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22 Dic, 2014

Terzo Libro Bianco sul razzismo in Italia

Lunedì 26 gennaio, ore 17.00
Auditorium Santa Croce
Via Statilia, 15 – Roma

Interviene una delle Autrici
Serena Chiodo

Sono invitati
Movimento immigrati e rifugiati di Caserta, Madiba Mandela Project, Social Pride, Barca dei Diritti, Arci Roma, Asinitas, Medici senza camice. Associazioni, movimenti e cittadin@

Modera
Marta Bonafoni

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Nel terzo libro bianco, Lunaria ripercorre le Cronache di ordinario razzismo che attraversano la vita pubblica e sociale nel nostro paese, allungando lo sguardo verso l’Europa, di cui ultime elezioni hanno svelato le pulsioni nazionaliste, xenofobe e populiste.

Attraverso questo lavoro di monitoraggio, analisi e approfondimento si denuncia l’evoluzione delle molteplici forme di razzismo nel nostro Paese, dalle discriminazione istituzionali alle stigmatizzazioni mediatiche, dalle violenze fisiche alla retorica politica. Proseguendo il lavoro avviato nel 2007, il testo racconta le discriminazioni e le violenze razziste quotidiane che attraversano icomportamenti sociali, i discorsi della politica, gli interventi delle istituzioni e i messaggi dei media, grazie all’analisi di duemilacinquecentosessantasei casi di discriminazioni e violenze razziste documentati in un database on-line tra l’1 settembre 2011 e il 31 luglio 2014.

Gli autori si confronteranno con storie di razzismo raccontate dai cittadini e dalle cittadine che si sono resi protagonisti delle battaglie per i diritti contro le discriminazioni in questa città e nel resto del sud Italia, a partire dal percorso del Social Pride fino ad arrivare alla barca dei diritti e al progetto Mandela. Parleremo di Castelvolturno, di Rosarno e del lavoro nero, della accoglienza e delle mafie che ne fanno un business, e ancora di come la speculazione politica crea diritti di serie A e di serie B.

 

28 Nov, 2014

Casapound soffia sul fuoco dell’intolleranza

Ennesimo e grave gesto quello compiuto oggi da Casapound che stamattina ha bloccato l’uscita del Villaggio Attrezzato di Via Cesare Lombroso nel Municipio XIV, impedendo il passaggio dei bambini e dei ragazzi del campo che si apprestavano ad andare a scuola. Lo stesso è avvenuto di fronte ad alcuni complessi scolastici della zona in cui i minori rom sono iscritti.

La denuncia che intendo rilanciare arriva da Arci Solidarietà e della cooperativa sociale Eureka che lavorano con quei minori, uniche realtà a segnalare il gravissimo attacco ai diritti dei ragazzi. Se mai ce ne fosse stato bisogno, questa e’ la conferma del fatto che c’è chi nelle periferie romane soffia sul fuoco del disagio per provocare reazioni fuori controllo.

L’azione di oggi da parte dei neofascisti di Casapound e’ stata infatti motivata da false notizie riportate dalla stampa di presunti raid compiuti da rom contro gli studenti del liceo Tacito e degli istituti Rosa Luxemburg e Domizia Lucilla. Eventi smentiti in maniera categorica dai dirigenti scolastici degli istituti citati.

Come cittadina democratica e come rappresentante delle istituzioni rivolgo un appello alle autorità competenti affinche’ siano impedite altre antidemocratiche prese di spazio da forze neofasciste, e ai cittadini e cittadine della nostra regione a praticare in modo concreto una politica di confronto, inclusione, rigettando segregazioni e divieti di sapore marcatamente fascista che toccano direttamente il diritto di tutti i bambini di accesso all’educazione e all’istruzione.

13 Nov, 2014

Roma ladrona si scopre leghista

Tor Sapienza. Dopo l’assalto anti immigrati, Salvini: «Vengo anch’io». Viaggio nel quartiere periferico della Capitale, terra di conquista della nuova destra, dove crescono umori xenofobi.

Nel mezzo di una gior­nata di piog­gia durante la quale Roma ha sco­perto di essere raz­zi­sta, le nuvole si aprono e il sole scalda i lotti delle case popo­lari di Tor Sapienza, quar­tiere lungo la via Pre­ne­stina che solo poche ore prima ha ospi­tato una vera e pro­pria bat­ta­glia. Resta qual­che cas­so­netto incen­diato, un pre­si­dio delle forze di poli­zia e gli sguardi di chi osserva dalle fine­stre dei palaz­zoni. Solo poche ore prima si è con­su­mato l’assalto del cen­tro d’accoglienza di viale Morandi.

La strut­tura, all’interno della quale vivono 36 minori, è stata presa di mira da un’agguerrita mino­ranza di qual­che decina di per­sone che si è presa la briga di pas­sare ai fatti e di inter­pre­tare il senso comune stri­sciante ormai da tempo anche da que­ste parti: «Noi ita­liani siamo abban­do­nati, per quelli là invece è tutto garan­tito». «Quelli là» sono gli stra­nieri, comu­ni­tari ed extra­co­mu­ni­tari, senza per­messo di sog­giorno e richie­denti asilo poli­tico, mino­renni e adulti: tutti asso­ciati al degrado e al senso di soli­tu­dine che si respira tra le circa due­mila anime che vivono nelle case popo­lari con la corte più grande d’Europa. Sono state costruite negli anni Set­tanta e Ottanta dalle giunte di sini­stra e gli spazi desti­nati ai ser­vizi sociali non sono mai stati utilizzati.

Il giorno prima degli scon­tri, una gio­vane donna aveva denun­ciato il ten­ta­tivo di stu­pro ad opera di due uomini rico­no­sciuti come «romeni». Alla grave aggres­sione era seguito il pestag­gio di un mino­renne ben­ga­lese ad opera di un gruppo di ita­liani. Poi, un’assemblea in piazza, toni accesi e parole di fuoco. La situa­zione è dege­ne­rata nella notte tra lunedì e mar­tedì, quando un gruppo di incap­puc­ciati ha deciso di pun­tare verso il cen­tro d’accoglienza richia­mando in piazza altri cit­ta­dini del quar­tiere. È finita con una carica della poli­zia, auto­vet­ture dan­neg­giate, lan­cio di sassi e bombe carta. Così, que­sto spic­chio di peri­fe­ria romana con le vie inti­to­late ai pit­tori dell’avanguardia ita­liana del Nove­cento, stretta tra il mat­ta­toio e la rimessa degli auto­bus, le gru dell’ennesima spe­cu­la­zione edi­li­zia da un lato e la grande occu­pa­zione mul­tiet­nica di Metro­pliz dall’altro, è diven­tato il cro­ce­via della crisi ita­liana e della guerra tra poveri che il disa­gio e gli impren­di­tori della paura rischiano di scatenare.

Se n’è accorto Mat­teo Sal­vini, segre­ta­rio della Lega che da que­ste parti prova a pren­dere piede ormai da qual­che tempo, gra­zie all’alleanza tra l’eurodeputato padano Mario Bor­ghe­zio e i sedi­centi «fasci­sti del terzo mil­len­nio» di Casa­Pound: «Ho rice­vuto molte chia­mate da Roma, in molti chie­dono la mia pre­senza e quella della Lega», annun­cia Sal­vini. Che poi pro­mette: «Ci andrò». Ma dopo il 24 novem­bre, per­ché prima è impe­gnato nella cam­pa­gna elet­to­rale delle regio­nali dell’Emilia Roma­gna (Bor­ghe­zio invece non perde tempo e annun­cia per domani la sua pre­senza nella Capi­tale). Il lea­der leghi­sta si pro­duce in distin­zioni pelose ma acca­rezza i pre­giu­dizi raz­zi­stoidi: «Ogni vio­lenza va sem­pre con­dan­nata. Ma l’immigrazione incon­trol­lata e il raz­zi­smo nei con­fronti degli ita­liani, che non hanno alber­ghi pagati, rischia di ali­men­tare rea­zioni sbagliate».

L’«albergo pagato» di cui parla Sal­vini quasi a voler indi­care ancora una volta l’obiettivo da col­pire è il cen­tro d’accoglienza sotto asse­dio ora pre­si­diato dai blin­dati: vi abi­tano soprat­tutto ragaz­zini, mino­renni la cui custo­dia è affi­data dalla legge al Comune di Roma. La strut­tura è nata nel 2011 a seguito dell’«emergenza Nord Africa, per ospi­tare minori stra­nieri non accom­pa­gnati pro­ve­nienti per la gran parte dal Ban­gla­desh», spie­gano gli ope­ra­tori. Oggi è un Cen­tro di prima acco­glienza per minori e una strut­tura ade­rente allo Sprar, il Sistema di pro­te­zione per rifu­giati finan­ziato dall’Ue in rispetto ai trat­tati inter­na­zio­nali sul diritto d’asilo.

Gli xeno­fobi hanno inte­resse a far cir­co­lare la psi­cosi dell’«invasione» e dell’Italia terra di ben­godi per i migranti, ma gli ospiti in tutto il ter­ri­to­rio romano sono solo 2600 e troppo spesso vivono in posti tutt’altro che con­for­te­voli e con poca pos­si­bi­lità di spo­starsi. «La verità – riflette a testa bassa un ope­ra­tore – è che i cen­tri rischiano di diven­tare ghetti e di cadere nella spi­rale del degrado dei quar­tieri che li ospi­tano, come accade a volte per i campi nomadi».

Il rischio che la fiam­mata di Tor Sapienza attec­chi­sca in altri quar­tieri abban­do­nati al degrado è con­creto. La scin­tilla d’innesco arriva da Cor­colle, quar­tiere che si trova da que­sto lato della metro­poli ma ancora più in peri­fe­ria, al di là del Grande rac­cordo anu­lare: da quelle parti solo poche set­ti­mane fa sono scesi in strada con­tro la pre­senza dei migranti, dege­ne­rando in una vera “cac­cia al nero”. La guerra tra poveri, insomma, si è già mossa dalla cin­tura esterna della città verso la peri­fe­ria meno estrema.

Ora potrebbe arri­vare nel cuore della città. Il 15 novem­bre, un cor­teo di «comi­tati con­tro il degrado e per la sicu­rezza» par­tirà dall’Esquilino per arri­vare fino al Cam­pi­do­glio, per quello che viene annun­ciato con enfasi come «il giorno della mar­cia della ribel­lione dei rioni e dei quar­tieri di Roma» con­tro «campi rom» e «immi­gra­zione incon­trol­lata». Ci saranno, ad esem­pio, quelli di Ponte di Nona, che già da qual­che mese hanno dato vita al «Cen­tro azioni ope­ra­tive», una spe­cie di ronda che si pre­figge obiet­tivi come quello di vigi­lare «con­tro il peri­colo pro­ve­niente dal vicino campo Rom di via Salone». Molti di quelli che l’altra notte hanno mani­fe­stato a Tor Sapienza uti­liz­zano la pro­te­sta con­tro i migranti di Cor­colle a mo’ di esem­pio: «C’è poco da fare: se non ti muovi come hanno fatto loro, non ti ascoltano».

Giuliano Santoro, Il Manifesto

22 Ott, 2014

Ebola, gli episodi di discriminazione sono frutto di una campagna d’odio politica

Due notizie di cronaca gravissime: uno riguarda una ragazza di colore offesa pesantemente e picchiata sul bus da un gruppo di persone per timore di contagio Ebola. L’altro coinvolge una bambina di 3 anni, tornata dall’Uganda – paese che oltretutto non è tra quelli in cui si è diffuso il virus Ebola – stata oggetto di discriminazione da parte di alcuni genitori dei suoi compagni di classe, convinti che la minore potesse essere portatrice del virus, nonostante vi fosse un certificato medico che scongiurasse ogni rischio.

Credo che sia assolutamente indispensabile condannare episodi del genere che non solo generano allarme immotivato ma, soprattutto, ledono la dignità delle persone di tutti i colori, alle quali, specie in questo periodo, invece, le Istituzioni devono garantire rispetto e sicurezza personale. Non è di certo la pelle nera che può indiscriminatamente indurre ad aggredire adulti e bambini volando ogni regola di convivenza civile e umana. Per questo va spento il vento che da Grillo col suo Movimento Cinque Stelle all’asse tra Salvini e Casa Pound soffia sul fuoco della propaganda razzista.

La Regione Lazio ha messo già in campo tutte le risorse e le misure possibili per affrontare eventuali emergenze legate a Ebola. Fin da agosto ha predisposto un piano di prevenzione e un protocollo che definisce i criteri e i percorsi sanitari di presa in carico di casi sospetti, come ha spiegato ieri il Direttore scientifico dello Spallanzani, punto di riferimento nazionale per Ebola, in commissione Sanità al Consiglio regionale.

Da parte mia, la solidarietà alla ragazza aggredita e alla famiglia della bimba di Fiumicino.

15 Mag, 2014

Le scritte sui muri della Chiesa Valdese offendono i valori democratici

Le scritte omofobe con aggiunta di svastiche, comparse sui muri della Chiesa Valdese di piazza Cavour sono da condannare con assoluta fermezza. Di nuovo siamo costretti a dichiarare su atti vili e squallidi che evidenziano chiaramente delle radici di intolleranza che devono assolutamente essere estirpate attraverso interventi di carattere culturale.

Quanto accaduto offende tutti noi e i valori democratici sui quali si fondano il nostro Paese e la Costituzione italiana. Alla Chiesa Valdese, da sempre attiva a favore del rispetto dei diritti civili, e a tutti coloro stati oltraggiati da tali scritte, la mia vicinanza e solidarietà.

16 Gen, 2014

“Non sono affatto battute, il pericolo del razzismo esiste”

“Intanto non rubricando certe espressioni, certi atteggiamenti, certe parole come battute. Sono battute che allarmano e che pongono una questione, che la politica alta, dico alta, dovrebbe mettere in agenda. Non si può tacere, ignorare, accantonare, perché il pericolo del razzismo esiste nel momento in cui non si teme di usare un determinato linguaggio o quando si mettono sotto tiro persone solo per la diversità del loro colore”.
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15 Gen, 2014

L’ossessione dei moderni barbari

Non credo che la legge consenta il sequestro preventivo di un giornale che commette ogni giorno istigazione al razzismo. E sospetto che ai disperati della Padania questo farebbe piacere. So che sicuramente bisognerà ricordarsi la data di ieri. La pubblicazione sul quotidiano leghista della rubrica razzista “Qui Cécile Kyenge” segna infatti il superamento di un’altra soglia di civiltà.
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15 Ott, 2013

Una storia romana. Luca Zingaretti legge “16 ottobre 1043”

una-storia-romana

MartedÌ 22 ottobre, ore 21
Portico d’Ottavia
Largo 16 ottobre 1943 – Roma

Settant’anni fa nostra madre sfuggì ad Auschwitz. Il 16 ottobre di 70 anni fa oltre mille ebrei, tra cui 200 bambini, furono rastrellati tra le strade di Roma e deportati nei campi di sterminio nazisti.

Tra loro c’era anche Ester Della Torre, la nostra bisnonna. Nostra madre, quasi per caso, si salvò dalla deportazione, con la sorella e i genitori.
Grazie a questo caso, noi oggi esistiamo.

È una storia romana che, insieme ai miei fratelli Angela e Luca, raccontiamo per la prima volta. Per questo abbiamo organizzato una serata per ricordare.
Luca Zingaretti legge “16 ottobre 1943”, tratto dallo scritto di Giacomo Debenedetti.

In piazza lanceremo una raccolta di fondi per regalare libri sulla Shoah ad alcune biblioteche delle scuole di Roma.
L’appuntamento è per martedÌ 22 ottobre, alle ore 21, davanti al Portico d’Ottavia, in Largo 16 ottobre 1943, a Roma.
Venite in tanti, portate le famiglie e amici, giovani e non. Portate chi ha voglia di ricordare e chi ha bisogno di conoscere.
Grazie a tutti,
Angela, Luca e Nicola Zingaretti

11 Ott, 2013

La nuova destra

Quando calcava le piazze elettorali del Lombardo-Veneto rilanciando gli slogan leghisti contro l’invasione degli immigrati Beppe Grillo non scherzava. Le dure parole nei confronti dei disperati del mondo, ripetute ieri contro l’emendamento dei parlamentari a 5stelle per l’abolizione del reato di clandestinità, sono le stesse urlate negli ultimi venti annidai microfoni leghisti.
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