Lo sguardo sulla città
Ci ho dormito su.
Dopo una giornata passata a votare un’ottima legge contro l’usura mentre tutto attorno cresceva il rumore delle macerie che venivano giù.
Dopo un pomeriggio vissuto accanto a tanti bravissimi amministratori municipali, addosso i brividi di una doccia fredda, le lacrime calde agli occhi.
Dopo una serata seduta in macchina sfiorando Roma in cui ancora una volta mi sono trovata a pensare “ci risiamo, di nuovo la mia città vive momenti difficilissimi”.
Provo a dire la mia sulle #dimissioni del Sindaco #Marino.
Per un attimo lascio da parte la questione degli scontrini, pur pensando che il tema non sia il rimborso ma – nel caso – la menzogna. Lascio perdere il giornalismo quanto riesca ad essere un pessimo mestiere quando si allea di fatto alle peggiori consorterie. Mi tolgo dalla testa persino quella che penso essere ora la faccia soddisfatta di #Renzi, che da mesi aveva il dito pronto sul pulsante “game over” e non vedeva l’ora di pigiarlo.
Io semplicemente oggi penso questo.
Che il Sindaco #Marino dopo aver gloriosamente voltato le spalle ai soliti poteri forti e criminali della Capitale, non è stato capace di fare l’altro gesto necessario a governare Roma: guardarla negli occhi.
Non si è messo alla sua altezza, non l’ha ascoltata fino in fondo, non ha stabilito con lei un’empatia.
Quindi non l’ha capita.
Dopo aver scansato le mani dalla città, non ha posato davvero lo sguardo sulla città.
Difficilmente questa cosa potrà accadere nei prossimi venti giorni.