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26 Lug, 2013

Le mani dei clan sulla città pericolo per la democrazia

L’importante operazione che ha portato all’arresto di esponenti della mafia romana che da più di due decenni controllavano il territorio di Ostia attraverso la spartizione delle diverse tipologie di traffici illeciti, è la conferma dell’esistenza di un coacervo di relazioni e interessi criminali che rischiano di cambiare per sempre i connotati della nostra regione. Uno spaccato che conferma in maniera netta quanto denunciato anche nell’ultimo rapporto di “DaSud” focalizzato su i clan della Capitale.

Cemento, droga, usura, riciclaggio, gioco d’azzardo. Proprio su questo il Consiglio Regionale due giorni fa, ha approvato una legge contro le ludopatie che attraverso i nostri emendamenti denuncia il controllo da parte dei clan dei luoghi destinati ai giochi d’azzardo e al giro d’usura che colpisce le vittime dei giochi d’azzardo.

Sono questi gli affari delle mafie, italiane e straniere che controllano il territorio, ed anche il centro storico dove locali notturni, ristoranti, mercati rionali sono vittime quotidiane di estorsioni. I clan sono ormai ben addentellati nel tessuto economico e sociale. Operano con grande disinvoltura ed efficacia grazie a complicità importanti e decisive nel mondo delle professioni, dell’imprenditoria, persino dentro le banche o dentro le sacre pareti dei tribunali.

Per questo  è  importante  sostenere  a livello istituzionale ogni forma di ostacolo alle mafie, intervenendo in maniera concreta sia dal punto di vista giudiziario,  politico e sociale, proponendo una antimafia sociale per lasciare sempre  meno spazi ai clan.

25 Lug, 2013

Disoccupazione giovanile: i dati del Censis confermano l’allarme

I dati divulgati oggi da Censis confermano l’allarme per un’intera generazione con la quale, cominciando dalla Regione Lazio e le Istituzioni tutte, si deve riallacciare un rapporto per recuperare il tempo perduto. Istruzione, formazione, cultura, lavoro, ricerca, innovazione: sono moltissimi i temi su cui lavorare.

La legge sulla concessione delle terre agricole ai giovani, sottoscritta dal nostro Gruppo, va proprio in questa direzione. Come anche la vivificazione di quella sul reddito minino garantito, da portare avanti assolutamente. Serve un approccio diverso: i giovani del Lazio non devono piu’ essere considerati un target delle politiche regionali ma gli assoluti protagonisti della ripartenza economica.

Non chiediamoci più cosa fare per loro ma come agire insieme a loro per poter parlare davvero di prospettive future

25 Lug, 2013

Insieme alle associazioni antimafia per combattere la ludopatia

Una legge che punta al massimo delle competenze regionali per combattere il fenomeno della ludopatia, una realtà tanto più grave ed urgente perché legata alla crisi economica. Sempre più uomini ma anche moltissime donne, anziani ma anche sempre più i giovanissimi, affidano il proprio denaro, la propria disperazione e la loro solitudine al gioco e alle slot-machine.

Con la Legge approvata all’unanimità dal consiglio di oggi, nel pieno rispetto del programma di Nicola Zingaretti, la regione Lazio centra due obiettivi. Intervenire sulla prevenzione del fenomeno anche con l’accompagnamento delle persona colpite da gioco d’azzardo patologico, e lanciare un grido dall’allarme allo Stato affinchè legiferi presto recuperando il tempo perduto che sta provocando sempre più malati.

Sono particolarmente felice per aver contribuito con gli emendamenti del Gruppo per il Lazio ad inserire nella legge il coinvolgimento delle associazioni antimafia nella lotta alle Ludopatie, denunciando in questo modo la già massiccia presenza dei clan e della criminalità organizzata nella gestione degli esercizi in cui si gioca, e nel controllo del giro di usura legato all’indebitamento che colpisce le persone malate di ludopatia.

24 Lug, 2013

Erich Priebke, non c’è davvero nulla da festeggiare

Non c’è davvero nulla da festeggiare per i cento anni di Erich Priebke. Lunedì 29, infatti, sarò insieme ai cittadini che hanno scelto di manifestare per scongiurare si svolga qualsiasi tipo di festeggiamento pubblico per il compleanno del criminale nazista. Parteciperò al presidio organizzato dal Circolo Sel Aurelio-Boccea in via Cardinal Sanfelice.

Non possiamo permettere e accettare che un uomo condannato all’ergastolo per crimini di guerra e per il vergognoso eccidio delle Fosse Ardeatine, si comporti come se tutto fosse stato dimenticato. Nessuno di noi ha dimenticato.

23 Lug, 2013

“La moratoria sui diritti civili dura da 35 anni”

“Mi viene da dire che nel Parlamento italiano questo tipo di moratoria va avanti da 35 anni. Dopo l’approvazione della legge sull’aborto non abbiamo più praticamente proposto nulla sui diritti civili. Anzi, quando abbiamo approvato qualcosa lo abbiamo fatto per restringerli, penso alla legge sulla medicazione medicalmente assistita. Io credo che su questi temi si sia ragionato molto e che siamo maturi per una decisione, in particolare sulla legge sull’omofobia l’intera scorsa legislatura è stata dedicata all’approfondimento e alla riflessione, oggi mi sembra che siamo pronti per approvare il provvedimento”.
Leggi l’articolo (da zeroviolenzadonne.it)

23 Lug, 2013

Carceri romane: “Un bollettino di guerra”

“Dignità, dignità” hanno urlato ieri mattina i detenuti della terza sezione di Regina Coeli all’arrivo del presidente della Camera Laura Boldrini. E gli agenti di polizia penitenziaria le hanno chiesto: “Torni un’altra volta presidente, ma senza preavviso: troverà un solo agente su tre piani per 250 detenuti”. Voci arrabbiate dalle carceri romane che raccontano di istituti pronti a esplodere, di attese infinite per un dentista o una lastra, di celle dove c’è ancora la fogna aperta e gli escrementi dopo una settimana vengono a galla, di poliziotti aggrediti nel tentativo di salvare una donna che vuole tagliarsi le vene.
Leggi l’articolo (da zeroviolenzadonne.it)

22 Lug, 2013

Una strada per Miriam Mafai

Anche io ho scelto di sottoscrivere  la petizione on line per dedicare una strada a Miriam Mafai. Una grande donna impegnata socialmente, che durante la seconda guerra mondiale fu parte attiva della Resistenza antifascista.

Una giornalista  che si è spesa per il riconoscimento dei diritti delle donne, interessandosi in particolare a temi quali divorzio, aborto, referendum, laicità dello Stato, legge sulla fecondazione assistita e condizione dei lavoratori.

La proposta partita dalle pagine del Gruppo Toponomastica femminile di facebook, è stata accolta sulla piattaforma change.org e appoggiata dall’Associazione Miriam Mafai e dalla Fondazione Nilde Iotti, sarà presentata al Comune di Roma.

Sono sicura che il sindaco Marino saprà cogliere il forte valore di questa petizione.

22 Lug, 2013

Cara Cécile, ti scrivo

Una lettera difficile, indirizzata al ministro dell’Integrazione dalla scrittrice Igiaba Scego.

A volte serve molto coraggio per dire un NO. Rosa Louise McCauley Parks ha detto il No con cui poi è passata alla storia il primo dicembre del 1955. In quei tempi le leggi Jim Crow imponevano la segregazione razziale in tutti i luoghi pubblici. Anche sull’autobus. Le prime quattro file erano per i bianchi, quelle in fondo invece per i neri. Ma se l’autobus era troppo pieno i neri avevano l’obbligo di cedere il posto ai bianchi. Pena gravi sanzioni. Quel primo dicembre chiedono a Rosa di cedere il suo posto e lei semplicemente non lo fa, dice No. E quel No ha cambiato la vita del mondo, non solo dei neri, ma di tutti noi esseri umani. Quel No ha cambiato anche la mia di vita. Ogni volta che penso alla mia laurea, al mio dottorato, ai miei libri penso a Rosa. Se non fosse stato per quel suo No io, una afrodiscendente, ora non sarei dove sono e soprattutto non avrei questa sicurezza che contradistingue la mia quotidianità.

Cara Cécile, lo so che conosci la storia di Rosa Parks. La conosciamo tutti. Ma era necessario richiamarla alla memoria ora, qui, in questo istante perché sto per chiederti una cosa molto difficile. Non so nemmeno bene come formulare questo mio pensiero, ci provo e scusami se l’ho presa un po’ alla lontana.

Io vorrei chiederti di dire anche tu un No, ovvero chiederti di lasciare l’incarico ministeriale che ti è stato assegnato.

Uff l’ho detto! L’ho scritto! Non è stato facile. Lo penso già da un po’ sai? Ma solo ora sono riuscita a visualizzare meglio questo mio pensiero. Non mi importa se diranno che questa è la “solita polemica” o che mi voglio fare pubblicità o che sono del partito di quelli controcorrente per forza. Io so solo che il mio è semplicemente un atto d’amore e un attestato di stima nei tuoi confronti. Una forma di solidarietà, a modo mio, come quella mozione del Senato votata da 260 senatori dopo le parole orrende pronunciate contro di te da Calderoli. Come tanti in questi mesi, ho amato la tua pacatezza nel rispondere agli insulti razzisti, il tuo sorriso celestiale, la cocciutaggine nel riportare a galla temi scomodi. Però, e me lo sto chiedendo in questi giorni terribili di scandali e menzogne, che senso ha la tua presenza in un governo come questo che non rispetta la nostra intelligenza? Che calpesta il diritto d’asilo come se niente fosse?

Il mio a “mia insaputa” ascoltato in questi giorni è un copione già visto. Non è giusto riproporci ogni volta la stessa minestra… riscaldata male per giunta!

L’Indignazione è palpabile.

Mi fa tremare. Mi fa piangere.

E oltre il danno a volte fa capolino anche l’incubo.

Il 4 luglio scorso è successo qualcosa che personalmente mi ha atterrito.

A Palazzo Chigi, un palazzo che hai imparato a conoscere bene in questi mesi, si è svolto l’ennesimo vertice Italia-Libia. Quel giorno i patti bilaterali tra i due paesi sono stati rafforzati e tutto questo, ahimè, sulla pelle dei richiedenti asilo che dalla Libia scappano per le continue violazioni dei diritti umani. Il ministro Abdelaziz ha promesso di “controllare” le coste libiche e di bloccare le partenze dei migranti. Controllare che significa per il ministro libico? Ce lo siamo chiesti? Una parola neutra che nasconde una realtà libica fatta di violenze, supplizi, precarietà e paura a danno dei migranti anche in questo post Gheddafi. Non te lo devo raccontare io delle donne stuprate nelle carceri libiche e degli uomini umiliati da soldati violenti. Io conosco tante ragazze passate per la Libia e che poi sono approdate in Italia con un pancione di sei mesi e tanta paura negli occhi. Molte associazioni quali Amnesty International sono preoccupate per il risvolto di questo ennesimo vertice Italia-Libia sui diritti di uomini e donne in transito presso il paese nordafricano. “La comune volontà di proseguire e rafforzare ulteriormente i rapporti bilaterali” non si trasformerà temo in più diritti per chi è costretto a fuggire da guerre, fame, siccità. Credo piuttosto il contrario.

E poi è forse giunta l’ora di dire agli italiani che è una percentuale minima quella dei migranti che fanno il viaggio per mare e che la maggior parte di loro è richiedente asilo. Dobbiamo cominciare a ripristinare la verità…

sì la verità…

Ma non solo sulla migrazione, su tutto.

A proposito di questo, mi chiedo ogni sera che fine abbia fatto la discussione sulla legge elettorale. Se un senso avevano le larghe intese era quello di fare questa benedetta legge o no? Ma non se ne parla, non si sa molto, tutto è molto nebuloso e direi accidentato.

Non credi che ci meritiamo di più tutti quanti noi?

E noi figli di migranti non ci meriteremmo uno ius soli? Si parla tanto di questo tema, ma rimane tutto sempre troppo vago. Tu, lo so, incontri ogni giorno associazioni, ragazzi, ragazze, genitori, insegnanti. Ma basta? Io temo che non ci sia una volontà politica di fare questa legge in questa legislatura. Vorrei sbagliarmi ma, ora come ora, vedo un dibattito stagnante e non sai quanto mi fa soffrire questo.

Non voglio darla vinta ai leghisti, cara Cécile. Non immaginare questo ti prego. Loro vogliono vederti fuori dai giochi, finita, Ko. Ma sai, alla fine sono loro ad essere fuori dai giochi, finiti, Ko. Quando nella città natale di Bossi vanno al suo comizio 16 persone vuol dire che sono ormai kaputt in tutti i sensi o no? Ti insultano non solo per il loro innato razzismo, ma anche perché ci provano a riavere una loro visibilità perduta attraverso te. Non ragionar (e nemmeno noi lo dovremmo fare più) di loro, ma guarda e passa. Io temo che nel futuro, invece, dovremmo affrontare un razzismo ben più subdolo rispetto a quello leghista, un razzismo che cavalcherà la lotta di classe e la crisi economica. Un razzismo che sarà portato avanti da gruppi estremisti e non solo. Dobbiamo stare attente alle Marine Le Pen nostrane, cara Cécile. Quelle dalla faccia pulita e dalla lingua affilata. Per questo che ti chiedo un atto di disubbidienza ora. È necessario… prima che sia troppo tardi.

Non fraintendermi, vederti in Tv è una gioia, sentirti parlare pure. Ma tu hai bisogno di strumenti reali per poter davvero incidere nella società. Ora come ora non ce l’hai temo.

Rosa ha disubbidito è ha cambiato il mondo, come del resto lo ha fatto Mandela e più recentemente la piccola Malala. Sono gli atti di disubbidienza che ci hanno permesso di progredire nei diritti umani.

Sento che tu hai in mano un grosso potere ora, ovvero quello di cambiare la sinistra (che ne ha proprio bisogno!) e con essa anche il paese.

Ma ti devi sottrarre ad un governo che non ha più senso di esistere. Un governo affogato da scandali e brutte figure. Suona anarchico quello che ti sto dicendo, ma non lo è. Non sono supportata da nessuna ideologia in questo momento, ma solo dal grande affetto che provo per te.

Ti vorrò bene sempre, anche se non dirai No e starai al tuo posto fino all’ultimo giorno di questa legislatura. Io capirò la tua scelta e questo non diminuirà di certo la stima che ho di te. Solo che avevo bisogno di esplicitare questo pensiero che mi tormenta il cuore già da un po’. Spero che tu capirai l’amore presente in questa lettera. Amore per te, per l’Italia, per me stessa, per il prossimo. Penso solo, e per questo ti ho scritto, che tutti noi avremmo bisogno di una politica trasparente e vicina alla nostre vite. Quella espressa dalle larghe intese semplicemente non lo è.

Con affetto, Igiaba Scego