Top

20 Feb, 2017

Ammalarsi di precariato fa più male dell’alcol

Laura Margottini, Il Fatto Quotidiano

Lo stress psico-sociale, come lo definiscono alcuni scienziati, accorcia la vita. E’ la tensione a cui è sottoposto chi vive in condizione di costante svantaggio socio-economico che può determinare un calo dell’aspettativa di vita di circa 2 anni, come dimostrano i risultati di uno studio appena pubblicato.
In Italia, una disoccupazione giovanile che supera il 40%, come riportano i dati Istat di fine gennaio, sta condannando intere generazioni a non poter sperimentare la serenità che deriva da un reddito sufficiente e sicuro, tale da lasciar spazio alla progettualità e alla capacità di sognare.

11 Nov, 2015

Giustizia: consiglieri PD e SEL, nostro impegno per soluzione precari del Lazio

Si sono riuniti oggi presso la Sala Di Carlo della Pisana i Consiglieri regionali Marta Bonafoni, Baldassare Favara, Simone Lupi e Massimiliano Valeriani unitamente alle segreterie dei consiglieri Daniela Bianchi, Mauro Buschini, Gino De Paolis, Enrico Maria Forte, con i rappresentanti della FP CGIL del Lazio oltre ai coordinatori dell’unione precari della giustizia della nostra Regione.

L’obiettivo dell’incontro è stato dare seguito agli impegni assunti al tavolo dei precari della giustizia del 23 ottobre scorso, presso la sede dell’Assessorato al lavoro della Regione.

I Consiglieri regionali hanno preso l’impegno di mantenere gli accordi condivisi nelle precedenti riunioni sollecitando anche la Presidenza nella firma della convenzione annuale con il Ministero per attivare nel più breve tempo possibile il tirocinio nei tribunali della durata di tre mesi, impegnandosi a trovare ulteriori risorse per coprire i restanti 9 mesi del 2016.

Attualmente la situazione dei lavoratori precari della giustizia è drammatica perché oltre il 70% di loro non percepisce più ammortizzatori sociali quindi è necessario trovare una soluzione il prima possibile.

I Consiglieri regionali si impegneranno ad attivare tutte le interlocuzioni necessarie tra Assessorato al lavoro, bilancio e tra Parlamentari e Sottosegretari alla Giustizia per trovare insieme le risorse necessarie a garantire un futuro dignitoso agli oltre 400 tirocinanti del Lazio.

Purtroppo il decreto 20 ottobre 2015 del Ministero della Giustizia nel Lazio non soddisfa tutta la platea, oltre 200 persone restano escluse dal progetto, è importante continuare a prestare attenzione a queste donne e uomini, che pur provenendo da esperienze e territori diversi, attendono una risposta definitiva e dignitosa per risolvere la loro condizione di precariato.

Lo comunicano in una nota i consiglieri di Sel Marta Bonafoni, Daniela Bianchi e Gino De Paolis congiuntamente ai consiglieri del Pd Simone Lupi, Massimiliano Valeriani, Baldassare Favara, Enrico Forte e Mauro Buschini.

30 Dic, 2014

Jobs Act, una generazione di giovani tradita da chi avrebbe dovuto difenderla

Il bilancio di fine anno è impietoso: tre milioni di precari permanenti si ritrovano truffati dal Jobs Act. Tre milioni di ventenni, trentenni (e ormai spesso anche quarantenni) non hanno ottenuto uno straccio di garanzia reale che il loro precariato permanente sia considerato una pagina chiusa. Perché il governo NON ha voltato pagina.
Leggi l’articolo

27 Nov, 2014

Scuola, la sentenza è storica: “I precari vanno assunti”

La corte di giu­sti­zia euro­pea: il governo ita­liano sta­bi­lizzi pre­cari della scuola con il con­tratto a ter­mine. Non ci sono solo i 148 mila che Renzi vuole assu­mere. Ce ne sono almeno altri 100 mila. Col­pito al cuore il sistema della pre­ca­rietà di Stato. Torna la demo­cra­zia nelle scuole ita­liane?

La Corte di giu­sti­zia dell’Unione Euro­pea ha col­pito al cuore il sistema del pre­ca­riato nella scuola in Ita­lia. Con una sen­tenza attesa da tempo ieri la corte di Lus­sem­burgo pre­sie­duta dal giu­dice slo­veno Marko Ile­sic ha dichia­rato ille­gali i con­tratti di lavoro a tempo deter­mi­nato sti­pu­lati in suc­ces­sione oltre i 36 mesi (tre anni). Da oggi i docenti pre­cari e il per­so­nale Ata, che hanno supe­rato un con­corso nel 1999, o hanno otte­nuto un’abilitazione, hanno diritto ad essere assunti nella scuola. La Corte ha ripor­tato sui binari del diritto un paese che ha cer­cato con tutti i mezzi di restare nell’illegalità con il Dl 368 del 2001 che per­mette un numero illi­mi­tato di rin­novi con­trat­tuali solo nella scuola.

L’Italia sarà così obbli­gata, pena risar­ci­menti milio­nari e decine di migliaia di ricorsi ai giu­dici del lavoro, a tor­nare a far parte dello stato di diritto comu­ni­ta­rio dopo quin­dici anni.

La sen­tenza ha un valore epo­cale per­ché vale sia per il lavoro pub­blico che per quello pri­vato. Dun­que sia per la scuola e la pub­blica ammi­ni­stra­zione sia per le imprese. Que­sto signi­fica che la riforma Poletti (la prima parte del Jobs Act) che ha can­cel­lato la cosid­detta «cau­sa­lità» dei con­tratti a ter­mine può essere con­si­de­rata non valida poi­ché con­trav­viene alla diret­tiva euro­pea 70 del 1999. Quella che vieta i rin­novi dei con­tratti a ter­mine oltre i tre anni, ma che il governo Renzi non ha rispet­tato. Con­tro que­sta «riforma», i giu­ri­sti demo­cra­tici, la Cgil e l’Usb hanno già pre­sen­tato una denun­cia alla Com­mis­sione Euro­pea. In caso di parere posi­tivo, il ricorso pas­serà alla Corte che, alla luce della sen­tenza di ieri, non potrà che con­fer­mare il suo orien­ta­mento. Nel frat­tempo in Ita­lia, i giu­dici del lavoro saranno costretti ad appli­care la sen­tenza nella scuola o negli enti di ricerca e nella P.A.

La Corte ha smon­tato uno degli alibi usati dai governi per non fare le assun­zioni: quello dei con­corsi pub­blici. Una rarità ormai, di recente risco­perto in maniera cao­tica e ini­qua dal mini­stero dell’Istruzione. Ebbene, i lavo­ra­tori dovranno essere assunti subito senza aspet­tare l’epletamento delle pro­ce­dure concorsuali.

La sen­tenza fa inol­tre tra­bal­lare le basi sulle quali è stato costruito l’edificio della pre­ca­rietà sin dal 1997, quando il centro-sinistra di Prodi approvò il fami­ge­rato «pac­chetto Treu». Riso­lu­tivi sem­brano i punti 100 e 110 della sen­tenza a favore di otto docenti e col­la­bo­ra­tori ammi­ni­stra­tivi napo­le­tani che hanno lavo­rato per il mini­stero dell’Istruzione per non meno di 45 mesi su un periodo di 5 anni. Il primo sta­bi­li­sce che il con­tratto a tempo inde­ter­mi­nato è «la forma comune dei rap­porti di lavoro» anche in set­tori come la scuola dove il tempo deter­mi­nato rap­pre­senta «una carat­te­ri­stica dell’impiego». Il secondo punto smen­ti­sce le poli­ti­che dell’austerità con le quali i governi hanno giu­sti­fi­cato il blocco delle assun­zioni in tutto il pub­blico impiego: il rigore del bilan­cio non può giu­sti­fi­care il «ricorso abu­sivo a una suc­ces­sione di con­tratti di lavoro a tempo deter­mi­nato». Biso­gnava aspet­tare l’Europa per affer­mare la cer­tezza di que­sti prin­cipi. A tanto è arri­vata la bar­ba­rie poli­tica e giu­ri­dica nel nostro paese.

Ieri il governo Renzi ha pro­vato a fare il vago. La rispo­sta del mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini era pre­ve­di­bile: la «buona scuola» pre­vede l’assunzione dei 148 mila docenti pre­cari nelle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento e il con­corso per 40 mila nel 2015. Tutto a posto allora? Per nulla. La sen­tenza della Corte chia­ri­sce la fon­da­men­tale discri­mi­na­zione com­piuta dal governo ai danni di almeno altre 100 mila per­sone che non ver­ranno assunte a set­tem­bre, pur aven­done i titoli. Si tratta dei docenti abi­li­tati Pas e Tfa, oltre che del per­so­nale Ata (almeno 15 mila). La mag­gior parte ha lavo­rato più di 36 mesi nella scuola. Si parla di 70 mila, ma anche di 100 mila.

Sui numeri non c’è cer­tezza per­ché manca un cen­si­mento serio, l’unico stru­mento per pro­ce­dere ad un vero piano per le assun­zioni. La sen­tenza è infine un colpo tre­mendo, anche finan­zia­rio, alla poli­tica degli annunci dell’esecutivo. Se, com’è pre­ve­di­bile, con­ti­nuerà sulla sua strada, allora dovrà pre­pa­rarsi a pagare milioni di euro in risar­ci­menti. Nei tri­bu­nali ita­liani giac­ciono almeno die­ci­mila ricorsi in attesa della sen­tenza della Corte. Da oggi i pro­cessi di mol­ti­pli­che­ranno a dismi­sura e si con­clu­de­ranno con una con­danna. Renzi si trova davanti a que­sta alter­na­tiva: assu­mere fino a 300 mila per­sone nella scuola, oppure ini­ziare a pagar­gli i danni.

Tutti i sin­da­cati della scuola stanno affi­lando le armi giu­ri­di­che. L’Anief, che tra i primi ha ini­ziato a per­cor­rere que­sta strada, pre­para una valanga di nuovi ricorsi per imporre il paga­mento degli scatti di anzia­nità ai pre­cari, non­ché le loro men­si­lità estive per un totale di 20 mila euro. «È una pagina sto­rica – ha detto Mar­cello Paci­fico, pre­si­dente Anief – Ora è asso­dato che non esi­stono ragioni ogget­tive per discri­mi­nare chi è stato assunto a tempo deter­mi­nato nella scuola dal 1999». La Gilda di Rino Di Meglio ha reca­pi­tato una dif­fida al governo. Se entro dicem­bre non avvierà la sta­bi­liz­za­zione dei pre­cari per­cor­rerà fino in fondo la via giudiziaria.

«La que­stione pre­ca­riato è esplo­siva – sostiene Mas­simo Di Menna della Uil Scuola – Con­ferma la mio­pia di una gestione del per­so­nale attenta al rispar­mio anzi­ché al rispetto dei diritti dei lavo­ra­tori». Piero Ber­noc­chi dei Cobas chiama alla mobi­li­ta­zione con­tro il governo che, come i pre­ce­denti, pre­fe­rirà pagare le multe piut­to­sto che rispet­tare il diritto: «Con il suo piano Renzi voleva espel­lere il 50% dei docenti met­tendo pre­cari con­tro pre­cari, fasce con­tro fasce. Non c’è riu­scito. Ora biso­gna esten­dere que­sta con­qui­sta a tutto il pub­blico impiego». «Non biso­gna illu­dere i pre­cari, non pos­sono aspet­tare gli anni del dibat­ti­mento nelle aule legali — sostiene Cri­stiano Fiorentini(Usb) — La sen­tenza non deter­mina assun­zioni imme­diate. Ci vuole una norma per la stabilizzazione».

«Il governo ha soste­nuto che la Cgil difende i lavo­ra­tori sta­bili e discri­mina quelli pre­cari — sostiene Mimmo Pan­ta­leo, segre­ta­rio Flc-Cgil — La sen­tenza della Corte di Giu­sti­zia euro­pea sulla scuola ha ribal­tato que­sta fal­sità e dimo­stra come il nostro sin­da­cato si stia bat­tendo per i pre­cari. Que­sta sen­tenza raf­forza le ragioni dello scio­pero gene­rale del 12 dicem­bre». Giunta all’indomani dell’approvazione alla Camera del Jobs Act, la sen­tenza col­pi­sce uno dei pila­stri della riforma tar­gata Renzi-Poletti: vieta cioè di rin­no­vare infi­nite volte il con­tratto a ter­mine: «Ora devono sce­gliere — con­ti­nua il sin­da­ca­li­sta — O affron­tano migliaia di ricorsi, e li per­de­ranno, oppure sta­bi­liz­zano tutti i pre­cari e non solo quelli iscritti nelle gra­dua­to­rie a esaurimento».

La sen­tenza della Corte Ue è uno di quei «casi in cui diciamo meno male che l’Europa c’è — ha com­men­tato la segre­ta­ria Cgil Susanna Camusso — Non c’è dub­bio che que­sta sen­tenza sia un pre­ce­dente per i pre­cari della P.A. e sul decreto Poletti. Il governo deve rispon­dere sul fatto che non pro­cede alla sta­bi­liz­za­zione dei precari».

Roberto Ciccarelli, Il Manifesto

12 Apr, 2014

Avviato il percorso di dialogo tra il Coordinamento degli esternalizzati della Sanità e la Regione Lazio

Le istanze ascoltate ieri dal Coordinamento degli esternalizzati della sanità del Lazio sono reali, vere, domande che attendono giustamente risposte.

Durante l’incontro avuto con Egidio Schiavetti della cabina di regia della Sanità abbiamo ascoltato le storie degli esternalizzati del Sant’Andrea, della Asl Roma D, dell’Ifo e del Policlinico Umberto I e abbiamo individuato due emergenze prioritarie: la situazione dell’Ifo, che da gennaio ha cambiato appalto, e quella dell’Umberto I, in particolare di quei lavoratori che hanno un contratto con la cooperativa Osa (Operatore Socio Assistenziale) in scadenza a luglio.

E’ stato stabilito un percorso scandito da tre tappe.

La prima è datata 16 aprile: in occasione dalla riunione mensile tra la Cabina di regia, la Centrale unica degli acquisti e i nuovi dg, chiederemo loro di farci pervenire una fotografia del fabbisogno di personale delle singole strutture Asl, un’analisi dei costi che si affronterebbero per internalizzare gli esterni ed infine, le date esatte di scadenza degli appalti.
Sulla base dei dati ricevuti, la Regione valuterà caso per caso, così da poter dare un orientamento al netto del piano di rientro.

La seconda tappa sara’ l’audizione del Coordinamento calendarizzata per il 6 maggio in Commissione Sanità alla Pisana. Infine, terzo ed ultimo appuntamento, una seconda convocazione del tavolo di ieri da fissare la prima data disponibile tra il 15 ed il 20 maggio.

La Regione e’ quindi consapevole che quello che si viene a costruire con il personale interno e’ un rapporto di maggiore fiducia e produttività e l’obiettivo dunque deve essere sicuramente quello dell’internalizzazione, ma il come arrivarci e quando lo sapremo dopo aver analizzato dei dati finalmente precisi. Sempre guardando a due convinzioni inossidabili: il diritto alla salute dei cittadini accanto al diritto a un lavoro buono e dignitoso.

04 Apr, 2014

La generazione no-jobs persa nella crisi

Sono pienamente digitalizzati, a volte laureati e precari per definizione. Nati nei “favolosi” anni Ottanta, cresciuti nell’età dell’oro del consumismo, oggi sono soprattutto disoccupati. Più disoccupati di tutti gli altri. I trentenni, o meglio ancora quella fascia d’età che va dai 25 ai 34 armi, sono immersi fino al collo nella crisi e rappresentano in pieno quella generazione che anche secondo Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario, “rischiamo di perderci se non si fanno le riforme”.
Leggi l’articolo