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Prendiamoci un attimo e contiamo fino a dieci: 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10.
Ricominciamo, le date: 29 novembre, 8 19 e 30 dicembre, 2 4 7 8 14 e 15 gennaio.
Da capo, i luoghi: viale dello Scalo di San Lorenzo, piazza della Rovere, lungotevere Testaccio, quartiere Marconi, piazzale Lotto, lungotevere di Pietra Papa, corso d’Italia, ancora lungotevere, piazza Irnerio, Parco della Resistenza.

10 senzatetto morti a Roma, in un mese e mezzo esatto, a comporre una mappa dell’orrore.

Di qualcuno sappiamo il nome: Davide “il clochard colto”, Stanislao, Gino alias Nereo oppure “il veronese”, Cornelius. Altri restano anonimi, quaranta-cinquantenni.
Di qualcun altro sappiamo come o dove è stato ritrovato: vicino alla saracinesca di un negozio, ricoperto di foglie, accanto ai suoi libri, di lato alla ciclabile, con la cagnolina Lilla, carbonizzato dal fuoco partito dal braciere, dietro all’edicola.

Nessuno di loro aveva segni di violenza addosso.
Dicono che sono morti per l’emergenza freddo ma non è vero, perché il freddo non è un’emergenza e perché a ucciderli sono state la mancata assistenza e la distrazione di un’intera città che si accapiglia sulle buche per le strade ma quasi mai si accorge di chi su quelle strade ci vive, ci dorme, e sempre più spesso ci muore.
Senza esistere mai, ne’ prima ne’ dopo.

Allora prendiamoci un attimo e contiamo fino a dieci: 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10. E pensiamo a come fare a scrivere un’altra storia per questa città.

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