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22 Giu, 2013

Orientali da noi, occidentali all’est: romene in cerca di patria

L’altra metà del cielo e l’altra metà della lingua: quattro scrittrici romene che usano l’italiano, e vivono nel nostro Paese, provano a descrivere se stesse in altrettanti racconti. Dal punto di vista… e qui comincia il difficile. Perché l’antologia Ritorno a casa, curata da una scrittrice italo-rumena emergente, Irina Turcanu, adotta un’insolita e spiazzante prospettiva che potremmo definire “della terra di mezzo”.
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21 Giu, 2013

Di untori e altri demoni

Martedì 25 giugno, ore 20.30
Teatro Palladium
Roma

Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), la campagna LasciateCIEntrare e Antigone sono lieti di invitarVi in occasione della giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura allo spettacolo “DI UNTORI E ALTRI DEMONI”

Ingresso libero

Un evento-spettacolo che denuncia la tortura comunque e ovunque, non solo come pratica diffusa in paesi lontani ma anche come fenomeno presente nel qui e ora, nei centri di detenzione europei, nei CIE, nelle nostre carceri. In un mondo, dove ancora oggi, ci sono luoghi in cui la pratica della tortura  continua ad esistere o altri dove comunque non ci sono esplicite leggi che la condannino, riuniamo video, teatro e testimonianze in un unico evento di denuncia sulla tortura e sui trattamenti inumani e degradanti in tutti i luoghi di detenzione.

Introduce l’evento:
Jean Leonard Touadi

Con un monologo di Erri De Luca “La slegatura”

Proiezione del video “Inside carceri”, realizzato da Antigone

Spettacolo teatrale “Di Untori e Altri Demoni”, formazione e regia di Nube Sandoval e Bernardo Rey.

Protagonisti i rifugiati che hanno partecipato ai laboratorio di riabilitazione psico-sociale promossi nell’ambito del progetto Together with Vi.To. –
progetto di Accoglienza e Cura delle Vittime di Tortura del CIR.

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa CIR
Valeria Carlini* 335 17 58 435 carlini@cir-onlus.org
Yasmine Mttendorff 335 60 29 838 mittendorff@cir-onlus.org
Tel. 06-69200114 int. 216 -230 cirstampa@cir-onlus.org

untori_demoni

21 Giu, 2013

Festival Pontino del Cortometraggio

Latina, 18-23 giugno

Giunto alla nona edizione, il Festival Pontino del Cortometraggio si svolgerà dal 18 al 23 giugno 2013 presso il giardino interno del Comune di Latina. Il Festival ha negli anni ottenuto un crescente successo di pubblico e da tre edizioni ormai, a partire alla settima, si iscrivono mediamente oltre 500 opere da circa 45 paesi del mondo. Quest’anno sono arrivati 498 corti da 47 nazioni.

Realizzato con il contributo e il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Latina e del Comune di Latina, il Festival Pontino del Cortometraggio si articolerà in 4 sezioni principali: Fiction, Animazione, Documentari sociali e Corto Africa (sezione dedicata ai corti prodotti in Africa o, più in generale, a tematica africana). Ad esse, quest’anno per la prima volta si è aggiunta la sezione Videoarte, dedicata al variegato mondo della forma espressiva videoartistica.

La giuria composta da Gaia Capurso, Luca Liguori, Rosa Manauzzi Massimo Palumbo e Massimo Rosolini assegnerà 7 premi (Miglior film italiano, Miglior film internazionale, Miglior regia, Miglior sceneggiatura, Premio Lazio Giovani, Premio Corto Africa, Premio Tonino D’Erme) per un montepremi complessivo di 5.000 euro e 6 menzioni speciali (Miglior regia femminile, Miglior fotografia, Miglior animazione, Premio del pubblico, Miglior corto pontino, Corto Press).

21 Giu, 2013

Primo studio globale sulla violenza. Una donna su tre ha subito abusi

Dati affidabili non ce n’erano, ora ci sono, e dicono che la violenza contro le donne è una questione strutturale globale. “Un problema sanitario di dimensioni epidemiche”, lo ha definito ieri il direttore generale dell`Organizzazione mondiale della sanità Margaret Chan, presentando il più grande studio mai fatto sugli abusi fisici e sessuali subiti dalle donne in tutte le regioni del pianeta.

20 Giu, 2013

Da Roma a Dublino: nuove idee dal territorio per le politiche di integrazione

Venerdì 21 giugno dalle ore 19, presso il Centro congressi di Eataly Roma, Air Terminal Ostiense, piazzale XII Ottobre 1492, si terrà un’iniziativa di Prime, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato 2013, dal titolo Da Roma a Dublino. Nuove idee dal territorio per le politiche di integrazione.

Info e prenotazioni:
info@prime-italia.org

Centro congressi di Eataly Roma
Air Terminal Ostiense
Piazzale XII Ottobre, 1492

19 Giu, 2013

Il consultorio di Ardea, un grave rischio per la salute delle donne

“Voglio confermare tutto il mio sostegno per individuare con la Asl Roma H e il Comune di Ardea, una fattiva e rapida soluzione per il consultorio di via dei Tassi,  ospitato in un container insalubre e non adatto a svolgere i servizi previsti nei consultori: cura delle donne, corsi preparto, accoglienza dei minori.
Lo scorso novembre la struttura è stata allagata dalla pioggia e liberata grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco. Da quale momento il pavimento del prefabbricato – già precario  e collocato in un area altamente degradata  – ha perso ogni criterio di abitabilità, rendendo difficile il lavoro delle operatrici e dei medici che nonostante ciò continuano a garantire il servizio alle decine di migliaia di utenti”.

“La visita nella struttura – spiega Bonafoni –  rappresenta la prima tappa di un viaggio che come Consigliera regionale accogliendo anche l’invito della Ministra Lorenzin voglio intraprendere nei consultori della nostra regione per arrivare ad una conoscenza diretta delle eccellenze e delle criticità. E il consultorio di Ardea rientra tra queste. Aria irrespirabile, puzza di marcio, muffa e insetti”.

“Individuare in tempi certiuna sede degna di tale definizione per un servizio territoriale così importante per le cittadine rappresenta una priorità massima sulla quale insieme al presidente della Commissione sanità alla Pisana Rodolfo Lena ci impegneremo per non lasciare  sole le donne e le operatrici di Ardea.”

19 Giu, 2013

Lavoro è democrazia

Sabato 22 giugno
Roma

Una mobilitazione unitaria per rivendicare provvedimenti “urgenti” e “indispensabili” per favorire gli investimenti, la redistribuzione del reddito e la ripresa dei consumi. La manifestazione si terrà in Piazza San Giovanni a Roma. Intanto in tutta Italia si stanno svolgendo numerose iniziative unitarie. Domani, 20 giugno, nell’ambito della festa annuale di CGIL incontri, tavola rotonda con i tre segretari generali di CGIL, CISL, UIL, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

Il tema del lavoro deve tornare al centro delle scelte politiche ed economiche perchè ‘Lavoro è Democrazia’. I sindacati confederali ne sono convinti e il 22 giugno lo ribadiranno in occasione della manifestazione nazionale che si terrà a Roma in Piazza San Giovanni. Intanto, in tutta Italia, si stanno svolgendo numerose iniziative unitarie a livello territoriale, regionale e di categoria in preparazione della mobilitazione nazionale, così come deciso dagli organismi direttivi di CGIL CISL e UIL.

Secondo i sindacati non c’è più tempo per aspettare, bisogna frenare la caduta libera dell’economia del nostro Paese. La manifestazione del 22 giugno rappresenta per CGIL, CISL e UIL un ulteriore momento per invocare provvedimenti “urgenti” e “indispensabili” che possano favorire gli investimenti, la redistribuzione del reddito e la ripresa dei consumi, per questo hanno deciso di promuovere un percorso di mobilitazione unitaria.

Per uscire dalla recessione e per tornare a crescere, CGIL, CISL e UIL rivendicano innanzitutto misure adeguate per affrontare l’emergenza disoccupazione a partire dal finanziamento degli ammortizzatori in deroga (almeno per tutto il 2013) e l’effettiva salvaguardia degli esodati. E’ necessario provvedere all’immediata riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti, i pensionati e le imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, e al rilacio di politiche anticicliche, prevedendo la possibilità per i Comuni, che hanno risorse, di fare investimenti e di avviare i cantieri già deliberati fuori dal Patto di Stabilità. I sindacati chiedono, inoltre, la riduzione dei costi della politica, perchè spiegano è “la condizione per buone istituzioni e buona politica” e l’ammodernamento e la semplificazione della Pubblica Amministrazione, che dovrà realizzarsi “non attraverso tagli lineari, ma con la riorganizzazione e l’efficacia del suo funzionamento, con il contenimento della legislazione concorrente ed eliminando tutte le formalità che rallentano le decisioni”.

É fondamentale, per sostenere la crescita, investire nella scuola pubblica, nell’università, nella ricerca pubblica e nell’innovazione e prorogare i contratti precari nella Pubblica Amministrazione e nella Scuola in scadenza. Tra le ‘ricette’ indicate da CGIL, CISL e UIL per far ripartire la crescita: la definizione di una politica industriale che sappia rilanciare le produzioni, valorizzando le imprese che investono in innovazione e ricerca e che salvaguardano l’occupazione e le competenze, individuare uno strumento di contrasto alla povertà e il finanziamento della non autosufficienza, correggere le iniquità della legge Fornero sulle pensioni. Infine, applicare la riforma dell’IMU esonerando solo i possessori di un’unica abitazione, con un tetto riferito al valore dell’immobile.

Per sostenere queste rivendicazioni CGIL, CISL e UIL saranno in piazza San Giovanni, sabato 22 giugno. Saranno due i cortei che attraverseranno le vie di Roma per giungere in Piazza San Giovanni dove alle ore 11.00, a conclusione della manifestazione, interverranno dal palco i tre segretari Generali di CGIL, CISL e UIL, Susanna Camusso, Raffaele  Bonanni  e  Luigi  Angeletti.

19 Giu, 2013

Grecia, la macchia umana sull’Europa

Se almeno avessero le loro divinità antiche: forse i Greci capirebbero meglio quel che vivono, l’ingiustizia che subiscono, l’abulica leggerezza di un’Europa che li aiuta umiliandoli da anni, che dice di non volerli espellere e nell’animo già li ha espulsi. Le divinità d’un tempo si sapeva bene che erano capricciose, illogiche, si innamoravano e disamoravano presto.
Su tutte regnava Ananke: l’inalterabile Necessità, ovvero il fato. A Corinto, Ananke condivideva un tempio con Bia, la Violenza. L’Europa ha per gli Ateniesi i tratti di questa Necessità.

Forse capirebbero, i Greci, come mai a Roma s’è riunito venerdì un vertice di ministri dell’Economia e del Lavoro, tra Italia, Spagna, Francia, Germania, per discutere il lavoro fattosi d’un colpo cruciale, e nessuno di essi ha pensato di convocare la più impoverita delle nazioni: 27 per cento di disoccupazione, più del 62 per cento giovani. Sono i tassi più alti d’Europa. Forse avevano qualcosa da dire, i Greci, sui disastri della guerra che le istituzioni comuni continuano a infliggere con inerte incaponimento, e senza frutti, al paese reo di non fare i compiti a casa, come recita il lessico Ue.

La Grecia è la macchia umana che imbratta l’Europa, da quando è partita la cura d’austerità. Ha pagato per tutti noi, ci è servita al tempo stesso da capro espiatorio e da cavia. In una conferenza stampa del 6 giugno, Simon O’Connor, portavoce del commissario economico Olli Rehn, ha ammesso che per gli Europei è
stato un “processo di apprendimento”. In altri paesi magari si farà diversamente, ma non per questo scema la soddisfazione: “Non è stata cosa da poco, tenere Atene nell’euro”; “Dissentiamo vivamente da chi dice che non è stato fatto abbastanza per la crescita”. Poi ha aggiunto piccato: “Sono accuse del tutto infondate”.

O’Connor e Rehn reagivano così a un rapporto appena pubblicato dal Fondo Monetario: lo stesso Fmi che con la Banca centrale europea e la Commissione è nella famosa troika che ha concepito l’austerità nei paesi deficitari e dall’alto li sorveglia. L’atto di accusa è pesante, contro strategie e comportamenti dell’Unione durante la crisi. La Grecia “poteva uscirne meglio”, se fin dall’inizio il debito ellenico fosse stato ristrutturato, alleggerendone l’onere. Se non si fosse proceduto con la micidiale lentezza delle decisioni prese all’unanimità. Se per tempo si fosse concordata una supervisione unica delle banche. Se crescita e consenso sociale non fossero stati quantità trascurabili. Solo contava evitare il contagio, e salvaguardare i soldi dei creditori. Per questo la Grecia andava punita. Oggi è paria dell’Unione, e tutti ne vanno fieri perché tecnicamente rimane nell’euro pur essendo outcast sotto ogni altro profilo.

Addio alla troika dunque? È improbabile, visto che nessun cittadino può censurare i suoi misfatti, e visto il sussiego con cui è stato accolto il rapporto del Fondo. L’ideale sarebbe di licenziarla fin dal Consiglio europeo del 27-28 giugno, dedicato proprio alla disoccupazione che le tre Moire della troika hanno così spensieratamente dilatato. Il Parlamento europeo non oserà parlare, e quanto alla Bce, le parole di Draghi sono state evasive, perfino un po’ compiaciute: “Di buono, nel rapporto FMI, è che la Banca centrale europea non è criticata”. Il Fondo stesso è ambivalente, ogni suo dire è costellato di ossimori (di asserzioni acute-stupide, etimologicamente è questo un ossimoro). Il fallimento c’è, ma è chiamato “necessario”. La recessione greca è “più vasta d’ogni previsione”, ma è “ineludibile”. Il fato illogico regna ancora sovrano, solo che a gestirlo oggi sono gli umani.

In realtà c’è poco da compiacersi. L’Unione non ha compreso la natura politica della crisi  –  la mancata Europa unita, solidale  –  e quel che resta è un perverso intreccio di moralismi e profitti calcolati. Resta l’incubo del contagio e dell’azzardo morale. Condonare subito il debito, come chiedevano tanti esperti, significava premiare la colpa. E poi all’Europa stava a cuore proteggere i creditori, dice il rapporto del Fondo, più che scongiurare contagi: dilazionare le decisioni “dava tutto il tempo alle banche di ritirar soldi dalle periferie dell’eurozona”. La Banca dei regolamenti internazionali cita il caso tedesco: 270 miliardi di euro hanno abbandonato nel 2010-11 cinque paesi critici (Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia, Spagna).

Ma la vera macchia umana è più profonda, e se non riconosciuta come tale sarà ferita che non si rimargina. È l’ascia abbattutasi sull’idea stessa dei beni pubblici, guatati con ininterrotto sospetto. È qui soprattutto che salari e lavori sono crollati. E la democrazia ne ha risentito, a cominciare dalla politica dell’informazione. Il colmo è stato raggiunto la notte dell’11 giugno, quando d’un tratto il governo ha chiuso radio e tv pubblica  –  l’Ert, equivalente della Bbc o della Rai  –  con la tacita complicità della troika che esigeva licenziamenti massicci di dipendenti pubblici. Non che fosse una Tv specialmente pluralista, ma perfino chi era stato emarginato (come l’economista Yanis Varoufakis) ha accusato i governanti di golpe. Le televisioni private, scrive Varoufakis, sono spazzatura: “un torrente di media commerciali di stampo berlusconiano: templi di inculcata superficialità” da quando inondarono gli schermi negli anni ’90.

Il giorno dopo l’oscuramento di Ert (2700 licenziati) c’è stata una manifestazione di protesta a Salonicco. Tra gli oratori l’economista James Galbraith, figlio di John Kenneth, e il verdetto è spietato: cinque anni di crisi son più della Seconda guerra mondiale condotta dall’America in Europa, più della recessione combattuta da Roosevelt. E la via d’uscita ancora non c’è.

Perché non c’è? Galbraith denuncia un nostro male: la mentalità del giocatore d’azzardo. Il giocatore anche se perde s’ostina sullo stesso numero, patologicamente. Continuando a ventilare l’ipotesi dell’uscita greca l’Europa ha spezzato la fiducia fra gli Stati dell’Unione, creando una specie di guerra. Ci sono paesi poco fidati, e poco potenti, che non hanno più spazio: i Disastri di Goya, appunto. Non è stata invitata Atene, alla riunione romana, ma neppure Lisbona: la sua Corte costituzionale ritiene contrari alla Carta due paragrafi del piano della troika, e da allora anche il Portogallo è paria. “Ci felicitiamo che Lisbona prosegua la terapia concordata: è essenziale che le istituzioni chiave siano unite nel sostenerla”, ha comunicato la Commissione due giorni dopo la sentenza, rifiutando ogni rinegoziato. Mai direbbe cose analoghe sui verdetti della Corte tedesca, giudicati questi sì inaggirabili.

Macchie simili non si cancellano, a meno di non riscoprire l’Europa degli esordi. Non dimentichiamolo: si volle metter fine alle guerre tra potenze diminuite dopo due conflitti, ma anche alla povertà che aveva spinto i popoli nelle braccia delle dittature. Non a caso fu un europeista, William Beveridge, a concepire il Welfare in mezzo all’ultima guerra.

Le istituzioni europee non sono all’altezza di quel compito, attualissimo. Tanto più occorre che i cittadini parlino, tramite il Parlamento che sarà votato nel maggio 2014 e una vera Costituzione. È necessario che la Commissione diventi un governo eletto dai popoli, responsabile verso i deputati europei. Una Commissione come quella presente nella troika deve poter esser mandata a casa, avendo generato rovine. Ha perso il denaro, il tempo e l’onore. Ha seminato odio fra nazioni. Ha precipitato un popolo, quello greco, nel deperimento. Si fa criticare da un Fmi malato di doppiezze. È affetta da quello che Einstein considerava (la frase forse non è sua, ma gli somiglia) il sommo difetto del politico e dello scienziato: “L’insania che consiste nel fare la stessa cosa ripetutamente, ma aspettandosi risultati differenti”.

18 Giu, 2013

Terra, lettura, economia

Giovedì 20 giugno, ore 17.30 – 20.00
Casa delle donne
Il tema  della  terra come pianeta e come ‘suolo’ è rilevante ai fini della tutela di fertilità, produttività, accesso al cibo, salute, paesaggio, ambiente, biosfera. Lavoro sul ‘campo’, ricerca, creatività possono dare impulso ad una nuova economia che attraversi quartieri, città, territori…

Saluti di Francesca Koch,  Presidente del Consorzio Casa Internazionale delle Donne
Presenta: Irene Giacobbe, Presidente Power and Gender – associazione  federata  AFFI
Modera:  Maria Luisa Forenza,  Regista ANAC

TERRA
Rosanna Oliva:  Il Parco di Veio. La difesa di Demetra
(Comitato Parco di Veio, Presidente Associazione Aspettare Stanca)

Domenico Genovesi: Terra e  distribuzione delle terre nel Lazio
(Regione Lazio, Direzione Agricoltura)

LETTURA
Maria Pia Mazziotti:  Pubblica lettura a Roma
(Biblioteche di Roma Capitale, Ufficio Progetti Speciali Culturali)

Massimo Sani:  La lettura nell’era dell’immagine digitale
(Esecutivo ANAC, Associazione Nazionale Autori Cinematografici)

ECONOMIA
Nino Galloni: Lavoro, tempo, moneta
(Economista,  membro del Collegio dei Sindaci dell’INPS)

Gaetano Bonaiuto:  Prestito della speranza ed economia del dono
(Economista, progetto Microcredito di Banca INTESA SAN PAOLO)

Testimonianze
Nike Koutrakou: Terra, Lettura, Economia in Grecia
(Ministro Consigliere, Ambasciata di Grecia a Roma)

Andrea Ferrante: La sfida dell’eco-solidale
(CAE-Città dell’Altra Economia)

Interventi Istituzionali
Paolo Masini   (Consigliere di Roma Capitale)
Marta Bonafoni   (Consigliera Regione Lazio, Comm.ni Vigilanza, Cultura, Politiche sociali)
Concettina Ciminiello  (Assessora  Regione Lazio alla Semplificazione,  Trasparenza, Pari opportunità)

Interventi dal pubblico

Alla fine dell’incontro la  Fattoria Di Vaira (Petacciato, Campobasso)  offre  una degustazione di prodotti biodinamici.
www.fattoriadivaira.it

Casa Internazionale delle Donne – Sala  Carla Lonzi  – Via della Lungara, 19
- 00165  Roma