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Domani sarà una grande giornata, da affrontare non solo ad Alta Voce, come recita lo slogan della manifestazione, ma anche a testa alta, contro le povertà e le disuguaglianze, perché la crisi ha aumentato di gran lunga il numero di chi è in difficoltà ma anche vertiginosamente la ricchezza in mano a pochi: una ingiustizia da gridare e a cui ribellarsi.

Ecco perché il tema non è la crescita economica all’infinito o il miracolo del libero mercato, bensì redistribuzione, welfare e giustizia sociale. E’ evidente che in questo quadro, una responsabilità importantissima attiene alle Istituzioni, ma anche alle forze politiche che animano il dibattito nelle aule parlamentari od elettive in genere.

Quando infatti le risposte ai bisogni dei cittadini tardano ad arrivare, o sono insufficienti, dove le persone percepiscono l’abbandono da parte dello stato, si aprono scenari molto più pericolosi come quello dell’infiltrazione mafiosa che si sostituisce alla cosa pubblica, accrescendo il suo potere, la sua forza e anche la sua radicalità.

C’è bisogno di uno scatto di orgoglio. La Rete dei numeri pari, che racchiude tante realtà cittadine, domani dirà la propria con forza e dignità. Io, come rappresentante istituzionale, parteciperò per dire che non farò mancare il mio impegno e il mio contributo ai diritti, contro la povertà e contro le mafie. Un tema che è in cima alla lista della mia agenda.

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