lavoratori, che con CLAP si sono organizzate/i, e di tutte le figure istituzionali che hanno sostenuto la battaglia fin dall’inizio (tra cui ricordiamo Saturnino Salvagni, dello staff del Vicepresidente Massimiliano Smeriglio). Così come pensiamo che grande rilievo ha avuto l’appoggio – a questa come a tante altre vertenze della Sanità – della Rete “Non una di meno”, con lo Sciopero delle donne dello scorso 8 marzo.

Siamo solo all’inizio del cammino, ne siamo consapevoli, ma la strada è stata aperta.

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