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13 Ott, 2014

Nelle scuole un piano contro omofobia e discriminazioni

In attesa di un impegno concreto a livello nazionale che si trasformi in legge contro l’omofobia, la Regione Lazio colma il vuoto e lancia all’interno di “Fuoriclasse” un progetto innovativo che realizza il più ampio piano in Italia contro l’omofobia e la transfobia nelle scuole.

50 scuole, 25 mila ragazzi e ragazze coinvolti in percorsi di formazione e comunicazione insieme a genitori e professori, anche attraverso i social network per combattere le discriminazioni e il bullismo omofobico.

L’approccio culturale puntato sulla prevenzione è quello vincente, che supera e va oltre la logica inutile e pedante basata su scontri ideologici, una logica “fuori dalla storia” come testimoniano gli ultimi sondaggi, con la maggioranza dell’opinione della società italiana ormai favorevole anche ai matrimoni gay.

Bene ha fatto il Vice Presidente e assessore alla scuola Smeriglio a costruire un bando finalizzato in particolare alla lotta all’omofobia. Benissimo il Presidente Zingaretti che ha sottolineato come non possa esistere la logica dei due tempi: diritti sociali e diritti civili devono viaggiare di pari passo specie in una fase di crisi economica. Questa campagna dimostra qual è la gerarchia di valori dell’amministrazione che guida la Regione Lazio, dove nessun cittadino può e deve essere più condannato ad avere paura solo per essere se stesso.

10 Ott, 2014

Gli studenti ci chiedono un impegno per il futuro

I ragazzi e le ragazze che oggi hanno manifestato a Roma e in altre città taliane per una scuola diversa non sono la faccia più conosciuta di un fenomeno rituale. Questi studenti – i primi a manifestare nell’era renziana – pongono delle richieste alla politica e alla società ed e’ nostro compito dare risposte concrete.

Il diritto allo studio va inteso come accesso all’istruzione pubblica e gratuita ma a 360 gradi deve comprendere tutta una serie di interventi, come trasporti a tariffe agevolate, buoni libro, borse di studio, scuole accessibili, in grado di garantirlo concretamente. La Regione Lazio con il piano annuale per il diritto allo studio sta affrontando questi bisogni a cominciare dai contributi ai Comuni per il trasporto e i libri di testo.

Sono queste alcune delle priorità per i cittadini e le cittadine dei nostri territori a cui bisogna dare risposte. La difesa delle risorse per il diritto allo studio deve essere una nostra prioritèà non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, nella certezza che oggi e sempre un sistema scolastico pubblico sano, in cui si indirizzino risorse economiche, strutturali e di personale, sia il miglior viatico per una vera democrazia

10 Ott, 2014

Con Zingaretti curare meglio e spendere meno si può

I dati presentati oggi dal presidente e commissario ad acta, Zingaretti, dalla Cabina di regia Sanità sono di straordinaria importanza. Avere performance migliori sui tre parametri analizzati: frattura del femore, infarto del miocardio e intervisti sulla colecisti dimostra che la strada intrapresa per una nuova sanità regionale è quella giusta.

Avere inserito questi paramentri dentro le regole di ingaggio dei direttori sanitari ha prodotto un risultato rivoluzionario nella Regione del deficit sanitario, commissariata da 8 anni: una maggiore quantità di prestazioni sanitarie porta ad una migliore qualità delle cure e con essa anche ad una minore spesa.

È questa la chiave che potrà portarci nel dicembre 2015 fuori dal commissariamento. I risultati, ancora insufficienti, sul numero di parti cesarei nelle strutture regionali ci raccontano, infine, come negli ultimi anni la Regione Lazio abbia trascurato la salute materno infantile.

Bene fa Zingaretti ad insistere su questo tasto, gli stessi direttori generali – che nel corso dei prossimi 12 mesi saranno sottoposti a loro primo esame di valutazione – devono impegnasi ancor di più in questo senso. A gennaio, poi, sarà online il portale Open Data Lazio e tre macro aree saranno dedicate alla sanità, con dati su spese delle Asl, le liste di attesa e gli esiti sanitari.

Altra dimostrazione della volontà di questa amministrazione regionale di trasparenza e attenzione verso cittadini.

17 Mag, 2014

Giornata internazionale contro l’omofobia, un impegno da rinnovare tutto l’anno

E’ importante e significativo sottolineare oggi che la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, istituita dall’Unione europea nel 2007, ricorda il 17 maggio 1990 giorno in cui l’omosessualità fu depennata dall’elenco delle malattie mentali pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Molte cose certo sono cambiate in questi venticinque anni, ma non abbastanza: per rendere efficace quello che oggi rimarcano tutti, lo sforzo delle istituzioni e della società civile deve essere ancora più incisivo e concreto per far si che la lotta al pregiudizio sessuale sia prioritaria ogni giorno.

Lo stop agli opuscoli dell’Unar sull’educazione alla diversità, la reazione al libro della Mazzucco nel liceo Giulio Cesare, le scritte sui muri della Chiesa Valsese a Roma, sono il segno di come l’omofobia sia una questione terribilmente urgente e diffusa anche nella classe dirigente del Paese.

Per combatterla servono innanzitutto leggi nazionali, che puntino lo sguardo sugli autori dei gesti omofobi, e ancor più leggi di promozione dei diritti di tutti. In attesa di questo la Giunta Zingaretti certo non sta a guardare: l’accesso ai servizi socio-sanitari anche per le coppie dello stesso sesso e un serio lavoro sulla cultura e nelle scuole sono i pilastri del piano lanciato e sostenuto dalla maggioranza di centro-sinistra alla guida della Regione.

A partire dai piu’ giovani la lotta e’ quella contro lo stigma, ovvero l’educazione e la formazione. In tal senso sono molti efficaci le azioni e le risorse messe in campo che hanno coinvolto studenti di 40 scuole di diversi ordini, in tutte le province del Lazio.

Credo sia nostro compito lavorare per squarciare l’ipocrisia anche delle istituzioni che non possono muoversi solo sull’onda dei fatti di cronaca ma devono combattere l’immobilismo ed intervenire prima . Quello che mi auguro e per il quale m’impegnerò al massimo, è una società in cui l’omosessualità non faccia più notizia, dove la libertà di scelta di orientamento sessuale come di quello religioso sia il caposaldo del vivere insieme. Non un’utopia ma un modello di civiltà avanzata, moderna, aperta e inclusivo dove le differenze sono ricchezze e non elementi di discriminazione.

15 Mag, 2014

Università: si apre una nuova stagione per il sapere

Dopo la stagione del risanamento si apre adesso quella del fare, ad un anno dal commissariamento di Laziodisu dopo l’opera di razionalizzazione, risparmi ed efficentamento, messa in atto da commissario Carmelo Ursino, la giunta Zingaretti dimostra che nonostante le difficoltà, con la volontà politica, si può tornare ad investire.

I 100 milioni di euro e 900 posti letto annunciati oggi sono l’ennesima dimostrazione del nostro voler voltare pagina sul diritto allo studio: investire in formazione e conoscenza attraverso l’incremento dei servizi significa investire sul futuro del Lazio e dell’Italia.

Oltretutto con questo nuovo stanziamento vincolato, come deve essere ad un serio cronoprogramma la Regione Lazio torna a fare investimenti pubblici e a dare linfa a lavoro e alle piccole e medie imprese. Con la cultura si mangia eccome. Le risorse impegnate in questo progetto sono qui a dimostrarlo contro la mala gestione del passato e i disfattisti del presente.

15 Mag, 2014

Le scritte sui muri della Chiesa Valdese offendono i valori democratici

Le scritte omofobe con aggiunta di svastiche, comparse sui muri della Chiesa Valdese di piazza Cavour sono da condannare con assoluta fermezza. Di nuovo siamo costretti a dichiarare su atti vili e squallidi che evidenziano chiaramente delle radici di intolleranza che devono assolutamente essere estirpate attraverso interventi di carattere culturale.

Quanto accaduto offende tutti noi e i valori democratici sui quali si fondano il nostro Paese e la Costituzione italiana. Alla Chiesa Valdese, da sempre attiva a favore del rispetto dei diritti civili, e a tutti coloro stati oltraggiati da tali scritte, la mia vicinanza e solidarietà.

15 Mag, 2014

Il Viminale chiarisca cosa sta accadendo al Cara di Castelnuovo di Porto

Ancora una volta ci troviamo a dover commentare notizie poco chiare che arrivano dall’interno di un Cara, Centro per Rifugiati e Richiedenti Asilo. Un luogo dove la trasparenza e i diritti dovrebbero essere al centro dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni e del governo.

A quanto ci riferiscono alcuni operatori di Castelnuovo dalle 8 di questa mattina all’interno del Cara è in corso una protesta dei migranti che ha avuto momenti di altissima tensione nelle scorse ore, ci sarebbero state delle cariche violente da parte della polizia. Almeno uno dei rifugiati, un diabetico, sarebbe finito in ospedale nel corso degli scontri.

Voci riferiscono di altri migranti ricoverati, ci sarebbero dei anche trattenuti. Troppi condizionali, troppa poca informazione esce da un luogo posto sotto la tutela del Ministero degli Interni. A quanto pare la protesta sarebbe esplosa in coincidenza con il cambio di gestione del servizio interno al Centro. Non è soltanto il ritardo nell’erogazione del Pocket Money ad aver alzato la tensione, come peraltro confermato dallo stesso direttore del nuovo gestore Auxilium.

a quello che ci hanno riferito, dall’interno del Cara gli ospiti si sarebbero anche visti eliminare l’autobus in grado di farli spostare dalla struttura, non ci sarebbe più un’ambulanza a loro disposizione, la stessa qualità dei pasti sarebbe molto peggiorata. Diritti umani negati, insomma.

È vero tutto questo? Corrisponde al vero che la polizia questa mattina abbia caricato e che ci siano dei migranti in ospedale? Ci sono dei trattenuti? Auspico davvero a breve un intervento chiarificatore da parte del Viminale, che lo stesso governo si impegni a ripristinare immediatamente condizioni umane dignitose all’interno della struttura.

Più in generale, oggi da Castelnuovo ci arriva la conferma che le politiche sulle migrazioni e sugli immigrati dell’Italia vanno riformate dalla prima all’ultima.

12 Mag, 2014

#Bringbackourgirls: una mozione per la liberazione delle studentesse nigeriane

Con una mozione indirizzata al Presidente della Giunta – prima firmataria Marta Bonafoni e sottoscritta da tutte le consigliere del Gruppo per il Lazio – parte la richiesta di attivarsi con tutte le azioni necessarie a livello internazionale per ottenere la liberazione delle ragazze rapite in Nigeria dal gruppo di estremisti islamici di Boko Haram.

Le cinque consigliere – Avenali, Bianchi, Bonafoni, Giancola, Petrangolini – esprimono la loro più totale adesione alla campagna di sensibilizzazione “#bringbackourgirls” e attraverso il coinvolgimento dell’Ufficio Regionale Scolastico chiedono che gli istituti scolastici della Regione Lazio siano sensibilizzati e promuovano iniziative in tal senso.

La Regione Lazio – è scritto nella mozione – riconosce i diritti e i valori fondamentali dell’individuo e delle formazioni sociali e promuove i valori della democrazia, della partecipazione e del pluralismo, ripudiando ogni forma di discriminazione e di intolleranza, tutelando i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sanciti dalle Convenzioni internazionali.

Il rapimento delle ragazze rappresenta un gravissimo atto d’intimidazione alle famiglie e un attacco all’educazione e all’applicazione della parità di genere. Il sequestro è stato condannato da tutto il mondo, mentre l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Navy Pillay ha scritto al Presidente della Nigeria condannando il sequestro delle ragazze e ricordando che la schiavitù e la schiavitù sessuale rappresentano crimini contro l’umanità.

E’ importante perciò mettere in agenda da parte dell’intera Giunta ogni azione e pressione che possa far sentire anche la presenza attiva della Regione Lazio in questa battaglia di civiltà a difesa delle vita e dei diritti della ragazze delle Nigeria.

12 Mag, 2014

Il rilancio dei consultori e le tariffe per il parto in casa sono il segnale di una rivoluzione culturale per il Lazio

Non capita tutti i giorni di commentare due buone notizie in un colpo solo; è quindi con enorme soddisfazione che accolgo il decreto firmato dal Presidente Zingaretti per il rilancio dei consultori e la tariffazione del rimborso per il parto in casa. Davvero una primavera per le donne e le famiglie del Lazio. Dopo anni in cui abbiamo dovuto difendere i consultori familiari da ripetuti attacchi, assistere ora a una stagione di loro rilancio è davvero l’avvio di una rivoluzione.

Questo decreto infatti rimette al centro della programmazione regionale le politiche in difesa e per la promozione della salute della donna, della coppia e del bambino, comprendendo anche la contraccezione e l’attuazione della legge 194. I consultori sono luoghi fondamentali per garantire l’accesso a prestazioni e servizi legati a questi obiettivi. E importante e’ anche la possibilità di prevedere un’omogenea distribuzione territoriale, specie nelle province del Lazio dove i consultori diventano luoghi d’elezione per intercettare le domande e i bisogni delle ragazze e dei ragazzi, nonché delle giovani immigrate.

Lo sviluppo e il rafforzamento dei consultori e’ stato da subito uno dei punti focali del mio impegno sul territorio; per questo presto inizierò un viaggio per conoscere meglio queste strutture, il loro valore e i loro problemi. Sara’ un percorso di piena immersione per conoscere le criticità e proporre soluzioni, ma anche per essere vicino alle operatrici e agli operatori delle strutture, insieme alle assemblee delle donne che in questi anni hanno tenuto viva questa straordinaria e unica esperienza.

Per il parto in casa, la tariffazione  del rimborso che sara’ erogato dalle asl e le modalità definite in maniera certa per accedervi, rendono finalmente concreta e non solo virtuale la possibilità per donne del Lazio di scegliere dove far nascere i propri figli. Una scelta di liberta’ nell’ottica della salute e autodeterminazione donna, che ha motivato anche la proposta di legge da me presentata  nell’aprile scorso proprio per la definizione delle modalità del parto in casa.

09 Mag, 2014

L’incontro alla Casa delle donne un momento importante

E’ stato davvero un momento importante quello di ieri alla Casa Internazionale delle donne, un incontro molto partecipato e affollato, pieno di tante voci, idee e osservazioni critiche costruttive.

Un passaggio che ha dato modo a me e alle assessore presenti Visini e Ciminiello oltre che a Cecilia D’Elia la consulente delle politiche di genere della giunta Zingaretti, di condividere con le associazioni, le donne dei centri antiviolenza, dei sindacati e di tutto il mondo che lavora nel contrasto alla violenza di genere, cosa veramente può significare la legge 33 e gli strumenti in essa previsti.

Una legge approvata dal Consiglio regionale alcune settimane fa, sulla quale abbiamo lavorato in maniera aperta e condivisa tenendo dentro gli importantissimi suggerimenti e cifre che le donne che lavorano su questa tematica ci hanno offerto.

Un percorso partecipato e ieri ne abbiamo avuto conferma, che proseguirà anche in questa importante fase di attuazione delle legge: una strutturazione agile ed efficace della Cabina di regia, la valorizzazione delle reti locali e dei territori, l’individuazione precisa delle strutture che si occupano di antiviolenza con un ottica di genere, un osservatorio che raccolga veramente dati utili al contrasto della violenza.

Sono queste le principali richieste emerse dal dibattito di ieri e che rappresentano preziosi spunti di lavoro per la Giunta Zingaretti. Un metodo nuovo che riavvicina l’istituzione regionale alle cittadine e ai cittadini dopo anni di distanza e di mancanza di confronto.