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Il 9 giugno sarò in piazza al Roma Pride 2018, un pomeriggio per reclamare diritti, perché la felicità è di tutte e tutti e non solo di alcuni.

Approvo lo spirito con cui è stata lanciata questa mattina dal Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli la settimana di iniziative in vista del Roma Pride 2018: l’idea di legare il tema della liberazione dall’antifascismo alla liberazione delle persone dai pregiudizi, dalla discriminazione, restituendogli la vita, le opportunità, il futuro, è giusta e ci rende più forti. Un Pride immerso in una prospettiva politica nazionale preoccupante, in cui i diritti, per quel contratto di governo, semplicemente non ci sono, e per questo è bene essere in tanti a far parte della ‘brigata arcobaleno’, una brigata colorata e partigiana.

La cecità dell’amministrazione capitolina, che, a differenza dell’esempio pentastellato torinese, nega la genitorialità a due madri romane, ci impone di esserci con ancora più forza, per chiedere a Virginia Raggi di non chiudere gli occhi di fronte ad una libera scelta d’amore.

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