Vincere il Confine
Mercoledì 16 aprile, ore 17.00
Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre
Lgo B. Marzi 10, Ex Mattatoio Testaccio
Presentazione dei risultati della ricerca “Vincere il Confine: nuove strategie e pratiche nella costruzione della città inclusiva ed interculturale del futuro” realizzata dal Laboratorio interdisciplinare di Arte Civica dell’Università degli Studi Roma Tre.
La ricerca affronta il delicato tema della convivenza urbana tra popolazioni di diversa origine etnico e sociale nelle città contemporanea, in particolare tra comunità rom e altre comunità presenti nel territorio della periferia Est di Roma. Quest’analisi ha messo in evidenza gli effetti negativi prodotti dal cosiddetto “Piano Nomadi” del Comune di Roma, mostrando come questa politica pubblica abbia portato alla creazione di veri e propri “enclave” etnici, capaci di squilibrare rapporti sociali quotidiani e far crescere i conflitti. La segregazione spaziale urbana creata dai campi rom, così come la crescita disordinata della città negli ultimi trent’anni, hanno rafforzato la stigmatizzazione dei gruppi che rimangono al “margine”, peggiorando notevolmente le condizioni di vita, sia delle loro comunità, che dei quartieri limitrofi.
La ricerca-azione ha prodotto una sperimentazione metodologica innovativa che ha favorito l’utilizzo dell’Arte Civica con nuovi linguaggi per far emergere bisogni e desideri dei gruppi sociali coinvolti. Attraverso strumenti come la Video-Arte Partecipativa e la Musicarterapia nella Globalità dei Linguaggi si sono coinvolte direttamene le nuove generazioni rom, facendo emergere le reali problematiche che stanno vivendo e le possibili soluzioni. Altro risultato innovativo del lavoro è stato l’avvio nel tempo di una rete di resilienza cittadina, capace di affrontare le complessità dell’integrazione tra comunità Rom e i problemi della periferia, andando oltre le cronache stereotipate e i pregiudizi. È proprio dal lavoro di queste reti territoriali che arriva una richiesta di un cambio di rotta urgente delle istituzioni, rispetto alle attuali politiche di segregazione dei campi rom presenti nella Capitale. Un superamento che va costruito attraverso ambiti di partecipazione orizzontale ed aperti, attivati con linguaggi inclusivi e tempi certi che dimostrino un vero interesse ed un “ascolto attivo” nella costruzione di soluzioni a misura di ogni territorio e dei suoi abitanti.
Saranno presentati inoltre casi studio su alcune esperienze in America Latina e Italia, dove sono stati realizzati programmi urbani di miglioramento della qualità abitativa nelle città, i cosiddetti “Piani per la pace e la convivenza nella diversità”. Attraverso questo metodo, che ha dato particolare attenzione alla dimensione dialogica, per affrontare processi di rigenerazione urbana delle infrastrutture locali (case, servizi, ambiente, ecc.), si sono affrontate e in parte risolte le gravissime conflittualità, che in passato erano causa di alti tassi di violenza urbana e degrado ambientale.
Ne discuteremo con altri ricercatori, associazioni rom, Amnesty International, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri (UNAR), rappresentanti delle istituzioni pubbliche e alcuni protagonisti di questa storia.