“Sono tutto campo e camper”
Angelo Mastrandrea, Il Manifesto
Ogni mattina, all’alba, Carmelo V. si affaccia dal suo vecchio camper ed esce per andare al lavoro. Non deve spostarsi molto, visto che ha ottenuto dalla cooperativa agricola nella quale lavora la possibilità di parcheggiare nell’orto. La sua vita è così tutta roulotte e campagna.
In questo modo, sostiene, risparmia sull’affitto di una casa e pure sul cibo, fornito dal datore di lavoro in cambio di un obolo. Non è il solo a vivere in questo modo: per risparmiare tempo e caporali, i padroni delle terre provvedono ad alloggiare i braccianti nei campi in cui sono impiegati. Eccola, la nuova frontiera dello sfruttamento: dal container alla serra e viceversa, ventiquattrore su ventiquattro.
«Ora hanno messo i faretti nelle serre, se fate un giro di notte le trovate piene di persone che raccolgono i ravanelli in mazzetti da dieci-quindici», racconta Carmelo V., unico italiano a raccogliere zucchine dalla mattina alla sera nella campagne tra i comuni di Sabaudia e San Felice Circeo, nel basso Lazio.