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25 Gen, 2014

Memoria e memorie

Un paio d’anni fa fui invitato dall’Associazione Bene Ruwanda a partecipare ad una giornata di memoria del genocidio del popolo Tutsi, nel ricorrere del suo anniversario. In quell’occasione ebbi modo di incontrare la signora Yolande Mukagasana, testimone del genocidio del suo popolo, militante della Memoria e candidata al Premio Nobel per la Pace. Yolande nel genocidio ha perduto marito e figli, lei stessa si è salvata miracolosamente grazie all’aiuto di una donna Hutu.
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22 Gen, 2014

Con le donne spagnole: no alla proposta Gallardòn

Aderisco alla manifestazione del primo febbraio davanti all’ambasciata di Spagna e sottoscrivo l’appello Noi con le donne spagnole: NO alla proposta Gallardòn, che pubblico di seguito integralmente a cui stanno aderendo sempre più realtà.

Appello
Le donne italiane dicono NO al tentativo di limitare la libertà delle donne spagnole, il loro diritto all’autodeterminazione e la  scelta di una maternità consapevole.

L’ “antiproyecto de ley” del ministro della giustizia spagnolo Gallardón, presentato il 20 dicembre 2013 intende cancellare il diritto di scelta  all’interruzione volontaria di gravidanza  riconosciuto alle donne spagnole dalla legge del 2010 introdotta dal governo Zapatero.
Attualmente  in Spagna, in linea con la legislazione prevalente in materia nei paesi dell’Unione Europea, la legge stabilisce un tempo – le prime 14 settimane – entro cui è riconosciuto alla donna l’esercizio pieno del diritto di scelta; al contrario, la proposta Gallardón affida ogni decisione ai medici, al giudice, ai genitori . L’aborto inoltre è previsto solo nel caso di violenza sessuale (fino alla 12ma settimana) e di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna, con rischio permanente o duraturo nel tempo, accertato da due esperti (fino alla 22ma settimana).

La proposta ignora  i risultati positivi del sistema in vigore (p.e. la riduzione di ben 6 mila casi di aborto nel 2012 rispetto all’anno precedente) e, proponendo di punire i medici trasgressori, finisce per incentivare l’aborto clandestino, i viaggi oltre confine, i guadagni ‘occulti’ di chi è’ abituato a ‘monetizzare’ le  paure altrui.

La proposta Gallardón è  un chiaro tentativo di  oppressione delle donne, di restaurazione del  patriarcato; un attacco alla libertà delle donne e al loro diritto di cittadinanza, la cui primaria manifestazione è l’autodeterminazione nel diritto alla salute e nelle scelte riproduttive.
Consapevoli della gravità dell’attacco, le donne e gli uomini europei che fanno riferimento alla Carta Europea dei diritti fondamentali, chiedono che la proposta Gallardón venga immediatamente ritirata, in quanto violazione  dei  diritti di tutte  le donne in Spagna e in Europa, un vero e proprio “golpe”  autoritario  e ideologico.

Le donne italiane, da sempre impegnate ad affermare la loro soggettività, e  il diritto alla gestione del proprio corpo,  a scegliere  liberamente la maternità  e a contrastare i ripetuti attacchi all’applicazione della legge  194/78, annunciano la loro  mobilitazione  insieme alle donne spagnole,  e a tutte/ tutti coloro che si impegneranno     affinché la proposta  Gallardón venga bloccata  prima di essere portata alla discussione delle Cortes, e affinché qualsiasi proposta  simile  sia condannata quale  grave  violazione della libertà  e dell’autodeterminazione delle donne.

Chiediamo inoltre agli eletti e alle elette al Parlamento Europeo una  forte ed incisiva presa di posizione che garantisca alle donne il diritto di decidere sul proprio corpo.
Un’Europa senza diritti delle donne, semplicemente non è.

Casa Internazionale delle Donne, UDI Unione Donne in Italia, Snoq Factory, Snoq Roma, Wilpf-Italia, Coordinamento Donne Cgil Roma e Lazio, Sciopero delle donne, Associazione Punto D, Assolei onlus, Associazione  Differenza Donna, GiULiA, Giornaliste Unite Libere Autonome, Luisa Betti – piattaforma web “Donne x Diritti”, Uil di Roma e Lazio – Coordinamento pari opportunità, Noi Donne, Zeroviolenzadonne Onlus, Laiga.

21 Gen, 2014

Migrazioni, nuovo punto di svolta. Welfare a rischio

E le criticità italiane emergono tutte: “I cittadini in età lavorativa sono destinali a diminuire di 4 milioni tra il 2015 e il 2030 e di altri 7 milioni dal 2030 al 2050, mentre gli ultraottantenni aumenteranno rispettivamente di 1,4 e 2,2 milioni. Uno scenario insostenibile, senza un adeguato apporto migratorio”. È quanto sostiene il ricercatore Irpps-Cnr, Corrado Bonifazi, che stamattina presenterà a Roma, nella sede del Consiglio nazionale delle ricerche, la sua analisi storicoeconomica de “L’Italia delle migrazioni”, edito da Il Mulino.
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16 Gen, 2014

“Non sono affatto battute, il pericolo del razzismo esiste”

“Intanto non rubricando certe espressioni, certi atteggiamenti, certe parole come battute. Sono battute che allarmano e che pongono una questione, che la politica alta, dico alta, dovrebbe mettere in agenda. Non si può tacere, ignorare, accantonare, perché il pericolo del razzismo esiste nel momento in cui non si teme di usare un determinato linguaggio o quando si mettono sotto tiro persone solo per la diversità del loro colore”.
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15 Gen, 2014

L’ossessione dei moderni barbari

Non credo che la legge consenta il sequestro preventivo di un giornale che commette ogni giorno istigazione al razzismo. E sospetto che ai disperati della Padania questo farebbe piacere. So che sicuramente bisognerà ricordarsi la data di ieri. La pubblicazione sul quotidiano leghista della rubrica razzista “Qui Cécile Kyenge” segna infatti il superamento di un’altra soglia di civiltà.
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14 Gen, 2014

La democrazia non è una mail

Un voto fast-food, una democrazia à la carte, una consultazione orario ufficio. Si o no, favorevole o contrario al reato di clandestinità? Non è una burla, né una performance satirica, è come, in Italia, un partito con otto milioni di voti, con un gruppo parlamentare di 150 eletti, tra senatori e deputati, sceglie di risolvere una questione così importante, di quelle che bastano e avanzano per tracciare una linea (o per scavare un fossato) tra destra e sinistra.
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11 Gen, 2014

Cognome e pastoie

L’idea che ci debba essere un privilegio paterno, almeno nella continuità del cognome, continua a prevalere tra i nostri legislatori. Il disegno di legge sul cognome che può essere attribuito ai figli approvato dal Consiglio dei ministri sembra partire con il piede sbagliato, rischiando così di incorrere di nuovo nella censura della Corte di Strasburgo.
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