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08 Mar, 2017

8 marzo, oggi in Regione incontro positivo con movimento Non Una di Meno

“Un incontro molto positivo quello di questa mattina con la delegazione del movimento “Non una di meno” che nei giorni scorsi aveva inviato una richiesta di tavolo per aprire un percorso di confronto su temi importanti quali i centri antiviolenza, la salute sessuale e riproduttiva delle donne, il lavoro e la precarietà nel settore socio sanitario”.

Così in una nota la Consigliera Marta Bonafoni, parte dei rappresentanti della Regione insieme a Cecilia D’Elia delegata del presidente Zingaretti sui temi di genere, rappresentanti dell’assessorato al lavoro, Egidio Schiavetti della cabina di regia sulla sanità regionale.

“Abbiamo accolto la richiesta di un percorso condiviso, calendarizzando entro il mese di marzo tavoli specifici, perché lo riteniamo il modo giusto per mettere in campo politiche in grado di dare risposte a temi così importanti. Con le tante realtà che oggi compongono il “Non una di meno” c’è stato da sempre contatto e coinvolgimento, per le tante azioni già messe in campo dalla Regione, per tanto quello che c’è stato oggi è un’altra tappa di un processo di partecipazione che questa amministrazione ha assunto come metodo di lavoro. Anche questo è un modo per vivere l’8 marzo.”

08 Mar, 2017

Un nuovo popolo internazionale guidato dalle donne

Bia Sarasini, Il Manifesto

Oggi, 8 marzo 2017, le donne scioperano, non sono in festa. “Se la mia vita non vale, io non produco” è lo slogan chiave della giornata che invita allo sciopero. Perché non c’è nulla da festeggiare, c’è molto contro cui lottare, molto da cambiare.

Lotto marzo, appunto, come dice l’invenzione felice di NonUnaDiMeno, l’insieme di gruppi, associazioni, femminismi diversi (le sigle originarie sono D.I.R.E, Udi, e coordinamento dei collettivi romani) che dal settembre scorso hanno dato vita al nuovo movimento.

E alla entusiasmante manifestazione del 26 novembre 2016. 200.000 in strada a Roma, un corteo che accoglieva anche tantissimi ragazzi e uomini, la più grande manifestazione di movimento vista in Italia negli ultimi anni. Una scelta vitale, di notevole forza politica, che va oltre differenze e contrapposizioni troppo presenti anche nei femminismi.

È stata la violenza maschile contro le donne, il ripetersi di femminicidi feroci a spingere a unirsi, a lottare insieme. A cercare la strada e la forza per ribaltare un potere che agisce sulle vite singole, fino ad armare la mano di un uomo che non sopporta di essere abbandonato.

È un nuovo rischio, che minaccia le donne proprio perché sono libere. Perché possono e vogliono decidere di sé. Per questo lo sciopero è globale, un movimento internazionale che attacca alla radice il potere. Il potere del neocapitalismo che, lungi dal modernizzarsi, ha assunto il patriarcato come una propria articolazione.

La prima volta era successo in Polonia, il Black Monday del 3 ottobre 2016. Vestite di nero le polacche si sono fermate, per lottare contro la completa abolizione della possibilità di aborto. Se le donne si fermano, si ferma tutto. E con loro gli uomini, che le hanno aiutate, e in parte sostituite.

In Argentina, da dove viene NiUnaDeMenos, è stato un mercoledì nero il 17 ottobre, dopo che Lucia Pèrez, 16 anni, è stata violentata, torturata e uccisa a Mar de Plata. Infine il 21 gennaio 2017, già dopo la proclamazione dello sciopero globale delle donne per l’8 marzo, la Women’s March on Washington. Una mobilitazione imponente, un milione solo negli Usa, due milioni nel mondo. Contro Trump, cioè contro il potere machista, razzista, sessista, classista.

Come ha detto Angela Davis: «Questa è una marcia di donne e questa marcia delle donne rappresenta la promessa del femminismo contro i funesti poteri della violenza di stato. Ed è il femminismo inclusivo e intersezionale che invita tutte noi a unirci alla lotta di resistenza al razzismo e allo sfruttamento capitalistico».

Qui si radica lo sciopero. Globale. Dall’Argentina, che lo ha proclamato per prima, agli Stati Uniti, dalla Svezia al Togo, dalla Turchia all’Italia. Da cosa si sciopera? Si sciopera dal lavoro. Da tutte le forme di lavoro. Questo è punto cruciale, che riguarda tutte. E tutti.

Si sciopera nei luoghi di lavoro, nelle fabbriche, nei supermercati, negli asili, nelle case, nelle scuole, nelle cucine, nelle strade. Nessuno più delle donne può dire cosa è il lavoro oggi. Il lavoro spezzato, frammentato, svalorizzato. In mille operazioni che dequalificano, immiseriscono anche il lavoro per il quale è richiesta la massima competenza. Quella per la quale si sono accumulati saperi.

La cura, il lavoro che avviene prima di tutto dentro la casa, richiede competenze plurali e delicati, capaci di attenzione gestione, relazione. Da sempre svalorizzato tanto da essere gratuito, quando viene esternalizzato, venduto sul mercato, lì dove avrebbe innalzato il Pil, viene sminuito, reso servizio a bassa densità. Umiliato. Precarizzato. Pagato coi voucher. Come i mille lavori disprezzati, inseguiti e faticosamente messi insieme, ora su ora, giorno su giorno. In un puzzle senza forma, angoscioso e debordante.

Per questo le donne chiedono il reddito di autodeterminazione. Perché la precarietà è insopportabile. E una redistribuzione del reddito necessaria. Un welfare per tutte e tutti, chiedono. Lo sciopero proclamato dalle donne rende visibile il taglio verticale del potere neo-capitalistico. Che si fa forte del patriarcato per dominare la vita. Fin nelle pieghe prima nascoste e ora visibili, in piena luce.

Proprio perché la libertà delle donne ha rotto la divisione tra privato e pubblico, la famiglia non è più quello spazio di potere riservato anche all’ultimo degli uomini, in cui nell’ombra si riproduceva l’esistenza. Lo sciopero, dice il manifesto «per uscire dalle relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà… per avere un salario minimo europeo, perché non siamo disposte ad accettare salari da fame, né che un’altra donne, spesso migrante…sia messa al lavoro in cambio di sotto-salari e assenza di tutele».

E ancora si sciopera «perché vogliamo essere libere di muoverci e restare». Contro le frontiere per le/i migranti, contro il razzismo. E si sciopera per la formazione, per cambiare la cultura che sostiene la violenza.

E soprattutto si sciopera «perché la risposta alla violenza è l’autonomia delle donne». Non sono vittime, le donne che scioperano. Sono donne libere. Con l’invito ad astenersi dal lavoro, obbligano tutti a pensare cosa sia il lavoro. Anche chi ha ritenuto che uno sciopero non può essere politico. E chi lavora si muove solo per difendere i propri diritti. E il diritto a vivere?

La posta in gioco è molto alta. Judith Butler la chiama «alleanza dei corpi». Lo abbiamo visto nelle strade, in diversi continenti, in questi mesi. In quelle foto dall’alto, straripanti. Questo è in campo oggi, otto marzo 2017. La potenza di corpi alleati tra loro, che non si nascondono, che si mostrano, non irreggimentati in discipline e totalizzazioni. Che partono da sé, perché solo questo sé corpo-mente hanno a disposizione. E non vogliono cederlo.

Sono tempi in cui si ragiona e si discute di popolo, e di populismi. Si costruisce un nuovo popolo. Ricco di differenze, pieno di speranze di trasformazione. Guidato dalle donne.

08 Mar, 2017

Commissione Antimafia

Lunedì 10 aprile 2017, ore 10.00
Sala Latini

Audizione dei sindaci dei Comuni di Pomezia e Aprila in merito alla situazione della sicurezza pubblica, con particolare riferimento alla eventuale presenza di organizzazioni criminali nel territorio comunale.

Ore 10: sindaco Comune di Pomezia, Fabio Fucci
Ore 11: sindaco Comune di Aprila, Antonio Terrai

07 Mar, 2017

Nel Lazio si torna a investire sul personale dei consultori

Nel Lazio si torna a investire sul personale dei consultori: oltre 70 psicologi, 76 assistenti sociali, 47 ostetriche e operatori sanitari, circa 90 medici. Sono numeri importanti quelli annunciati oggi dal presidente Zingaretti, che vanno di pari passo con lo sblocco delle assunzioni e la stabilizzazione dei precari come segnale concreto per il potenziamento e il rilancio dei consultori.

Un passaggio fondamentale e tanto atteso per garantire alle donne il diritto di accesso a servizi fondamentali. Assunzioni ma anche investimenti concreti sulla rete perinatale che prevedono anche un impegno economico da 27 milioni per rifare tutti i reparti maternita’, 2,5 milioni per i consultori e per la ristrutturazione di 11 di questi e la garanzia delle prestazioni quali la possibilità di effettuare l`interruzione volontaria di gravidanza con la pillola RU486 anche in day hospital.

Gli investimenti sul personale annunciati oggi sono il segnale che sulla salute delle donne c’è la volontà di portare avanti con coerenza un impegno assunto fin dall’inizio nei confronti di tutte.

07 Mar, 2017

Le voci di notte che raccontano l’Italia migliore

Delia Vaccarello, L’Unità

Arrivo di sera. Per forza. La diretta di RadioImpegno inizia a mezzanotte. la mia smart sembra ancora più minuscola mentre costeggia il lungo serpentone di Corviale alto nove piani. Vado piano, scivoliamo sotto uno dei due tronconi lungo mille metri dell’edificio che non si sa se è follia o sperimentazione. Cerco la sede di Calciosociale.

06 Mar, 2017

Ostia, da incontro con il Prefetto Vulpiani emerse linee operative del commissariamento

Ho incontrato oggi il Commissario prefettizio di Ostia, Domenico Vulpiani, per affrontare il tema del Commissariamento del X municipio e della sua incidenza sulla vita dei cittadini. E’ stato un colloquio molto utile, dal quale è emerso con tutta chiarezza quanto solo ora si stiano effettivamente raccogliendo i frutti di un lavoro commissariale che ha necessitato di tempi e strumenti per entrare nella fase operativa. Una fase resa ancora più difficile dalla mancanza di forze adeguate, soprattutto in termini di personale, a disposizione del commissario. Forze che finalmente sono state integrate grazie all’arrivo di quattro unità operative in più nello staff amministrativo, che stanno consentendo di chiudere bandi di gara lasciati in sospeso, progetti che puntino all’innovazione, al risparmio, alla razionalizzazione, al corretto funzionamento non solo della macchina amministrativa e alla messa a regime di tutti quei servizi essenziali per i cittadini. Si tratta di risultati importanti, alcuni dei quali già raggiunti, altri che verranno portati a termine nel breve e medio periodo e consentiranno di superare questa fase di difficile transizione per il municipio, fase che ha indubbiamente pesato sulla vita quotidiana dei cittadini. Risultati che si traducono in maggiore trasparenza degli atti, grazie anche alle tecnologie e alla riorganizzazione degli archivi informatici, nella ricognizione delle spiagge e delle concessioni in scadenza, dando comunque continuità ai progetti di inclusione sociale ed evitando ripercussioni occupazionali, nelle demolizioni dei chioschi abusivi di Capocotta. Il prefetto ci ha rassicurato anche sulla prossima uscita dei bandi sul sociale e sulla cultura, a cui gli uffici stanno lavorando, così come è già stato per l’affidamento delle palestre e ha illustrato i risultati raggiunti per la messa in sicurezza del bacino del Fosse del Fontanile, con relativa bonifica delle aree a rischio idrogeologico, della pulizia delle discariche abusive, in collaborazione con l’Ama e l’ufficio Ambiente e della pubblicazione del bando di gara per la manutenzione delle strade. Abbiamo poi parlato dell’abbattimento del lungomuro in cemento e soprattutto dei due km di pista ciclabile sul lungomare per creare un percorso attrezzato. Questo sarà reso possibile grazie a un bando regionale vinto dal municipio che consentirà di investire fondi per il litorale laziale. Infine con il prefetto abbiamo fatto il punto sulle infiltrazione e sul l’insediamento delle mafie, sia nella macchina amministrativa che nelle attività economiche, e sulla battaglia forte tra gli organi amministrativi e i gestori degli stabilimenti per il rispetto delle regole e abbiamo convenuto circa la necessità di tenere aggiornata la cittadinanza sul lavoro che si sta portando a termine.
L’obiettivo è quello di arrivare alla fine del commissariamento, previsto per il prossimo settembre, con una macchina amministrativa improntata alla legalità e con una concreta eredità, in termini di servizi per il cittadino e riappropriazione degli spazi pubblici, che possa durare nel tempo.

06 Mar, 2017

Donne italiane, l’illusione della parità. “La famiglia sulle loro spalle”

Cristina Nadotti, La Repubblica

Anche lo stereotipo che le donne passano davanti allo specchio più tempo degli uomini è caduto, le cifre sono sempre più chiare: le italiane lavorano di più, sono pagate meno e il peso degli impegni familiari è soprattutto sulle loro spalle, soltanto nelle ore dedicate alla cura personale il divario è colmato. Due studi elaborati dal Censis e dall’Ocse confermano che il nostro Paese resta fanalino di coda in Europa nel superare le differenze di genere.

Sulla base dei dati Istat, il Censis ha stabilito che in una giornata, calcolata sulla media di una settimana, uomini e donne tra i 25 e i 64 anni dedicano alla cura personale il 46 per cento del loro tempo ( la differenza è di 0,2 punti percentuali e nelle 11 ore circa è compreso il riposo notturno).