Terre pubbliche, arriva il bando Arsial
L’Agenzia regionale mette mani al patrimonio incolto dalla prossima settimana, mentre all’amministrazione capitolina sarà sottoposto il testo promosso dal vicesindaco. I giovani agricoltori: “Non sprecate una generazione pronta a rimboccarsi le maniche”. La consigliera regionale Bonafoni: “Andiamo verso la legge”.
Quarantaquattromila nel Lazio e più di mille solo a Roma. Sono i numeri dei nuovi imprenditori agricoli, quelli che alla soglia dei trentasette anni dirigono le loro aziende. Abbastanza giovani da rappresentare un’anomalia salutata con entusiasmo dalle categorie di settore. Ma il ricambio generazionale nelle campagne romane è ancora tutto da costruire, come dimostra l’ultimo censimento Istat (2010) che non può tenere conto dei “giovanissimi”, aspiranti contadini senza eredità e credito. A questi, invece, si erano rivolti in campagna elettorale gli amministratori locali, promettendo di mettere a bando le terre pubbliche nei primi cento giorni di governo.
Un ottimismo largamente superato, complice la macchina amministrativa del Comune impantanata negli errori del passato, tra aree verdi ostaggio di compensazioni urbanistiche (peraltro scadute, come dimostra il caso di Borghetto San Carlo) e uffici tecnici “in sofferenza numerica” riferiscono dagli assessorati.
ARSIAL, PRONTO IL BANDO – Marce ingranate invece in Arsial, l’Agenzia regionale che si occupa di agricoltura, dove già dalla prossima settimana verrà presentato il piano per le terre incolte. “Abbiamo completato la ricognizione delle terre insieme all’assessorato regionale – dichiara Rosati – non è emerso un patrimonio immenso nella disponibilità dell’Arsial, ma parliamo comunque di oltre 300 ettari. Lunedì incontreremo il Coordinamento romano per l’Accesso alla Terra per una riunione tecnica e dopo qualche giorno, probabilmente mercoledì, saremo in grado di pubblicare la prima manifestazione di interessi a cui seguirà il bando con le agevolazioni pensate proprio per i giovani”. Otto, secondo le prime indiscrezioni, le aree individuate: in provincia di Roma, a Cerveteri, Viterbo, Nazzano, Magliano Romano, Montalto di Castro, Tarquinia e Proceno.
LA DELIBERA IN CAMPIDOGLIO – Dal Comune nessun passo indietro rispetto al programma elettorale, rassicura l’assessore al Patrimonio, Luigi Nieri: “La delibera è stata scritta, firmata, e consegnata al Segretariato Generale come da prassi – spiega – su questo testo ci confronteremo con la maggioranza a cui sta a cuore il futuro dei giovani agricoltori e approveremo il bando per le terre pubbliche”. “Il patrimonio agricolo deve diventare non solo un elemento di ripresa economica, ma anche e soprattutto un elemento ambientale e culturale” aveva detto il sindaco Marino lo scorso 16 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
“UNA GENERAZIONE PRONTA A SEMINARE” – E’ quello che chiede da oltre due anni il ‘Coordinamento romano per l’Accesso alla Terra’: “Se è vero che le amministrazioni romane e laziali sono giovani e affrontano notevoli emergenze, è vero anche che quello agricolo è settore un strategico per il rilancio economico e sociale, in grado di valorizzare le risorse migliori del nostro ricco territorio – dichiara il portavoce, Attilio Albiani -, come Coordinamento abbiamo fornito ampie analisi e soluzioni a portata di mano, siamo stati tra i primi in Italia a parlare di terre pubbliche, ma le altre regioni ora sono più avanti”. In Toscana ad esempio, dove è già operativa la ‘Banca della Terra’, a un anno dal varo della legge regionale che istituisce l’Ente ‘Terre di Toscana’. Perfino la ministra dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo, ha accolto un emendamento che riserva il 20% dei terreni agricoli demaniali per l’affitto agli under 40. “Ogni giorno che passa sono soldi e servizi che non produciamo, posti di lavoro che rimangono in attesa – aggiunge Albiani – e questo è grave e sconveniente. I tempi dell’agricoltura non sono quelli della politica, non sprechiamo una generazione che ha voglia di rimboccarsi le maniche, non perdiamo un’altra semina”.
“LA REGIONE FARA’ LA SUA PARTE” – La legge nel Lazio è già scritta, e le sue sorti sono legate al consiglio regionale. La prima firmataria del testo, la consigliera Marta Bonafoni (Per il Lazio) rilancia: “Il 2014 si deve aprire sotto l’insegna delle terre ai giovani, un’operazione che rafforza i tre capisaldi della maggioranza: un nuovo modello di sviluppo, la valorizzazione dell’identità territoriale e le risposte al grandissimo tema della disoccupazione giovanile con la promozione dei talenti”. “La buona notizia, intanto, arriva dall’Arsial – commenta Bonafoni – ora il consiglio regionale dovrà assumersi le sue responsabilità, dotando il Lazio di una legge che è stata depositata all’ottava commissione e aspetta di iniziare il suo iter”. Sui tempi, conclude: “La commissione è stata impegnata in una questione fondamentale, la riduzione delle società regionali, e adesso siamo pronti a ripartire dai giovani”.
Carmen Vogani, PaeseSera