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07 Apr, 2013

Gestione Pubblica dell’acqua anche nel Lazio? Inizia il conto alla rovescia

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Il nuovo Consiglio regionale del Lazio appena insediato ha 365 giorni di tempo per discutere ed approvare la proposta di Legge regionale “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, approvata da 39 comuni del Lazio e sottoscritta da circa 40mila cittadini: le delibere comunali approvate con la maggioranza dei due terzi obbligano infatti il Consiglio regionale a discutere entro un anno il testo, legiferando secondo quanto indicato nella proposta stessa, oppure ad andare a referendum propositivo regionale.

Dopo la grande vittoria referendaria del 12 e13 giugno 2011, quando 2.500.000 di abitanti del Lazio hanno votato contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per l’acqua pubblica fuori dal mercato, dopo la presentazione della proposta di legge, è ora necessario che la Regione Lazio dia seguito alla volontà popolare, attraverso la gestione pubblica dell’acqua, come stanno facendo altri enti locali nel resto del Paese.

Per questo oggi abbiamo atteso i consiglieri regionali all’ingresso del Consiglio Regionale, consegnando loro il “kit dell’acqua”: uno strumento attraverso il quale affrontare le questioni legate alla gestione del servizio idrico nella direzione indicata dai cittadini, con il quale si richiede a tutti un incontro per la costituzione di un inter-gruppo consiliare sull’acqua.

Per questo abbiamo voluto incontrare oggi il Presidente del Consiglio regionale, Daniele Leodori, al quale sono state consegnate le firme a sostegno della proposta di legge regionale e chiesto di avviare immediatamente i lavori per la discussione della legge, affinché si giunga alla sua approvazione entro un anno, attraverso un percorso scadenzato di discussione pubblica e partecipata che permetta di affrontare insieme alle comunità locali le criticità della gestione del servizio idrico nella nostra regione.

Durante il breve incontro, al quale erano presenti anche le consigliere Marta Bonafoni e Cristiana Avenali, il Presidente Leodori si è impegnato per avviare al più presto il percorso di discussione della legge, nel rispetto dei tempi e dei passaggi istituzionali, in un’ottica di ampliamento della discussione a tutte le realtà interessate.

Quello di oggi è stato dunque solo una prima iniziativa diretta al nuovo consiglio regionale, un’iniziativa che abbiamo deciso di mettere in atto insieme alle altre cruciali vertenze della Regione: sanità e gestione dei rifiuti, perchè sui servizi essenziali finisca il tempo delle speculazioni e nasca quello degli interessi collettivi

Si scrive acqua, si legge democrazia

07 Apr, 2013

Scuola e cultura, Italia maglia nera. Triste primato insieme ala Grecia

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Ad un paese sommerso dall’austerità, praticata dai governi di ogni colore e dai sapienti che continuano a mostrare inutilmente le loro presente eccellenze tecniche e amministrative, ieri l’Eurostat ha spiattellato una realtà urlata da anni dagli studenti, dagli artisti che occupano i teatri e i cinema, dagli sfrattati che si riappropriano delle case sfitte
Leggi l’articolo de Il Manifesto

07 Apr, 2013

Carcere di Rebibbia: “Docce fatiscenti, celle sovraffollate e taglio dei fondi per il lavoro”

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Stamattina in visita nel penitenziario la deputata Celeste Costantino (Sel) e la consigliera regionale Marta Bonafoni (Per il Lazio): “Urge intervento del provveditore regionale”. E Sel rilancia il suo pacchetto di proposte di legge sulla giustizia

“Il sovraffollamento dei reparti, il servizio docce fatiscente, un taglio netto delle detenute occupate in lavori interni, la carenza del personale penitenziario conseguenza dei tagli operati nel settore: è questa la situazione che abbiamo trovato questa mattina nel corso della nostra visita nel carcere di Rebibbia femminile”. È quanto dichiarano la deputata di Sel Celeste Costantino e la consigliera regionale del gruppo Per il Lazio Marta Bonafoni che stamattina per 4 ore hanno visitato nella sua interezza l’istituto penitenziario romano. “Siamo consapevoli di aver fatto un sopralluogo in una delle strutture detentive meno problematiche d’Italia – dicono Costantino e Bonafoni – e proprio per questo la nostra denuncia sullo stato delle carceri nazionali vuole essere alta e circostanziata”.

Questo il racconto: “In un istituto con una capienza massima di 281 ristrette sono ad oggi detenute 380 donne, 17 delle quali con i loro bambini. Proprio la situazione che abbiamo trovato nel reparto nido – aggiungono – ci ha colpito per il suo ordine e la sua efficienza, così come abbiamo riscontrato una buona condizione nel reparto di massima sicurezza. Molto diversa la situazione nei cosiddetti camerotti, dove in stanze per 3 ristrette convivono anche 5 donne”. E insistono: “Soprattutto vogliamo denunciare la situazione di degrado e pericolo delle docce (agibili solo 4 su 16): da almeno due mesi 250 detenute sono costrette a lavarsi nelle docce poste al piano terra dei reparti e all’interno di locali fatiscenti, pieni di infiltrazioni d’acqua, pericolosi anche dal punto di vista della sicurezza delle donne”.

Un ragionamento a parte merita il capitolo lavoro: “le occasioni di lavoro dentro il carcere, unica possibilità di recupero vero nonché di autonomia delle detenute – rimarcano Costantino e Bonafoni – sono state tagliate del 70% a causa dei mancati stanziamenti, e la stessa presenza di personale penitenziario risulta dai racconti degli stessi agenti del tutto insufficiente a un corretto rapporto detenuta/agente”.

“Per questo – dichiarano la deputata Costantino e la consigliera regionale del Lazio Bonafoni – intendiamo innanzitutto sollecitare il provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria a ripristinare quanto prima un uso completo e sicuro delle docce del carcere e alla messa in sicurezza dei camerotti. Non solo: è indispensabile ripristinare i fondi per permettere alle detenute di partecipare a programmi di inserimento lavorativo”.

La visita di oggi, collegata ad altre analoghe di parlamentari di Sel in tutta Italia, è servita anche per porre l’attenzione su un pacchetto di proposte di legge sulla giustizia depositate da Sinistra ecologia e libertà  in Parlamento: sull’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano, sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina e sull’abrogazione della cd. “ex legge Cirielli” su recidiva e prescrizione dei reati.