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Ci sono storie che raccontano più di altre.
Una di queste è la storia del campo di calcio di Villa Gordiani.

Un campo di incontro, socialità e relazione, prima ancora che un rettangolo dentro il quale dare calci al pallone. Uno spazio che ha fatto crescere migliaia di ragazzini romani e che ora il governo municipale del M5S vuole velocemente smantellare.

Alla fine è una specie di ruspa pure questa: azionata in maniera scellerata contro il cuore di un quartiere, la sua identità e la sua storia, il suo progetto di futuro.

Intorno al campo è nato un comitato, una squadra popolare, negli anni a centinaia (sedie al seguito) hanno assistito la’ alle partite degli europei e dei mondiali. Il quartiere si è ritrovato ogni stagione a pulire il campo, a sistemarlo, a disegnare le linee e piazzare le porte.
A prendersene cura.

Bene comune, welfare di comunità, rigenerazione, relazioni. Al posto dei quali inevitabilmente il colpo di ruspa dei Cinque Stelle aprirà ora un buco nero.

Proprio in questi giorni la maggioranza del V municipio ha bocciato l’idea di un gruppo di giovani che immaginava per il campo un progetto socio-sportivo per una scuola calcio a prezzi popolari per i bambini e i ragazzi del Prenestino. Assurdo, o forse no, per una forza politica che vede “fantasmi” nel passato e predica un “nuovo” senza spessore.

Bene fa Stefano Veglianti a non mollare questa battaglia e a mettere in gioco insieme la sua funzione di consigliere municipale e la sua passione di residente del quartiere.
Chi si candiderà a governare Roma dovrà certo farlo rigenerando il campo progressista, ma non potrà che ripartire anche da quest’altro campo, il campo di calcio di Villa Gordiani.

Che è cuore di un quartiere e insieme anima di una idea diversa di città.

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