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06 Mar, 2017

Donne italiane, l’illusione della parità. “La famiglia sulle loro spalle”

Cristina Nadotti, La Repubblica

Anche lo stereotipo che le donne passano davanti allo specchio più tempo degli uomini è caduto, le cifre sono sempre più chiare: le italiane lavorano di più, sono pagate meno e il peso degli impegni familiari è soprattutto sulle loro spalle, soltanto nelle ore dedicate alla cura personale il divario è colmato. Due studi elaborati dal Censis e dall’Ocse confermano che il nostro Paese resta fanalino di coda in Europa nel superare le differenze di genere.

Sulla base dei dati Istat, il Censis ha stabilito che in una giornata, calcolata sulla media di una settimana, uomini e donne tra i 25 e i 64 anni dedicano alla cura personale il 46 per cento del loro tempo ( la differenza è di 0,2 punti percentuali e nelle 11 ore circa è compreso il riposo notturno).

07 Nov, 2014

Sos lavoro e strutture scarse, così le donne rimandano

Madri “tardive” per scelta, per difficoltà a procreare, ma anche per necessità. E non sono più solo le più istruite a procrastinare, come trenta quarantanni fa, perché terminavano più tardi il periodo di formazione. Oggi il rimando è trasversale a tutte e riguarda in particolare le lavoratrici con contratti a termine. Avere un figlio e mantenere un’occupazione è difficile per tutte in Italia, scoraggiando molte che vogliono avere un figlio dall’entrare nel mercato del lavoro.
Chiara Saraceno, la Repubblica

16 Ott, 2014

Com’è bello lavorare con lei, basta che non sia il boss

Il genere non incide, secondo gli intervistati, sulla capacità di collaborare, l’affidabilità, l’innovazione. Persino alcune qualità un tempo considerate maschili, come il coraggio e la capacità di dirigere un gruppo, sono diventate anche femminili secondo oltre il 60% degli uomini. Peccato che quando si sale la scala gerarchica ancora un terzo dei dipendenti (33%) vorrebbe avere un superiore maschio.
Anais Ginori, la Repubblica

11 Mar, 2014

Rammarico per il voto in Parlamento

“Esprimiamo rammarico perché il Parlamento ha perso un’ottima occasione per tutelare il principio della parità di genere nella nuova legge elettorale. Per questo motivo rilanciamo con forza la nostra proposta di legge regionale sulla ‘doppia preferenza di genere’ che consente agli elettori di indicare non più uno, ma due nomi, purché siano candidati di sesso diverso”.

Lo dichiarano Teresa Petrangolini e Marta Bonafoni, consigliere regionali del gruppo ‘Per il Lazio’.

“La proposta di legge è stata sottoscritta dai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari di maggioranza e attua concretamente quelle pari opportunità tra i due sessi che spesso restano solo meri princìpi. La doppia preferenza di genere, infatti, ha dimostrato di essere un ottimo strumento per aumentare la partecipazione femminile laddove è stata già utilizzata, come hanno dimostrato anche le ultime elezioni comunali di Roma”.

“La proposta, sottoscritta da Teresa Petrangolini, Riccardo Valentini, Marta Bonafoni e Rosa Giancola (Per il Lazio); Marco Vincenzi (Pd); Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti); Gino De Paolis (Sel), Oscar Tortosa (Psi) e Piero Petrassi (Cd), si articola in tre punti: 1) portare la proporzione tra i due generi nelle liste regionali dagli attuali due terzi/un terzo a cinquanta/cinquanta; 2) assicurare pari opportunità di accesso ai mezzi d’informazione per l’attività di comunicazione politico-elettorale; 3) introdurre la ‘doppia preferenza di genere’ nella stessa modalità prevista dalla legge nazionale per i Comuni, dove se le due preferenze sono espresse verso candidati dello stesso sesso, si annulla la seconda”.