Top

04 Ago, 2015

Anniversario della Resistenza ad Albano

Mercoledì 9 settembre, ore 17.00
Albano

72° anniversario dell’inizio della Resistenza armata contro la dittatura fascista
70° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista

il 9 settembre ad Albano
a cura di A.N.P.I sezione ‘Marco Moscati’ Albano Laziale – Castel Gandolfo

Il 9 settembre del 1943, la Villa comunale “Doria” fu il campo di una feroce battaglia, durante la quale le belve nazifasciste uccisero numerosi soldati della Divisione Piacenza che, insieme ai Partigiani dei Castelli Romani, difendevano il territorio dalla barbarie della dittatura.
La sezione ANPI “Marco Moscati”, per non lasciar cadere la storia nell’oblio, invita la cittadinanza a partecipare numerosa, soprattutto in un momento in cui il razzismo e il revisionismo storico dilagano nel nostro bel paese.
Nel pomeriggio inoltre, presso la sala consiliare del comune di Albano Laziale, sarà presentato il relativo libro “Una storia dal passato – Battaglia di Villa Doria 9 settembre 1943 – realizzato dall’Anpi locale, provinciale e della Regione Lazio.

anpi-albano-9set

05 Gen, 2015

Dolore per la scomparsa di Elena Bentivegna

Mi addolora la scomparsa di Elena Bentivegna, figlia degli eroi partigiani Rosario Bentivegna e Carla Capponi. Elena era una donna tenace e di grande passione, impegnata da sempre a tenere saldi e vivi i valori della Resistenza che per lei coincisero anche con le figure del papà e della mamma.

Per tutta la sua vita, infatti, ha lottato perchè la Memoria degli uomini e delle donne che liberarono l’Italia dal nazifascismo non fosse mai dimenticata. Come si è battuta fino all’ultimo per cercare di dare ai suoi genitori la sepoltura che avevano desiderato in vita.

Una battaglia che pur fiaccandola l’ha vista protagonista fino all’ultimo. La mia vicinanza e il mio abbraccio all’Anpi di Roma e del Lazio.‬

17 Apr, 2014

Una questione democratica

Martedì 29 aprile, ore 16.30
Teatro Eliseo – Roma

Martedì 29 aprile a Roma, al Teatro Eliseo, con inizio alle ore 16,30, manifestazione pubblica dell’ANPI sul progetto di riforma costituzionale ed elettorale all’esame del Parlamento.

Aprirà ELENA DE ROSA, giovane iscritta all’ANPI, sul tema: “i giovani e le riforme”. Interverranno, in ordine: CARLO SMURAGLIA, PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ANPI E I COSTITUZIONALISTI, LORENZA CARLASSARE, STEFANO RODOTA’, GIANNI FERRARA.

L’iniziativa vuole lanciare l’allarme contro un progetto che, unendosi ad una legge elettorale come quella che è stata approvata alla Camera ed al proposito di irrobustire i poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, si risolverebbe in una ulteriore e grave riduzione degli spazi di democrazia, che subiscono da tempo una lenta ma progressiva erosione e che, invece, l’ANPI considera intangibili, alla luce dei princìpi e dei valori costituzionali.

anpi_29aprile

 

 

Pubblichiamo qui di seguito il documento-manifesto del 29 aprile approvato dal Comitato nazionale dell’Anpi.

 

Il Comitato nazionale dell’ANPI rileva che:

– l’indirizzo che si sta assumendo nella politica governativa in tema di riforme e di politica istituzionale non appare corrispondente a quella che dovrebbe essere la normalità democratica;

– si sta privilegiando il tema della governabilità (pur rilevante) rispetto a quello della rappresentanza (che è di fondamentale e imprescindibile importanza);

– si continua nel cammino – anomalo – già intrapreso da tempo, per cui è il Governo che assume l’iniziativa in tema di riforme costituzionali e pretende di dettare indirizzi e tempi al Parlamento;

– un rinnovamento della politica e delle istituzioni è essenziale per il nostro Paese, come già rilevato nel documento dell’ANPI del 12 marzo 2014;

– sono certamente necessari aggiustamenti anche del sistema parlamentare, così come definito dalla Costituzione, rispettando peraltro non solo la linea fondamentale perseguita dal legislatore costituente, ma anche le esigenze di centralità del Parlamento, della rappresentanza dei cittadini, del controllo sull’attività dell’Esecutivo, delle aziende e degli enti pubblici, in ogni loro forma e manifestazione;

– in questo contesto, è giusto superare innanzitutto il cosiddetto bicameralismo “perfetto”, fondato su un identico lavoro delle due Camere e quindi, alla lunga, foriero anche di lungaggini e difficoltà del procedimento legislativo; ma occorre farlo mantenendo appieno la sovranità popolare, così come espressa fin dall’art. 1 della Costituzione e garantendo una rappresentanza vera ed effettiva dei cittadini, nelle forme più dirette;

– il Senato, dunque, non va “abolito”, così come non va eliminata l’elezione da parte dei cittadini della parte maggiore dei suoi componenti; possono essere individuate anche forme di rappresentanza di altri interessi, nel Senato, come quelli delle autonomie locali, della cultura, dei saperi, della scienza; ma in forme tali da non alterare il delicato equilibrio delle funzioni e della rappresentanza;

– la maggior parte dell’attività legislativa può ben essere assegnata alla Camera, così come il voto di fiducia al Governo; ma individuando nel contempo forme di partecipazione e tipi di intervento da parte del Senato, così come previsto in molti dei modelli già esistenti in altri Paesi;

– in nessun modo il Senato può essere escluso da alcune leggi di carattere istituzionale, nonché dalla partecipazione alla formazione del bilancio, che è lo strumento fondamentale e politico dell’azione istituzionale e dei suoi indirizzi anche con riferimento alle attività di Autonomia e Regioni;

– tutto questo può essere realizzato agevolmente, anche con una consistente riduzione di spese, non solo unificando la gran parte dei servizi delle due Camere, ma anche riducendo il numero dei parlamentari, sia della Camera che del Senato, vista l’opportunità offerta dalla differenziazione delle funzioni;

– bisogna anche dire che concentrare tutti i poteri su una sola Camera, per di più composta anche col premio di maggioranza, lasciando altri compiti minori ad un organismo non elettivo, con una composizione spuria e fortemente discutibile ed obiettivi e funzioni altrettanto oscure, non appare rispondente affatto al disegno costituzionale, dotato di una sua intima coerenza proprio perché fatto di poteri e contropoteri e di equilibri estremamente delicati; un disegno che in qualche aspetto può – e deve – essere aggiornato, ma non fino al punto di stravolgere quello originario.

Queste sembrano, all’ANPI, le linee fondamentali di un cambiamento democratico delle istituzioni, che esalti il ruolo del Parlamento, rafforzi la rappresentanza dei cittadini in tutte le sue espressioni, ed assegni ad ognuna di esse il ruolo che le compete secondo gli orientamenti generali della Carta Costituzionale e le esigenze della democrazia, da perseguire con economicità di spesa ed efficienza dei risultati.

Appare, altresì, pacifico che deve essere riformato il titolo V della Costituzione, procedendo ad una più razionale ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, che elimini ragioni di conflitto e consenta agli organi centrali dello Stato di esprimere una legislazione di pieno indirizzo su materie fondamentali per tutto il territorio; definisca compiutamente e definitivamente il ruolo delle Regioni, a loro volta bisognose di riforme sulla base dell’esperienza realizzata dal 1970 ad oggi, che spesso le ha viste diventare altri organismi di centralizzazione dei poteri e le riconduca a funzioni di indirizzo e controllo e non di gestione; nonché precisi in modo conclusivo tutta la materia delle Province e degli enti intermedi, finora risolta con provvedimenti parziali che non sembrano corrispondere ad esigenze di effettiva razionalità e di contenimento delle spese.

Tutto questo richiederà tempi più adeguati, escluderà la fretta, rispondente, piuttosto che ad esigenze razionali, ad altro tipo di logiche; ma dovrà essere affrontato senza tergiversazioni e senza inopinati stravolgimenti dei metodi e degli stessi contenuti. Se è giusto porre rimedio ad alcune incongruenze strutturali rivelate dall’esperienza, l’obiettivo deve essere quello di farlo con saggezza e ponderazione, ed anche con le competenze necessarie, sempre preferibili alla improvvisazione ed all’incoerenza di una fretta dettata da ragioni molto lontane dal rispetto con cui si devono affrontare serie riforme costituzionali.

Ci sono, sul tappeto, diverse proposte; altre sono fornite dall’esperienza giuridica e politica di altri Paesi; le si esamini senza pregiudizi e insofferenze ed ascoltando pareri e proposte che possono contribuire al miglior esito delle riforme.

E si approfitta dell’occasione per un ripensamento della legge elettorale, che così come approvata da un ramo del Parlamento, non risponde alle esigenze di una vera rappresentanza e di democrazia e soprattutto contraddice, oltre alle attese di gran parte dei cittadini, le stesse indicazioni della Corte Costituzionale.

Infine, l’occasione non appare idonea per raccogliere l’antica esigenza, manifestata da altri Governi e sempre respinta, di un rafforzamento dell’esecutivo e del suo Presidente, che vada a scapito della funzione e del ruolo del Parlamento, al quale il Governo può indicare priorità, come è suo diritto, ma non imporre scadenze e calendari privilegiati rispetto a qualunque autonoma iniziativa del Parlamento.

Su tutti questi temi, l’ANPI è pronta a discutere e confrontarsi, ma prima di ogni altra cosa, intende informare i cittadini, perché sappiano qual è la reale posta in gioco e capiscano che questa Associazione, che si rifà a valori fondamentali e in essi trova la sua forza e la sua autorevolezza, intende esercitare non solo la sua funzione critica, ma anche la sua capacità propositiva, nel rispetto assoluto del suo ruolo e della sua autonomia.

Quando si tratta di difendere valori che si richiamano alla Costituzione ed alla democrazia, oltreché ai diritti di fondo in cui si esprime la sovranità popolare, l’ANPI non può che essere in campo, non per conservare, ma per innovare, restando però sempre ancorata ai valori ed ai princìpi della Costituzione.

Questa non è l’ora della obbedienza ai diktat, ma è quella della mobilitazione, a cui chiamiamo tutti i cittadini, per fare ciò che occorre con la dovuta ponderazione e col rispetto e la salvaguardia degli interessi fondamentali dei cittadini, che certo aspirano ad un rinnovamento, ma in un contesto equilibrato e democratico, corrispondente alle linee coerenti e chiaramente definite dalla Costituzione repubblicana.

 

 

01 Mar, 2014

Roma non può essere oltraggiata da raduni antidemocratici

La convention di Forza Nuova e di altri movimenti della destra estrema europea, fra cui Alba Dorata, illegale solo in Grecia, rappresenta uno sfregio alla città di Roma, democratica e antifascista oltre che un oltraggio ai valori democratici della Costituzione.

E’ inconcepibile che la stessa città che lunedì prossimo renderà giustamente omaggio a Teresa Gullace, cittadina romana, madre di cinque figli, assassinata dai nazisti il 3 marzo del 1944, per aver tentato di avvicinare il marito vittima di un rastrellamento e in attesa di essere deportato, si renda disponibile ad incontri che alimentano la cultura dell’odio e del razzismo.

Voglio rilanciare ed amplificare il grido dall’allarme lanciato dall’Anpi di Roma per chiedere la massima vigilanza e il controllo da parte delle autorità preposte affinché siano perseguiti tutti gli atti di revisionismo e inneggiamento al fascismo messi in campo dai movimenti di estrema destra. Realtà politiche assolutamente marginali che cercano visibilità attraverso il vagheggiamento d’ideologie superate dalla storia, come il fascismo e il nazismo.

18 Feb, 2014

Ernesto Nassi saprà rivitalizzare i valori legati alla Resistenza

Voglio esprimere i miei complimenti più sentiti per il nuovo incarico a Ernesto Nassi, con il quale ho vissuto e continuo a condividere molte esperienze per la difesa, la conservazione e la rivitalizzazione di valori fondamentali per il nostro Paese, come quelli legati all’antifascismo, alla Resistenza, alla Costituzione.

Come presidente dell’Anpi sono convinta che Ernesto, con la sua passione e la sua energia, saprà coinvolgere le nuove generazioni in battaglie a sostegno della salvaguardia dei diritti di tutti, dell’integrazione sociale e culturale e della democrazia.

I più giovani, soprattutto, hanno bisogno di conoscere e rispettare gli eventi che hanno scritto la storia del passato, eventi che devono restare i pilastri fondanti della nostra convivenza civile.

Ernesto saprà rilanciare quei valori che sono allo stesso tempo radici e ali del nostro presente e futuro, architravi di una memoria che deve poter camminare con passi nuovi nelle istituzioni e dentro la società.

30 Lug, 2013

Victims remembered as German war criminal turns 100 in Rome

The victims of one of Italy’s most notorious wartime massacres will be remembered on Monday as a former SS captain given a life sentence for his role in their deaths turns 100 at his home in a quiet suburb of Rome.

Nearly 70 years after he helped co-ordinate the execution of 335 Italians at the Ardeatine caves, Erich Priebke is living under house arrest in the capital but is free to go out for tasks deemed indispensable to his everyday life. In recent years he has been filmed or photographed taking a stroll, eating in local restaurants and going to the supermarket.

Amid a chorus of anger from Jewish and anti-fascist groups at the possibility that he may choose to celebrate his birthday publicly, activists will gather to read the names of the massacre’s victims at a branch of the Left Ecology Freedom (SEL) party near Priebke’s home.

“We cannot allow or accept that a man sentenced to life for war crimes and for the shameful massacre at the Fosse Ardeatine behaves as if all has been forgotten. None of us has forgotten,” said Marta Bonafoni, regional councillor for the Lazio region.

Members of the Cantiere Democratico movement will deliver an open letter to Priebke’s house naming all the victims – men and boys from all walks of life, almost a quarter of whom were Jewish and the youngest of whom was 15 years old. “We have decided that the 29th July will be Romans’ day of indifference towards a Nazi criminal which history has judged,” said Stefano Pedica, a senator.

When he turned 90, Priebke, from Hennigsdorf in Brandenburg, celebrated with dozens of friends and supporters at an agriturismo outside of Rome, a sight that provoked revulsion among victims’ relatives and Jewish groups who accuse the Italian authorities of handling the war criminal with kid gloves.

Speculation last week that his entourage might be planning a repeat party prompted calls for any public celebrations to be prevented. Riccardo Pacifici, president of Rome’s Jewish community, said Priebke was “a man who has been convicted of war crimes, who has never repented, who has never asked for forgiveness.”

He added: “The bone of contention is not the 100th birthday of Priebke but the tribute that many pay him by going to see him at his house. It is to them that we express our indignation, not just as Jews but as Italians.”

In response, the recently elected mayor of Rome, Ignazio Marino, vowed to personally make sure that no public celebrations would take place. Priebke’s lawyer, meanwhile, denounced a “climate of hatred and aggression” surrounding his client.

Extradited from Argentina in 1995 after he was tracked down by an American television journalist, Priebke was sentenced to life imprisonment by an Italian appeals court in 1998. He has always rejected his guilt, insisting he was following orders and would have been killed himself had he not carried them out.

The commands had come directly from Berlin in response to a partisan attack on Nazi soldiers the previous day. Working to a ratio of 10 Italian deaths for every one of their own killed, the Nazis identified 330 victims – and added five more for good measure. The slaughter took place on 24 March 1944, the list of names checked off by Priebke. He admitted to having personally killed two people.

In the aftermath of the massacre there were attempts to twist the narrative of events to shift the blame on to the partisans who, it was said, had failed to give themselves up. In reality, historians say now, the reprisal was carried out so swiftly afterwards that such a surrender would have been impossible.

“It’s very controversial. For a long time people blamed the resistance group for the massacre,” said Robert Gordon, professor of Italian at Cambridge University. But that powerful urban myth had subsequently been proved to be wrong, he said. “Even if they had made the calculation that they should give themselves up to prevent the massacre, the massacre took place before it had been announced. They couldn’t have acted in time to prevent it happening.”

Lizzy Davies, The Guardian

29 Lug, 2013

Solidarietà all’ANPI e a Pacifici

Quello che è accaduto a Roma in coincidenza del centesimo compleanno del criminale di guerra Erich Priebke, indigna chiunque abbia una coscienza democratica e infanga la nostra memoria storica.

Sono convinta, però, che le vili azioni di pochi non scoraggeranno l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia nel portare avanti i valori della nostra Repubblica, che costarono la vita a partigiani e cittadini innocenti. Esprimo piena solidarietà all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, a Riccardo Pacifici e a tutta la Comunità ebraica di Roma, condannando ogni esternazione fascista e antisemita.

L’eccidio delle Fosse Ardeatine, è una ferita aperta per questa città tutta da ricordare. Per questo ho dato la mia adesione alla manifestazione che il Circolo Sel Aurelio-Boccea ha organizzato per oggi pomeriggio sotto l’abitazione dell’ex ufficiale delle SS, per commemorare le vittime delle Fosse Ardeatine e per scongiurare qualunque tipo di festa pubblica del compleanno del criminale nazista. La ricorrenza della sua nascita non è da festeggiare neppure dopo 100 anni.