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Il prossimo 5 novembre e’ prevista presso la Corte Costituzionale la discussione del ricorso presentato nel luglio 2017 dal ministero della Sanita’ nei confronti della Legge Regionale del Lazio 4/2017 ‘Assunzione di personale nelle aziende e negli enti del servizio sanitario regionale’ nella parte riguardante il riconoscimento del curriculum formativo e professionale del personale impiegato in forme riconducibili a processi di esternalizzazione.

Questa parte della legge e’ stato il frutto di un lavoro che ho portato avanti negli anni, insieme ai lavoratori e ai sindacati per tutelare e riconoscere il lavoro precario che da decenni viene svolto dai lavoratori impiegati dalle Aziende sanitarie utilizzando tutte le forme atipiche del lavoro (partire Iva, contratti di collaborazione, tempi determinati).

Per questo, due settimane fa ho scritto una lettera al ministro Speranza chiedendo che venisse preso in mano il tema del lavoro precario in sanita’ e che si valutasse un eventuale ritiro del Governo dal giudizio davanti alla Corte Costituzionale.

Rinnovo il mio appello al ministro certa che, anche alla luce dei sui primi atti e del percorso intrapreso dal Governo in temi di lavoro, ci sia la possibilita’ di aprire un dialogo che porti a trovare soluzioni condivise, a partire dalla nostra Legge Regionale, che potrebbe rappresentare un primo segnale concreto per porre termine a pratiche lavorative nei servizi sanitari di cui si e’ abusato e si continua ad abusare da troppo tempo.

Il rispetto dell’articolo 32 della Costituzione e’ anche questo: la tutela della qualita’ del lavoro in sanita’, prerequisito fondamentale per la cura delle persone.

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