Dall’Onu alla Regione Lazio amplifichiamo con la nostra mozione l’appello contro le discriminazioni sui gay
I consiglieri Bonafoni (Gruppo per il Lazio) e Quadrana (lista Civica Zingaretti) depositano una mozione sull'”Istituzione del registro delle unioni civili”
Nel giorno dell’inaugurazione dei giochi olimpici di Sochi, con la durissima presa di posizione dell’Onu nei confronti delle politiche di Putin contro gli omosessuali, abbiamo depositato in Consiglio regionale una mozione in favore dei diritti del mondo lgbt. Il riconoscimento delle unioni civili è un passaggio significativo per garantire sul nostro territorio l’affermazione dei diritti di tutti le coppie, formate da individui di sesso uguale o diverso.
Un tassello che intende tenere alto e vivo un dibattito che riteniamo fondamentale e che ha al centro l’estensione dei servizi e delle prestazioni a tutte le famiglie, come disegnato dalla riforma del welfare regionale in discussione in Consiglio. Nonchè la lotta all’omofobia a partire dalle scuole.
Il fenomeno delle unioni civili tra l’altro è in espansione. Aumentano le coppie che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo matrimoniale, ed è doveroso per le istituzioni fare delle modifiche legislative che tengano conto dei cambiamenti della società.
In Italia invece le unioni di fatto non sono disciplinate da nessuna normativa specifica, un ritardo che intendiamo denunciare con la presentazione della nostra mozione. L’affermarsi di nuove culture e modalità di relazioni ha determinato nell’ultimo decennio in Italia e non solo, un progressivo e sostanziale cambiamento dei rapporti interpersonali, delle forme di convivenza, del modo di intendere il “nucleo famigliare”.
Nella Regione Lazio già alcuni comuni come Tarquinia, Ariccia, Ciampino, Pomezia, Cassino, Bassano Romano, Canepina hanno approvato l’istituzione di registri delle unioni, così come hanno fatto alcuni Municipi del Comune di Roma. Impegnare la Giunta regionale e il Presidente della Regione Lazio per l’approvazione di una legge statale che istituisca in ogni Comune della Regione il Registro delle unioni civili non è un atto di sovvertimento dell’ordine precostituito, ma la concretizzazione di uno sguardo laico e libero sulla società che ci circonda e in cui siamo immersi per mettere a punto strumenti anche giuridici che garantiscano a tutti i pari diritti.
Sempre in attesa di una legge nazionale da troppo tempo evocata.