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Con l’approvazione oggi in Commissione Cultura della proposta di legge 183, “Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione professionale” la Regione Lazio fa un passo avanti verso la realtà: quella dei dati in continua crescita sulla dispersione scolastica, quella dei cosiddetti “neet” – ragazzi che non studiano, non lavorano, non si adoperano in nulla – altra faccia della piaga della disoccupazione giovanile, quella di un sistema che aspettava risposte nella nostra Regione da 11 anni.

Con la norma voluta dall’assessore alla Formazione Massimiliano Smeriglio, che adesso dovrà passare dall’esame e dal voto dell’aula del Consiglio Regionale, colmiamo un vuoto e mettiamo la Regione nelle condizioni di programmare e governare il sistema dell’istruzione e formazione rivolta ai minori, togliendolo dall’ambito dell’arbitrio e dell’incertezza sulle risorse.

Il testo licenziato dalla Commissione accoglie grazie all’approvazione di alcuni importanti emendamenti di cui ero prima firmataria le richieste di miglioramento che ci erano arrivate durante le audizioni dalle forze sindacali ascoltate: abbiamo inserito il riferimento agli studenti diversamente abili in un’ottica di integrazione nel processo e nei programmi scolastici, abbiamo esplicitato la necessità di armonizzare e integrare il lavoro degli istituti privati con quelli pubblici, chiarito il percorso del cosiddetto “3+1”. Infine la norma approvata oggi salvaguarda i livelli occupazionali già presenti ad oggi nel mondo della formazione garantendo da questo punto di vista anche la qualità del lavoro (e dei contratti) all’interno degli istituti.

Questa legge di sistema affianca al tema della formazione professionale quello della programmazione, della valutazione e della responsabilità, a tutela del bene comune. Interviene infatti per: definire i requisiti delle istituzioni chiamate ad assicurare i livelli essenziali di prestazione previsti dalla normativa nazionale; pianificare su base triennale il volume dell’attività di formazione. Garantire la libertà di scelta formativa, l’innalzamento dei livelli culturali e professionali, assicurare la certezza dell’offerta per favorire la scelta da parte dei ragazzi, il riconoscimento delle competenze, l’inserimento e la permanenza nel mondo del lavoro. E, allo stesso tempo, sviluppare l’interazione tra istruzione e formazione professionale, nonchè mettere in relazione le politiche dell’istruzione e della formazione con quelle del lavoro.

Una legge buona, capace di guardare in faccia la realtà, senza barriere ideologiche, con la volontà unica di dare risposte ai bisogni dei giovani e giovanissimi e delle famiglie del Lazio.

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