Top

31 Gen, 2017

Periferie, al via le audizioni in Commissione regionale antimafia

E’ cominciato oggi in Commissione regionale antimafia l’ascolto dei presidenti dei municipi di Roma, a partire da quelli che amministrano i territori menzionati dal Capo della polizia, Franco Gabrielli, durante l’audizione in Commissione parlamentare sulle periferie. L’incontro con i presidenti del IV e del VI municipio, ha permesso alla Commissione di approfondire le problematiche di zone quali San Basilio, Tor Bella Monaca e Ponte di Nona. Quartieri difficili ma al contempo ricchi di potenzialità, dove il basso livello dei servizi si associa spesso alle piazze dello spaccio, alla delinquenza minorile, a un’aspettativa di vita inferiore rispetto agli altri quartieri. Un’audizione necessaria, quindi, per ascoltare questi territori, ma anche per individuarne le criticità maggiori e per chiedere risposte a chi si trova adesso a governarli. Ripartire dal sociale, dalla cultura, dalla rigenerazione urbana sono le parole d’ordine emerse nel corso dell’audizione, ma anche la necessità di non criminalizzare i territori e di valorizzarne le risorse migliori, le associazioni, i comitati e le realtà che più di ogni altro conoscono il quartiere in cui vivono. Recepire prima di tutto le loro istanze, dunque, a partire dal grido di allarme lanciato proprio oggi dai rappresentanti di consorzi di autorecupero delle periferie e dalle associazioni per la rigenerazione urbana della Capitale, che durante la seduta della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni delle città e delle loro periferie hanno descritto una situazione di abbandono inquietante. A questo degrado e a questa solitudine vanno trovate risposte nella partecipazione e nell’inclusione, quali strumenti a disposizione delle istituzioni per ridurre quel divario tutt’oggi presente tra la politica e i bisogni delle periferie. E’ quanto afferma la vice presidente della Commissione regionale sulla criminalità e le infiltrazioni mafiose nel Lazio, Marta Bonafoni.

04 Nov, 2015

Se la politica non ricomincia dalle sofferenze degli ultimi

Da quando è iniziato il caso Marino ricevo telefonate e messaggi, da compagni e amici, il cui contenuto è pressappoco questo: “Facciamo qualcosa, non possiamo assistere alla morte della democrazia”. Ma questo sentimento autentico di malcontento, o di disagio, o di frustrazione, non arriva oltre una sana quanto legittima indignazione “trasformando la spontaneità in organizzazione, la folla in massa cosciente, il dissenso in proposta politica alternativa”, come ha ben scritto Angelo D’orsi (il manifesto, 1 novembre).
Enzo Scandurra, Il Manifesto

09 Ott, 2015

Roma. Non si piange su una città coloniale. Note sulla politica romana

Giovedì 12 Novembre, ore 18.00
Esc – Atelier Autogestito
Via dei Volsci, 159 – Roma

Presentazione del libro di Walter Tocci

Roma. Non si piange su una città coloniale. Note sulla politica romana (goWare 2015)

Ne discutono con l’autore:

Marta Bonafoni

Augusto Illuminati

Cristian Raimo

Enzo Scandurra

LUM – Libera Università Metropolitana

“C’è una crisi capitale del governo della capitale che va al di là della grave patologia attuale e richiede un’analisi a ritroso non solo dei guasti delle giunta di destra, ma anche delle ambiguità e delle incompiute del riformismo precedente”. “Può sembrare quasi provocatorio – e non nascondo l’intenzione – proporre una discussione sul futuro della città quando incalzano le emergenze amministrative e il fallimento della classe politica. I problemi della vita quotidiana quasi mai si risolvono caso per caso se non si cambia il paradigma che li determina. Nasce il cambiamento solo se si prende congedo dalla contingenza per immaginare un’altra visione delle cose”.

“La politica non si è solo personalizzata, si è anche statalizzata, anzi i due processi si sono alimentati vicendevolmente. Nel trentennio che voleva privatizzare ogni cosa proprio la funzione politica curiosamente ha seguito il cammino opposto incistandosi nella macchina amministrativa e perdendo la linfa che un tempo veniva dal radicamento sociale e dalla produzione culturale. Il politico è diventato una sorta di funzionario che aderisce totalmente alla logica della burocrazia locale, nazionale ed europea. Viene meno quel distacco che è connesso alla capacità progettuale. Da qui deriva la crisi della cultura di governo – soprattutto della sinistra che ha più bisogno di progettualità – e l’identificazione delle pseudo riforme con l’ipernormativismo.”

Queste citazioni sono tratte dall’ultimo libro di Walter Tocci, Roma. Non si piange su una città coloniale. Note sulla politica romana, pubblicato da goWare nella primavera del 2015. Un lavoro che ha il pregio di ripercorrere criticamente, con estrema lucidità e piglio genealogico, la storia delle ultime amministrazioni romane, di centro-sinistra e di destra e che ha intravisto quello che da lì a poco sarebbe accaduto: la caduta, meglio, la destituzione dall’alto della giunta Marino.

Ancora di più, dopo le ultime vicende, Roma si presenta come una città coloniale. Non solo sul lato economico: una città fondata su uno sviluppo senza sedimentazione, su sacche crescenti di povertà e di lavoro gratuito, su fette consistenti di “capitale-mafia”. Ma anche sul lato politico: il nesso elettivo, il mandato democratico, sembrano cedere il posto a inedite forme di commissariamento manageriale della città. Due prefetti, chiamati a sostituire un sindaco che aveva già da tempo perso le basi del suo consenso sociale. Il tutto all’insegna di una logica che non dismette, ma che al contrario accentua, i tratti dell’emergenzialismo. Il mantra, attraverso il quale viene inaugurata la nuova gestione della città, è quello dei Grandi Eventi, dal Giubileo alla candidatura alle Olimpiadi del 2020. Una logica di carattere puramente amministrativo-prefettizio, che chiude gli spazi della discussione democratica e dell’azione politica. Una città che attraversa una crisi politica, sociale, economica, che sembra essersi definitivamente cristallizzata. Eppure, Roma può e deve riscattarsi. L’attuale scenario deve essere occasione per riaprire una discussione sul governo della città, sull’invenzione di nuove forme istituzionali, sul superamento dalle condizioni di povertà e di sfruttamento.

09 Ott, 2015

Lo sguardo sulla città

Ci ho dormito su.

Dopo una giornata passata a votare un’ottima legge contro l’usura mentre tutto attorno cresceva il rumore delle macerie che venivano giù.

Dopo un pomeriggio vissuto accanto a tanti bravissimi amministratori municipali, addosso i brividi di una doccia fredda, le lacrime calde agli occhi.

Dopo una serata seduta in macchina sfiorando Roma in cui ancora una volta mi sono trovata a pensare “ci risiamo, di nuovo la mia città vive momenti difficilissimi”.

Provo a dire la mia sulle ‪#‎dimissioni‬ del Sindaco ‪#‎Marino‬.

Per un attimo lascio da parte la questione degli scontrini, pur pensando che il tema non sia il rimborso ma – nel caso – la menzogna. Lascio perdere il giornalismo quanto riesca ad essere un pessimo mestiere quando si allea di fatto alle peggiori consorterie. Mi tolgo dalla testa persino quella che penso essere ora la faccia soddisfatta di ‪#‎Renzi‬, che da mesi aveva il dito pronto sul pulsante “game over” e non vedeva l’ora di pigiarlo.

Io semplicemente oggi penso questo.

Che il Sindaco #Marino dopo aver gloriosamente voltato le spalle ai soliti poteri forti e criminali della Capitale, non è stato capace di fare l’altro gesto necessario a governare Roma: guardarla negli occhi.

Non si è messo alla sua altezza, non l’ha ascoltata fino in fondo, non ha stabilito con lei un’empatia.

Quindi non l’ha capita.

Dopo aver scansato le mani dalla città, non ha posato davvero lo sguardo sulla città.

Difficilmente questa cosa potrà accadere nei prossimi venti giorni.

30 Set, 2015

Roma, non si piange su una città coloniale

Giovedì 5 Novembre, ore 18.00
Scuola Danilo Dolci c/o Agenzia Diritti
Via Luigi Montuori 5, Roma (Fermata Garbatella Metro B)

Giovedì 5 Novembre, dalle 18.00 alle 20.00, la Scuola Danilo Dolci  nella nuova sede presso l’Agenzia Diritti in Via Luigi Montuori 5, Roma (Fermata Garbatella Metro B) –  in collaborazione con Assessorato Politiche culturali, Intercultura e di Memoria Storica dell’VIII Municipio e Agenzia Diritti “Nuova Cittadinanza” – ti invita all’incontro sul tema:

Roma, non si piange su una città coloniale
Note sulla politica romana con Walter Tocci (deputato PD)

Partendo da un’esortazione ricavata dalla Meditazione Orale di Pier Paolo Pasolini che invita a non piangere su una città coloniale che, nel corso dei secoli, ha superato qualsiasi crisi, Tocci ci richiama alla necessità di continuare  a porci delle sfide ambiziose nel governo  della città, e a immaginare, in forma collettiva, il suo futuro.

La sede della Scuola Danilo Dolci è in Via Luigi Montuori 5, Roma (06/51882581), a Garbatella, dietro il Teatro Palladium e il CSOA La Strada, raggiungibile da Piazza Damiano Sauli accanto alla Scuola Cesare Battisti.